Provo a staccare la spina con il mondo, come quando isolo ogni possibile contatto e mi ritraggo all’interno di una realtà solo mia, che spesso crea un limite invalicabile e per nulla comprensibile.
Dopo ore trascorse a cercare una sistemazione che possa restituirmi la serenità per potermi ricaricare, concludo che quest’oggi non è possibile condividere con le parole. E allora parto, accompagnata dalle ali della mia immaginazione, mi sollevo al di sopra delle parti e provo ad osservare quello che avviene.
Lo strumento. Strategia disegnata per raggiungere i percorsi più difficili ma…, ad un caro prezzo. Senza nemmeno accorgermene vengo proiettata in una dimensione difficilmente vivibile e dalla quale riesco a districarmi a fatica. Cerco le analogie, le pongo sulla stessa linea di pensiero e penso a cosa o a chi possano servire. Ciò che torna indietro non si può definire fra le più nobili sensazioni che rivestono l’essere umano, ma esercitando tutta la tolleranza e comprensione dei comportamenti di cui sono capace, penso che, in fondo, ognuno di noi si trova all’interno di un cerchio costruito inconsapevolmente a difesa. Solo quello, niente più. Ciò che può accadere è che nel tentativo di confrontarsi col mondo esterno ci sentiamo minacciati nella nostra parte più intima, avvertiamo la pericolosità, il sopraggiungere della sollecitazione e finiamo per comportarci nel modo più prevedibile per la categoria cui apparteniamo: aggrediamo, per impedire l’inevitabile confronto.
Spesso mi sorprendo quando, persa all’interno di un ragionamento che assume i contorni sfilacciati e pieni di mille contorte ramificazioni, trovo improvvisamente la via d’uscita seguendo la strada più semplice, lineare, spontanea.
Ognuno di noi reagisce alle stimolazioni del mondo esterno, anche se con modalità diverse, cercando di arrivare allo stesso punto. E quindi caricandomi di promesse e buoni proponimenti provo a sistemarmi in bilico fra il voler scappare via, come solo mi riesce con le gambe, e protesa a braccia tese a voler spiccare il volo. Ma, non sempre siamo responsabili interamente di quello che vorremmo accadesse e può essere che le cose si complichino leggermente quando ci si scontra con le paure dell’essere umano nel senso più ampio. Che, sia ben chiaro, colpiscono tutti senza guardare in faccia nessuno!
E allora mi viene una riflessione: può accadere che quando si prova a librarsi in volo sopraggiunge qualcuno o qualcosa pronto a tirarti con tutta la sua forza verso terra e tu rimani un po’ deluso, perché avevi pensato che potesse essere arrivato il momento di spogliarsi di qualsiasi cosa potesse trattenerti, impedirti di planare alto sopra il mare increspato dei timori. E invece…
Una strana malinconia mi investe. Come se avessi lavorato a lungo sfruttando ogni terminazione, veramente nella convinzione di essere sulla giusta via della conoscenza e invece ritrovarmi un po’ poco nelle mani. La sensazione di voler abbandonare e lasciar perdere oppure, ancora peggio, la sensazione di sentirsi abbandonati e persi.
La paura di soffrire. Non ho ancora ben capito se appartiene e blocca, oppure serve a costruire una corazza per andare meglio avanti senza avere grossi perturbamenti e scossoni. Però, così è come vivere in totale assenza di spontaneità e questo è fuori dalle leggi di Natura. Mi intenerisco fin dall’inizio quando incontro chi, abituato a sopravvivere, per rimanere a galla ha imparato ad essere più furbo, ma discreto e riservato dei suoi mancati affetti. Chi per riempire i vuoti che popolano la sua anima sviluppa l’arte del “raggiro”. Mi cattura chi è forte delle proprie debolezze e senza alcun timore nel mostrare il proprio affetto. E anche se ad oggi sembra d’altri tempi, per me è ancora così: vicino, aspettando e ascoltando, lasciandosi dolcemente “ingabbiare”, ma con fiducia e rispetto per quello che è riuscito a vedere nella delicatezza, mettendo, a volte, da parte un po’ la propria dignità. Senza pentimenti, forse un po’ d’amarezza per quello che avrebbe potuto essere e invece…è andato per sempre. Non si può non manifestare il proprio sentimento quando si ama con tutta l’anima!
Non so quanto sia giusto l’inconsapevole tentativo di protezione, comprendo però che, in parte, possa nascere da un’esigenza legata all’affetto. È importante che il tutto esca fuori “nonostante”, ma senza dimenticare le forti vibrazioni.
Questo insolito mattino presto, ho rincontrato la spontaneità e la leggerezza, fresca della genuinità. Tutti intorno a raccontarsi ancora una volta per il piacere di stupirsi, godendo della frescura dei rami di un piccolo albero che li ha accompagnati, come una promessa, per tutto il rigore dell’inverno. Sorridendo, ho frenato i miei pensieri e…ho respirato.
Fernanda – 21 giugno 2009
Ancora una volta “sento” The Koln concert, Keith Jarrett.
Biologa CNR, Counselor. Responsabile “gestione area informativa” Progetto SOS Alzheimer On Line