“Ogni Essere Umano è utile nessuno è indispensabile!”
Ripete il vecchio ritornello che tutti conosciamo ma che pochi e solo qualche volta se ne ricordano…
Un episodio di vita vissuta ( due E.U. diversi)
Una volta c’era uno studioso, di quelli con la barba lunga, i capelli incanutiti e gli occhiali rotondi sul naso che dimostravano le lunghe ore di tanti giorni trascorsi sui libri pesanti e ponderosi.Un giorno di un tranquillo mese di ottobre decise di prendere una barca a nolo che, spinta dal barcaiolo, procedeva sulle acque limacciose di un fiume.Il professore, che tale era, si beava dei flutti leggeri delle acque che lambiva con i polpastrelli delle dita. Pensava ed osservava le sponde di quel fiume rigogliose di verde, in quella giornata che la natura variabile offriva a ristoro dello sguardo.
Ad un tratto tra l’ironico ed il faceto, rivolgendosi al barcaiolo disse: ” hai mai letto di filosofia?”, “No, professore” rispose il barcaiolo impacciato. “Eh, figliolo, ti sei perso un quarto della tua vita!”.Di lì a poco, e la barca veniva spinta sempre dal barcaiolo: “Ma tu conosci la botanica?” ” No, signor professo’ “. “Scommetto che non sai nemmeno di matematica e di storia!” ed al diniego un po’ seccato del barcaiolo che sentiva crescere, evidenziandosi, tutta intera la sua ignoranza, il professore con fare bonario rimarcò: “Figliolo ti sei perso un altro quarto della tua vita”.La barca andava, il barcaiolo remava, il professore osservava e la natura tutta intorno sembrava che avesse udito il breve dialogo tra questi due esseri umani così diversi.Ad un tratto – sui fiumi pare che sia frequente – il tempò mutò, il cielo si annuvolò e le acque cominciarono ad agitarsi, sempre più forte; al fine la barca si agitò tanto che si capovolse.Il barcaiolo allora, mentre nuotando accorreva dallo studioso che invocava aiuto, disse: ” Professo’ sapete nuotare?” “No” fu la risposta avvilita dell’illustre studioso.”Se non c’ero io – concluse il barcaiolo trionfante dopo aver rimesso il professore sulla barca, al sicuro – la vostra vita l’avreste perduta tutta” ed il professore annuì pentito, asciugandosi l’acqua di cui era zeppo.
– Giovanni Russo –
Commento e Riflessioni
Saper osservare i propri limiti e quelli degli altri: è questo il parametro di riferimento per cogliere – appieno – la verità del messaggio che il prof ci ripropone.
Riflettere sul passato ed evitare gli incensamenti di tutti quegli esseri umani che credevamo insuperabili, conduce, secondo me, al “passo successivo”, nel quale leggere diversamente la utilità e l’indispensabilità:
ognuno di noi per se stesso è indispensabile mentre gli altri sono, possono essere, utili.
Ma ricordiamoci, anche, che ognuno di noi è “Un Altro”.
Francesco Chiaia – 21 SETTEMBRE 2003