E’ arrivata. E pur scalciando non ci si sottrae al suo incontro. In genere è un appuntamento sudato, fatto di respiro che si accorcia e di sguardi furtivi alla ricerca di ombre.
Un appuntamento di ricordi che da un bianco e nero ormai sepolto si innervano sullo scia dell’iride. Ricordi che nella calura incantano sfuggendo e riemergendo, amari e teneri ma sempre profumati.
Attimi pensosi che allentano il presente e si rifugiano nel già datato, nel già dato.
Si può odiare l’estate, per le illusioni tradite, i progetti affondati nel mare che riscalda col suo impeto naturale. Per gli abbracci felici ormai allentati e per i baci caldi infine a labbra chiuse.
E’ il tempo dei poeti malinconici, seduti di sghembo sui sentieri bruciati ad oriente. Ed è la caccia delle ombre, oasi ossigenate per gli affanni feriali.
Durerà e col suo assedio trapasserà anche i corpi grondanti, violentando equilibri che reclamano dignità.
Forse si commuoverà, regalando estasi di momenti irripetibili, magie incandescenti per cuori assetati di festa e d’amore. Ma alla fine evaporerà il reale e le piazze e le vie e gli incontri.
E con furore, odiosa, brucerà ogni memoria.
E’ arrivata. E pur scalciando non ci si sottrae al suo incontro. In genere è un appuntamento sudato, fatto di respiro che si accorcia e di sguardi furtivi alla ricerca di ombre.
Un appuntamento di ricordi che da un bianco e nero ormai sepolto si innervano sullo scia dell’iride. Ricordi che nella calura incantano sfuggendo e riemergendo, amari e teneri ma sempre profumati.
Attimi pensosi che allentano il presente e si rifugiano nel già datato, nel già dato.
Si può odiare l’estate, per le illusioni tradite, i progetti affondati nel mare che riscalda col suo impeto naturale. Per gli abbracci felici ormai allentati e per i baci caldi infine a labbra chiuse.
E’ il tempo dei poeti malinconici, seduti di sghembo sui sentieri bruciati ad oriente. Ed è la caccia delle ombre, oasi ossigenate per gli affanni feriali.
Durerà e col suo assedio trapasserà anche i corpi grondanti, violentando equilibri che reclamano dignità.
Forse si commuoverà, regalando estasi di momenti irripetibili, magie incandescenti per cuori assetati di festa e d’amore. Ma alla fine evaporerà il reale e le piazze e le vie e gli incontri.
E con furore, odiosa, brucerà ogni memoria.
E’ arrivata. E pur scalciando non ci si sottrae al suo incontro. In genere è un appuntamento sudato, fatto di respiro che si accorcia e di sguardi furtivi alla ricerca di ombre.
Un appuntamento di ricordi che da un bianco e nero ormai sepolto si innervano sullo scia dell’iride. Ricordi che nella calura incantano sfuggendo e riemergendo, amari e teneri ma sempre profumati.
Attimi pensosi che allentano il presente e si rifugiano nel già datato, nel già dato.
Si può odiare l’estate, per le illusioni tradite, i progetti affondati nel mare che riscalda col suo impeto naturale. Per gli abbracci felici ormai allentati e per i baci caldi infine a labbra chiuse.
E’ il tempo dei poeti malinconici, seduti di sghembo sui sentieri bruciati ad oriente. Ed è la caccia delle ombre, oasi ossigenate per gli affanni feriali.
Durerà e col suo assedio trapasserà anche i corpi grondanti, violentando equilibri che reclamano dignità.
Forse si commuoverà, regalando estasi di momenti irripetibili, magie incandescenti per cuori assetati di festa e d’amore. Ma alla fine evaporerà il reale e le piazze e le vie e gli incontri.
E con furore, odiosa, brucerà ogni memoria.
di Alessandro Citro
