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Rc auto: in un anno aumenti record; contratti: penale per il recesso anticipato, pratica scorretta e diffusa; inflazione: crisi non ancora superata.


Aumenti record per le polizze Rc auto che hanno colpito tutte le categorie di automobilisti italiani. Le associazioni hanno effettuato un’indagine sull’andamento dei premi medi delle polizze Rc auto, da settembre 2009 a settembre 2010, in 4 citta’ (Milano, Roma, Napoli e Palermo) per quattro tipologie di utilizzatori, dal 18enne al 40enne. I piu’ colpiti dagli aumenti sono i diciottenni neoassicurati, indipendentemente dalla citta’ in cui risiedono, e in generale gli automobilisti del sud Italia. Napoli risulta la prima in classifica per gli aumenti delle Rc auto, per tutte le categorie. Per i neopatentati i premi Rc auto sono aumentati del 16,64% a Milano, del 18,45% a Roma, del 26% a Napoli e del 24% a Palermo: un incremento davvero enorme, visto che l’anno precedente la variazione era stata del 7-8% per tutte e quattro le citta’ prese in esame. “Indubbiamente si tratta di rincari ben superiori al tasso d’inflazione, che nel periodo agosto 2009-agosto 2010 e’ stato pari all’1,53%” sottolineano le associazioni, spiegando che “l’aumento dei massimali minimi di legge, entrato in vigore a dicembre 2009, non puo’ essere una spiegazione plausibile per aumenti di questa entita’. Calcoli fatti a settembre dello scorso anno indicavano infatti una differenza percentuale tra i premi calcolati col massimale vecchio e nuovo intorno al 3,5 – 4%”.

 

Nonostante il decreto Bersani nel 2007 abbia abolito la penale per il recesso anticipato, sono ancora tante le compagnie telefoniche che continuano a chiedere ai consumatori di pagare una penale. La denuncia arriva dalle associazioni dei consumatori che ricevono tante segnalazioni da parte dei cittadini. “Purtroppo ci troviamo di fronte a un problema diffuso – dicono le associazioni – che denota da parte dei gestori telefonici un comportamento contrattuale scorretto che lede i diritti degli utenti e viola i principi sanciti nella stessa legge. Sembra, infatti, essere del tutto ignorata da parte delle societa’ che operano nel settore delle telecomunicazioni, la norma con la quale e’ stata abolita la penale per recesso anticipato”. Tra i casi affrontati dal coordinamento, ve ne sono alcuni, al limite del paradosso. “Sebbene secondo la normativa di settore, infatti, nelle ipotesi di recesso anticipato l’utente non e’ tenuto a versare alcuna penale, comunque denominata, poiche’ gli unici importi per i quali e’ ammessa la richiesta di pagamento sono quelli giustificati da i cosiddetti ‘costi di gestione dell’operatore’, ossia le spese per le quali e’ dimostrabile un pertinente e correlato costo sopportato dal gestore per procedere alla disattivazione o al trasferimento dell’utenza, molti consumatori hanno segnalato la richiesta di pagamento di entrambe le voci: la penale e i costi di gestione. Una duplicazione, quindi, illegittima e pretestuosa di richieste di pagamento” continuano le associazioni, che ricordano che i consumatori possono risolvere le controversie concernenti gli addebiti illegittimi di somme a titolo di penale per estinzione anticipata attraverso la procedura di conciliazione evitando i tempi lunghi della giustizia dinnanzi ai Tribunali e Giudici di Pace. Le associazioni hanno inoltrato segnalazioni alla Autorita’ Garante delle Comunicazioni per avviare dei procedimenti nei confronti dei gestori telefonici che violano la normativa di settore assumendo comportamenti lesivi dei diritti dei consumatori.

 

“Il tasso di inflazione all’1,6% e’ un dato che continuiamo a considerare gravissimo e inverosimile. Il superamento della crisi, infatti, secondo quanto confermano i principali indicatori economici, e’ ancora lontano”. A sostenerlo in una nota congiunta sono le associazioni dei consumatori. I consumi, rilevano le associazioni, “continuano a diminuire, registrando una preoccupante caduta addirittura nel settore alimentare; l’onda lunga di cassa integrazione e disoccupazione e’ inarrestabile; il potere di acquisto delle famiglie, anche alla luce di tali andamenti, si riduce di giorno in giorno, registrando, secondo i dati dell’Osservatorio nazionale, dal 2007 ad oggi, un crollo del -9,6%”. Di fronte a questi dati, il tasso di inflazione all’1,6%, sottolineano, “non solo desta forte preoccupazione, ma continua a destare dubbi circa la presenza di speculazioni. Purtroppo c’e’ da aggiungere che tale dato, a nostro parere, e’ ancora sottostimato. Per effetto degli aumenti di prezzi e tariffe, nel 2010, infatti, la stangata per le famiglie sara’ di ben 1.118 euro annui”.

Maria Cipparrone

ha collaborato Angelo Mazzuca.


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