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Cosa avranno in comune i due? Quale pensiero o suggerimento è arrivato che ha consentito l’accostamento?

Giorni strani questi! Ci ritroviamo tutti proiettati in una realtà che sfugge alla normalità cui siamo abituati, un po’ scossi dall’imprevedibilità degli eventi, curiosi, attenti osservatori e… con tanta paura.

Dall’altra parte. Mi sposto cercando di evitare cambiamenti che possano turbare il precario stato emotivo che mi accompagna da alcuni giorni ormai, e provo a guardare la cose da un altro punto di vista.

Si cambia continuamente: messi l’uno accanto all’altro fanno un’altra cosa.

Guardo in alto e cerco la libertà dell’innocenza, in volo senza veli, in leggerezza e con la speranza che il tutto per magia possa assumere un profilo diverso. Forse è arrivato il momento di fermarsi, di prendersi una pausa e provare a cercare una nuova soluzione a questo tormento che ci accompagna e ha disegnato i confini di una realtà che per nulla ci appartiene.

Un luogo lontano, magico, mai prima visitato, dove il quotidiano si vive in semplicità, senza grosse pretese, dove il tutto assume il sapore del normale, ma non per questo banale, dove si svelano i segreti, si intuisce quello che poco si vede e si respira aria di libertà.

Guardami, guarda come sono bello! Il mio pensiero è più veloce del tuo, arrivo sempre prima di te, splendo là dove tu sei nell’ombra.

Quando ci si scontra con l’arroganza della presunzione diventa difficile trovare la motivazione a questo modo di fare o di essere. E ancora più difficile diventa accettare la realtà che tale comportamento è legato ad una insicurezza per nulla latente, anzi manifesta.

Un graffio sulla pelle.

Mi guarda sorridendo accompagnato da uno sguardo ironico, tipico di chi è convinto di saperla lunga; ignaro, in realtà, della pochezza del suo gesto, delle parole.

Il caprone. Altro genere. Poco incline ai moti dell’animo, poco interessato a far vibrare le corde per impregnarsi di sensibilità, quasi sempre attratto dalla possibilità di “accaparrare” senza sforzo, per il gusto di accumulare però e non di togliere.

Una voce si innalza tra la gente, chiara, netta senza lasciar intendere. Quando la parola è più veloce del pensiero! E allora mi chiedo, l’elaborazione che avviene nelle parti elevate del cervello, in questi casi, come lavora?

Il caprone, essendo un gran bell’animale, vive molto di Natura, è istintivo inconsapevolmente, non realizza nemmeno dopo, al più tardi, quando la riflessione dovrebbe sopraggiungere senza fatica ed in spontaneità.

E i due messi insieme?

Fantastico osservare l’essere umano all’opera, scoperto nelle sue parti più nascoste, veloce nell’accordo per raggiungere il comune obiettivo, anche se diverso può essere lo scopo. L’uno, preso dal timore di venire un po’ oscurato, cerca di sottrarre chiedendo la complicità ingenua dell’altro, invece, a sua volta preso solo dall’istinto di procacciare. Una intesa rapida fra i due che lascia presupporre una grande affinità.

Perplessa, rimango a bocca aperta, perplessa. Realizzo non immediatamente quello che è avvenuto. Incastrata dalla prepotenza e dal desiderio di sopraffare.

Narciso torna in un batter d’occhio davanti allo specchio della sua immagine, dove passa gran parte del tempo a congratularsi per essere ancora una volta riuscito a mostrare la sua squallida bellezza.

Il caprone, soddisfatto, sghignazza contento di sé per aver furbescamente (o almeno così crede) ingannato ottenendo.

Narciso e il caprone insieme? Due facce della stessa medaglia?

Fernanda (12 giugno 2012)

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