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L’acqua è indispensabile alla vita: non si può resistere più di 3-5 giorni senza bere.

Essa è il principale costituente del nostro corpo, ma la sua distribuzione è ineguale, dal momento che, certi tessuti, ne sono particolarmente ricchi: questo è il caso della cute che, da sola, contiene il 20% dell’acqua dell’organismo. Essa costituisce una riserva idrica di circa 8 litri trattenuti soprattutto a livello del derma e dell’ipoderma.

Vogliamo ricordare, a questo punto alcune nozioni di anatomiaLa cute (o pelle) è il più vasto organo del corpo umano ed è costituita da tre tipi di tessuti:epidermide (è lo strato più superficiale ed è privo di vasi sanguigni; a sua volta è costituita da 5 strati, il più esterno dei quali, chiamato “corneo”, è costituito da cellule a membrana spessa e svolge una funzione di protezione);derma (è lo strato intermedio: esso è ricco di sostanze di sostegno della cute, quali il collagene e l’elastina);ipoderma o sottocutaneo (è lo strato più interno e contiene cellule adipose).L’ACQUA NEL DERMA E NELL’EPIDERMIDE

Nel derma l’acqua è in parte libera e in parte legata, cioé unita da legami chimici ad altre sostanze.

La parte legata è l’elemento che conferisce alla cute la sua tonicità.

La parte libera, invece, contenuta nei vasi sanguigni e linfatici del derma, dà luogo ad un flusso, dall’interno verso l’esterno chiamato flusso transepidermico: l’acqua. infatti, a causa delle differenti concentrazioni di sali in essa disciolti, attraversa le cellule fino a raggiungere gli strati più superficiali dell’epidermide.

Da qui, in funzione di alcuni parametri dell’atmosfera ( secchezza, vento e sole), quest’acqua evapora.

Tale processo (chiamato “perspiratio insensibilis” o “perdita insensibile”) alle nostre condizioni climatiche abituali è di circa 400 ml nell’arco della giornata: tale quantità va, quindi, quotidianamente reintegrata.

In ambienti più caldi, però, la quantità d’acqua dispersa per evaporazione è di gran lunga maggiore: entra in funzione un meccanismo diverso dalla “perspiratio insensibilis” che è la sudorazione. Questa ha origine in alcune ghiandole dette, appunto, sudoripare. Tali ghiandole, localizzate a livello dermico-epidermico, infatti producono una soluzione di acqua e sali, il sudore, la cui evaporazione dalla superficie cutanea, disperdendo calore, limita l’aumento della temperatura del corpo. L’acqua così dispersa va reintegrata: da qui la buona norma di bere di più quando si suda.

L’epidermide, come già detto, è costituita da 5 strati il cui contenuto in acqua diminuisce progressivamente passando dall’80% del più interno al 13% del più esterno. Questa variazione progressiva è chiamata gradiente d’idratazione.

Benché l’idratazione dello strato superficiale dell’epidermide, (cioé del corneo) sia bassa, essa gioca un ruolo fondamentale nel garantire l’elasticità della cute.

Tale elasticità è resa possibile dalla presenza di sostanze in grado di trattenere l’acqua (definite “igroscopiche”) e dall’esistenza di lipidi (sostanze grasse) intercellulari che ne frenano l’uscita.

Tutto ciò consente alla cute, da una parte, di assorbire l’acqua in condizioni di umidità, dall’altra, di mantenerla al proprio interno qualora la cute stessa sia immersa nell’acqua.

IL RUOLO DELL’ACQUA NELL’ESTETICA DELLA PELLE

L’estetica del tessuto cutaneo è totalmente legata alle sue proprietà bio-meccaniche che dipendono dal suo contenuto in acqua:

  • elasticità;
  • tonicità;
  • distensibilità.

Queste proprietà sono le determinanti stesse della bellezza della nostra cute che diviene più morbida e liscia in funzione del suo livello di idratazione.

Per migliorare quest’ultimo si può agire in tre modi:

  1. apportando, per via interna, la quantità di acqua indispensabile all’equilibrio idrico (considerando il quantitativo di acqua normalmente assunto con gli alimenti e con le bevande, se ne dovrebbe bere almeno 1 – 1,5 litri al giorno);
  2. applicando sulla pelle sostanze che contengono acqua, ad esempio, un gel idratante;
  3. regolando la perdita insensibile applicando sulla cute creme con elevato contenuto di grassi.

L’IMPORTANZA DELL’ACQUA PER CONTRASTARE LA DISIDRATAZIONE DELLA CUTE

Quando l’idratazione del corneo si riduce e diviene inferiore al 13%, l’apporto di acqua esterna, cioè attraverso l’applicazione di sostanze idratanti, è insufficiente perché dà una idratazione poco duratura.

In tal caso, quindi, è indispensabile l’ingestione di acqua per aumentare il flusso transepidermico e quindi incrementare il tasso di idratazione epidermica.

La disidratazione cutanea può essere determinata da diverse cause.

fattori chimici che aumentano la permeabilità della cute, cioé la facilità con cui i liquidi riescono ad attraversarla rendendola fragile e diminuendone l’elasticità, sono:

  • saponi e detergenti usati in modo sconsiderato;
  • solventi organici;
  • sostanze depilatorie;
  • bagni prolungati;
  • prodotti cosmetici inadatti;
  • medicamenti topici (cioè per uso locale).

Il medesimo effetto è provocato da fattori meccanici come:

  • rasoi;
  • depilazione;
  • fibre sintetiche.

Anche fattori climatici comportano una diminuzione della quantità di acqua contenuta dagli strati più esterni dell’epidermide: ciò induce un maggior flusso trans-epidermico e di conseguenza una maggiore evaporazione dell’acqua stessa a livello superficiale; questi fattori sono:

  • caldo eccessivo prevalentemente secco;
  • vento;
  • etc.

La traduzione estetica di tutto ciò consiste in una diminuzione della plasticità ed elasticità della cute, evitabile solo con una opportuna reidratazione.

Inoltre, in seguito all’esposizione solare, i raggi infrarossi assorbiti, comportando un aumento della temperatura corporea con un incremento della “perspiratio” e della sudorazione, provocano disidratazione. L’esposizione a vento, calore e aria secca provoca le stesse conseguenze.

La cute, esposta a queste aggressioni climatiche, diviene rugosa, secca, desquamante.

Infine, un certo numero di altri fattori, fisiologici o patologici, possono favorire la disidratazione cutanea:

Sul piano fisiologico sono note le modificazioni cutanee dovute all’età (cute secca senile), legate al rallentamento metabolico e all’impoverimento progressivo del film idrolipidico, cioé del contenuto complessivo di grassi e di acqua della cute, importante soprattutto dopo la menopausa.

Vi sono anche malattie e fattori patologici che possono modificare l’idratazione cutanea, quali:

  • diabete;
  • squilibri alimentari e idrominerali;
  • fumo di sigaretta;
  • abuso di alcuni farmaci (soprattutto diuretici);
  • abuso di sostanze alcoliche;
  • etc.

In conclusione, è molto importante sottolineare l’importanze del bere per il mantenimento di una adeguata idratazione cutanea.

C’è, in genere, una errata tendenza a valorizzare gli effetti dei preparati cosmetici per via esterna ed a trascurare l’effetto dell’apporto di acqua per via interna.

Bere a sufficienza contribuisce a prevenire l’invecchiamento cutaneo.

La miglior bibita è naturalmente l’acqua, che conviene bere anche se non si ha particolarmente sete dal mattino fino a sera, anche al di fuori dai pasti, per facilitare il lavoro dei reni e l’eliminazione delle scorie e, contemporaneamente, mantenere una cute liscia ed elastica.

Professoressa Germana Camplone Università La Sapienza – Primario Azienda Ospedaliera Sant’andrea (14 Luglio 2001)

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