Posted on

David Banner è uno scienziato che lavora per i militari nell’ambito della ricerca sui nanorobot (robot microscopici in grado di guarire ferite in pochi secondi). I suoi metodi sono però discutibili, e quando arriva a fare da cavia per uno dei suoi esperimenti viene licenziato e, in seguito, arrestato. Il figlio, Bruce, cresce senza sapere chi fossero i genitori. Trent’anni più tardi, anche il figlio è diventato uno scienziato e si occupa delle stesse ricerche del padre. Nel tentativo di salvare la vita di un collega, viene sottoposto a una fortissima scarica di radiazioni gamma. Ma non muore, anzi subisce la mutazione genetica che gli permetterà di diventare Hulk, ogni volta che perderà le staffe. I militari, comandati dal generale Ross (il padre di Betty, la ragazza di Bruce), gli danno la caccia per evitare che gli sbalzi di umore di Bruce mettano a repentaglio la vita di civili innocenti.
Questa immagine è l’immagine perfetta di noi stessi in alcuni “momenti no”. Per i più saggi o maturi è solo un ricordo di una fase della vita…
“Oggi è meglio che nessuno mi parli”, “il primo che mi dice qualcosa lo sbrano”, “faccio una strage”… fiumi in piena consapevoli di aver perso momentaneamente gli argini…pronti a “straripare”… come il meccanismo di alcuni vulcani.
Perché… ci sono modi e modi di eruttare…
Le eruzioni vulcaniche sono di due tipi: effusive ed esplosive.
Nelle prime la velocità di scorrimento delle lave è lenta, per cui questo tipo di eruzione raramente presenta un pericolo per la vita umana.
Nelle seconde invece il magma viene frammentato in particelle di varie dimensioni che vengono scagliate all’esterno con violenza costituendo un grave pericolo per l’uomo.
Ferve nel quarto cerchio opaco smalto, || Che qual sull’Etna ardente e bolle e fuma, | Sol che più ratto e liquido dall’alto | Volvesi, e non s’impietra o si consuma: | Ivi sta l’Ira; di bollente asfalto | Tinge i suoi ceppi e di viperea spuma, | E mentre cieca si dimena e scoppia, | Ne’ suoi lacci s’intrica, e gli raddoppia. (Angelo Maria Ricci)
E così è l’ira umana:
ardente: che consuma e trasforma l’energia in calore
cieca: (come Hulk) che non riconosce e conosce nulla oltre se stessa
“s’intrica”: che significa “Avviluppare insieme, Intralciare”… come una matassa ingarbugliata e informe di cui è difficile rintracciare gli elementi costitutivi e il capo.
Per capire il perché di queste affermazioni sulla rabbia vediamo cos’è e da dove nasce…
In molte circostanze della vita accadono degli episodi che toccano e/o vìolano la nostra sensibilità, il nostro senso di giustizia, il nostro tempo, i nostri spazi, i nostri diritti… Condizioni negative che si frappongono tra noi e un progetto da realizzare, amori sbagliati, sentimenti feriti, ingiustizie viste o subite… frustrazioni che ci corrodono ogni giorno. Qualcuno che va di fretta e grida e impreca al volante per qualcun altro che non si è accorto che il semaforo è scattato da un centesimo di secondo…
Situazioni provenienti dall’esterno che possono essere fonte di frustrazioni che, a loro volta, ci possono produrre tensione e, infine, aggressività negativa. Come fa il comico, anche noi tante volte rimaniamo o cerchiamo di rimanere calmi di fronte ad esse, cioè, Reprimiamo, produciamo tensione e poi… eruttiamo come i vulcani afferenti alla prima categoria, cioè, esplodiamo scagliando in aria e addosso a ciò che in quel momento ci circonda, il nostro “magma frammentato”.
Perché? Perché momentaneamente abbiamo bisogno di scaricare al mondo esterno ciò che ci sta avvelenando dall’interno… tossine e aggressività negativa. In modo cieco perché in momenti del genere e arrivati al punto di repressione massimo che ognuno di noi può raggiungere non esiste il ragionamento, la riflessione, la calma… tutte queste possibilità neutrergiche e il loro utilizzo è “inticato” dall’incombenza delle fiamme che ormai ardono in noi… e non resta che lasciare che questo processo di esplosione e consumo si attui… non resta che indossare la nostra maschera verde e aggredire chicchessia.
… E dopo?… Guardiamo le macerie che ha creato il nostro magma e pensiamo… “potevo agire diversamente?” magari, se siamo poco elastici e concilianti con noi stessi, generando qualche senso di colpa per la nostra condotta o per ciò che ha causato.
Ma… potevamo davvero agire diversamente? No. Quando l’acme della tensione è raggiunto, i nervi si sono accavallati, lo stomaco si è contorto e l’intestino si è infiammato è impossibile ipotizzare una condotta diversa, cercare la via di mezzo tra il subire e l’aggredire(come conseguenza di un’intossicazione).
Quello che si può fare dopo aver smaltito i rifiuti (perché come dice il detto “a sangue caldo nessun giudizio è saldo”) è riflettere con neutrergia sulle motivazioni dei nostri comportamenti e sulle strategie
di smaltimento dei rifiuti e dei fastidi prodotti dalle tossine del vivere quotidiano
di adattamento, conciliazione e flessibilità.
Le nevi si fermano più lungamente sui terreni incolti e trascurati; ma dove la terra, lavorata dall’aratro, diventa splendente, la brina leggera sparisce in men che non si dica. Analogamente nel cuore umano si comporta l’ira: nelle anime rozze si insedia, mentre quelle raffinate appena le sfiora e si dilegua. (Petronio Arbitro)
La rabbia di cui ho trattato fin’ora è una rabbia etero diretta e, sicuramente di più facile gestione, rispetto alla rabbia auto diretta… frutto di sensi di colpa, di errori commessi o che altri hanno commesso contro di noi… La rabbia di non riuscire ad arrabbiarci/ affermarci per paura di essere nell’errore, la rabbia di essere come si è o di non riuscire ad essere come si è. Come la rabbia etero diretta, anche questa tipologia di rabbia può esplodere o può scivolare lentamente ma, a differenza della prima tipologia, essa non è rivolta solo contro il mondo esterno ma contro la propria persona, secondo un meccanismo di punizione e autolesionismo frutto di apprendimenti culturali fuorvianti, orientati alla sottomissione, alla repressione del proprio mondo interiore, alla colpevolizzazione per i propri stati d’animo, alla continua tensione di dover sorridere anche quando non ci và per conquistarci il “posto in paradiso”… nel cuore di coloro che amiamo…

Soffocherò dentro di me il bisogno di urlare e i dubbi che ho
lei mi vuole così, questo è il ruolo per me
condannato a distinguermi per calma e virtù
Se non esce fuori adesso rischia
di distruggermi
ma non solo con il sangue si può esprimere
La mia rabbia di non aver coraggio
mi fa rabbia non riuscire ad esprimere
la mia rabbia di dover fare il saggio
senza rabbia, ma sempre impassibile.
Sorriderò anche quando non mi va
perché è quello che lei si aspetta da me
e nasconderò la presunzione che ho
educato da sempre a una falsa umiltà
Vorrei però non posso, vorrei tanto dirtelo
che sto male non riesco più a nascondere
La mia rabbia di non aver coraggio
mi fa rabbia non riuscire ad esprimere
la mia rabbia per dover fare il saggio
senza rabbia, ma sempre impassibile.
sempre impassibile…
Mi fa rabbia non aver coraggio
senza rabbia, io sempre impassibile
sempre impassibile…


Emanuela Governi (28 gennaio 2011)