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Quante parole ci sono nel silenzio! Oggi sento che vanno e vengono.

Un’assordante lama di coltello insiste su di una superficie dura, producendo un suono che si infiltra nella testa, penetra nella parte più profonda del cervello e logora. Logora i pensieri, si sostituisce a quelli più belli, che danno la serenità e lascia il posto solo alla martellante angoscia del momento.

La smania.

L’attesa.

La pazienza.

Non esiste un ordine. Sono collegate, ognuna non può fare a meno dell’altra.

La smania insiste nell’istante in cui invece è richiesta la pazienza, la tranquillità. Quando le mani si muovono incessantemente alla ricerca. Quando a tutti i costi devi risolvere senza voler aspettare. Sopraggiunge la resistenza. Ti opponi con tutta te stessa e ad ogni tentativo una parte di energia che ti appartiene viene risucchiata via, inglobata ed incastrata. Non è facile riacquistarla. Non per tutti.

Ma l’essere umano è progettato in modo che l’istinto di sopravvivenza scuote, spinge a trovare naturalmente la strada dell’attesa. La si incontra quando l’agitazione ha raggiunto ormai il livello soglia e la confusione dentro bolle fino quasi a scoppiare.

La pazienza si apprende nel tempo e paradossalmente quando ne hai sempre meno a disposizione. Si imparano a gustare le occasioni della vita e gli eventi assumono un sapore diverso, particolare come quando si apprezza un piatto nuovo, con la curiosità della scoperta e l’entusiasmo della novità.

Le parole nel silenzio nascono dai desideri che non trovano la forma per esprimersi. rimangono socchiuse nella gola, spesso si fermano nel petto. Partono dal cuore e quasi sempre da un sentimento profondo e di delicatezza. E non vogliono nulla in cambio.

Il piacere che si prova ad ascoltare il silenzio!

Rimango in attesa, immobile, con lo sguardo dolcemente posato su una piccola nuvola, un soffice puntino bianco sospeso in un cielo azzurro. Osservo e mi lascio comprendere, la porta aperta all’emozione, la voce flebilee un po’ esitante quando un’improvvisa vampata di calore si estende sul mio viso.

Quello che chiedo e desidero più dalla vita è la possibilità di vivere nulla di scontato, niente di programmato e prestabilito.

La sorpresa.

Dondolarsi fra i pensieri senza dover cercare a tutti i costi una soluzione, una interpretazione ad un sentimento che viene alla luce così senza chiedere. Irrompe nell’istante in cui hai raggiunto una parvenza di equilibrio, un po’ di resistenza fino a quando decidi che è arrivato il momento di lasciarlo defluire, attraversare il tuo corpo e la tua mente senza opporre ostacoli e vivere. In fondo ci sono delle cose che non si possono fermare, gli incastri della vita…, rari e da cogliere, forse uno su un milione.

In silenzio, rimango ad ascoltare il silenzio. Tanti i suoni che fanno da sottofondo, le parole fluiscono lentamente e con dolcezza. Mi guardo intorno, cerco e trovo il bello nei colori vivi della natura, nell’aria frizzante del tardo pomeriggio di primavera, quando diventa quasi una scommessa raggiungere in tempo. Il tempo e non averne mai abbastanza.

Un sospiro non curato, lanciato come un soffio, è sfuggito ma non al cuore. E’ rimasto sospeso nella stanza, ad aspettare una domanda o forse solo di essere compreso, seguito da un sorriso compiaciuto e dal silenzio. Sono troppe le parole in questo istante.

Il silenzio, l’attesa, la sorpresa, il tempo, la pazienza, la smania. Tante le parole in questo scritto. Alla fine ogni volta mi viene immediatamente da pensare al successivo. È una corsa per tenere vive le emozioni e gli stati d’animo, o meglio per esprimerli per avere la certezza, la sicurezza di trasmetterli. Forse nel silenzio…

Fernanda (25 Aprile 2007)

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