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L’otto giugno del 1999 nasce la mia secondogenita. In maniera più decisa della prima (parimenti desiderata e coccolata), da subito ha mostrato l’inclinazione a costruire una dimensione molto personale del proprio Mondo che è, poi, anche il nostro. Molto riservata, apparentemente timida, è capace, però di mostrare i muscoli di fronte a situazioni complesse ed ha creato una rete di amicizie “su cui non tramonta mai il sole”. Sbarazzina quanto basta, amante della libertà, riluttante all’acquisizione di regole imposte, tendente all’uso della logica con basso tenore di conflitti interiori.

Capace di divenire un riferimento su Facebook…. Un modo di essere una “Valentina”, insomma. E di ciò, sono molto compiaciuto.

14 Febbraio. San Valentino.

La festività prende il nome dal santo e martire cristiano San Valentino e venne istituita nel 496 da Papa Gelasio I° e sostituì la precedente festa pagana delle Lupercalia. La pratica moderna di celebrazione della festa, centrata sullo scambio di messaggi d’amore e regali fra innamorati, risale probabilmente all’alto medioevo.

Charlie Brown (che è il personaggio principale della striscia a fumetti Peanuts di Charles M. Shultz nata nel 1950 e conclusasi nel 2000) ha molti amici ed è anche innamorato di un personaggio noto come “la ragazzina dai capelli rossi” benché non abbia mai avuto il coraggio di rivolgerle la parola.

Si avvicina il giorno di San Valentino e fervono i preparativi. Nella scuola di Charlie Brown è stata preparata una scatola che fungerà da cassetta delle lettere collettiva per i biglietti d’auguri.

Nel giorno degli innamorati si intrecciano diverse storie: Linus che decide di spendere tutti i suoi risparmi per comprare un’enorme scatola di cioccolatini a forma di cuore alla sua maestra, Miss Othmar, di cui è completamente innamorato; Sally che vede il suo “dolce Tesoro” entrare in pasticceria ed uscire con quella scatola gigante e crede che sia un regalo per lei; Charlie Brown che compra per l’occasione, una cartella nuova, più capiente, dove mettere tutti i biglietti d’auguri che riceverà.

Arriva il 14 febbraio e tutti i bambini sono riuniti attorno alla cassetta delle lettere collettiva. Risultato: Linus insegue inutilmente Miss Othmar che, invece è andata via col suo fidanzato; Sally capisce tutto e si dichiara irreversibilmente arrabbiata con il suo dolce Tesoro; Charlie Brown si rende conto che l’aver portato a scuola quella cartella nuova per metterci dentro i biglietti è stata una delle cose più inutili ed umilianti che abbia fatto in tutta la sua vita.

Come in questo tipo di fumetti, anche nella vita reale, il giorno di San Valentino è possibile che accadano cose spiacevoli (ricordate la strage ordinata da Al Capone il 14 febbraio del 1929?).

Questo andirivieni possibilistico ci ricorda che, in fondo, ognuno di noi, ogni giorno, deve fare i conti con la voglia di continuare ad interessarsi di sé, attraverso l’amore nella vita. Ecco, quindi che, forse, il vero significato, di tale ricorrenza, sia quello di ricordarci di essere persone per bene e amici di noi stessi.

Soprattutto. Aprire e chiudere gli occhi dell’anima e seguire il battito del cuore per capire l’origine delle emozioni e viverle interamente. Forse questo può essere considerato come quel riferimento profondo che si possa dare ai propri pensieri per cercare, dentro di sé, il proprio San Valentino.

Il tempo, a queste condizioni, cessa di scandire momenti che invecchiano, per diventare una sequenza indefinita di granelli che conducono alla saggezza e alla pienezza. Poter “conoscere dentro” la persona che si ama consente di scoprire l’intrinseco significato della parola “Amico”, in tutta la sua più completa interezza.

A volte verrebbe voglia di perdersi in esso ma, siccome essere adulti significa anche sapere che non sempre puoi “scartare di lato e cadere”, è necessario accettare l’idea di continuare a guardare l’orizzonte come punto d’arrivo, oltre il quale c’è, comunque molto altro “che si deve andare”!

Nel tempo, fin dal lontano Medio Evo, le Valentine hanno connotato le missive cariche di amore e buoni sentimenti.

In tempi più recenti, il disegnatore Guido Crepax ha “valentinizzato” la libertà di amare senza freni inibitori ma, al tempo stesso, mantenendo relativamente integra la purezza d’animo. E allora? Non possiamo provare ad incontrare il nostro Valentino, anzitutto, in noi stessi? In fondo, anche il povero Charlie Brown (che rimane, nell’immaginario comune, come la persona cui niente gira per il verso giusto)… nonostante tutto, non si arrende mai!

“Ohi, valentina gambe lunghe per ballare. Oh, Valentina ogni ballo un grande amore cocca, polpa di albicocca che ti dà con tutto il cuore. Oh, Valentina che prima gioca e poi ci muore: è Valentina tutta occhi come il mare, tutta bambina e tutta seni da torturare; ora dice che lavora e che ci ha messo una croce su. No, Valentina non ti riconosco più; corri, corri come un gatto dal tuo letto alla fantasia. Corri come la tua amica matta dalla luna a una nuova bugia. E corri, corri come corre il vento che se la gonna te la strappa una spina… Ahi, Valentina è una rosa o chi lo sa! Vai Valentina ma che differenza fa? e allora corri, corri come un ladro che ha rubato un libro di poesie. Corri, corri che ti manca un metro per salvare le tue unghie e le mie e allora… corri, corri, corri… che, se la pelle te la strappa una spina… Ahi, Valentina, pensa che era naturale, era un ti amo, una carezza venuta male. L’altra mattina l’ho trovata in un caffè lacrime calde su tre fette di saint-honoré. Vedi, vedi che sorridi… che non si impara a far l’amore no, Valentina, con la tessera del dolore. E allora, corri come una gazzella che non vuol finire in mezzo ai trofei. Corri, corri che ti basta un nulla per salvare i tuoi segreti e i miei. E allora corri, corri come il vento che, se la gonna te la strappa una spina… ahi, Valentina è una rosa o chi lo sa. Vai, Valentina ma che differenza fa? E allora corri, corri come un sogno fuori strada e fuori sintonia. Corri, corri come corre il tempo che ti dà un minuto e, dopo, va via. E corri, corri come corre il lampo che, se la pelle te la strappa una spina… ahi, Valentina pensa che era naturale, era un ti amo una carezza venuta male corri, corri come corre il lampo che se la pelle te la strappa una spina ahi, Valentina non è il dramma che pensi tu era un ti amo e dopo non ti amo più” (Ornella Vanoni)

Valentina, per forza di cose, è un nome particolare. Sottende fascino, rifiuto degli schemi imposti, voglia di spazi, ricerca del bello…

Insomma, quello che riconosco alla mia secondogenita che, insieme a Mariarita, amo in maniera tale che, pur essendo bravo con le parole, trovo difficile descrivere.

Posso solo dire che, quando la stringo fra le braccia, il tempo assume contorni relativi e, lo spazio che mi separa dal momento della sua nascita, si annulla, dandomi il privilegio di riassaporare (con maggiore maturità), momenti indimenticabili.

Dedicato a tutte le Valentine (e a chi si sente tale)…