Quando la caparbietà supera di gran lunga il buon senso e non ci si arrende per nessuna ragione!
Fino a quando …
La cultura delle contaminazioni. Importante parlarne in questo momento storico, da applicare in ogni contesto, luogo, destinazione.
Provo a fare passare dalla cruna stretta di un ago, un filo più grosso. Niente mi convincerà che è un’operazione difficile e, con molta probabilità, impossibile ma …
La cicatrizzazione. Consapevolizzo che le condizioni non sono state ideali per abbracciare il dolore e andare oltre. Allora decido che è arrivato il momento di urlare a voce alta, senza timore di ferire e di ferirmi. D’altro canto la garbatezza mi accompagna nel mio essere di essere umano.
Le cose più difficili nella strada delle mie passioni appartengono ormai al passato. È ora arrivato il momento di battere i piedi e provare ad ottenere quello che mi appartiene.
Ma nello stesso istante in cui è nella mente, ritraggo il mio pensiero e mi chiedo quanto è veramente importante.
Mai avrei immaginato che questa è l’età più difficile nelle scelte! Se hai raggiunto alcuni degli obiettivi che ti eri prefissato, ho sempre pensato alle cose fondamentali come ormai definite, accompagnate dalla serenità del vivere godendo. E invece no: ancora una volta in campo a giocare una partita importante della tua vita, sia nelle passioni che nei sentimenti. E con molte più paure, perché la maturità dell’età prevede le possibilità di sbagliare con un margine di errore abbastanza basso nella previsione.
Il gioco vale la candela?
Proviamo a mettere nella stessa stanza due culture completamente diverse, due percorsi di studio opposti, due colori diversi, un uomo e una donna e quant’altro possa distinguere chiaramente due poli estremi.
Immagino il silenzio imbarazzante dei precoci tempi, il fruscio delle pagine sfogliate, il nervoso ticchettio delle tastiere. Poi lentamente i primi sguardi catturati di sfuggita che si incontrano per una esigenza naturale: l’essere umano è nato per interagire e condividere, per esternare il suo pensiero e, ancor di più, le sue emozioni.
Cosa ne verrebbe fuori?
Una cultura nuova frammista di colori, pensieri, opinioni che si confrontano e si rispettano, riconoscendo l’uno nell’altra la grandiosità della miscela.
È arrivato il momento di far uscire dalla mente il proprio pensiero senza schemi costrittivi, osservando la realtà del mondo intorno colorato da più tonalità e non più nel solo freddo bianco e nero.
Alla fine ci si dovrà parlare.
Buffa la vita, le relazioni importanti iniziano da uno sguardo, poi una timida parola, ore ed ore a chiacchierare confrontandosi. Ci si cerca, ci si allontana per paura e dopo un silenzio opprimente che riempie l’aria si ritorna sulle parole.
Cammino nel silenzio delle strade accarezzate da una tiepida ed altalenante stagione. Osservo le persone che si muovono velocemente indifferenti all’intorno. Non mi stancherò mai di osservare, la mia natura mi impone poche parole e molta assenza di rumori. Sarà per questo che adoro svegliarmi nel presto del mattino e in punta di piedi raggiungere la solita finestra che separa il mio silenzio dal frastuono. Prima che prenda vita ogni movimento legato al risveglio delle attività del quotidiano, rimango ad osservare angoli di cielo, strade già tracciate, orizzonti definiti.
Una strana inquietudine mi pervade in questo tempo. Sempre presa dal desiderio di conoscere di più, mantenere la sincerità nei miei affetti, quelli a cui mai vorrò rinunciare, ma, nonostante ciò, una smania di voler finire le giornate che finisce per soffocare il piacere del momento.
Una chiacchierata piacevole sull’importanza della contaminazione. Parliamo una lingua comune, anche se diversi i nostri percorsi, i nostri interessi, i nostri colori, i nostri sentimenti, etc etc
Fernanda
Biologa CNR, Counselor. Responsabile “gestione area informativa” Progetto SOS Alzheimer On Line