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Il costo delle vaccinazioni per i viaggiatori; problemi con i viaggi del ventaglio; l’accesso alle spiagge; calo di turisti a Roma.


 

Il ciclo delle vaccinazioni necessarie per un viaggiatore che voglia recarsi nei paesi tropicali e subtropicali non e’ alla portata di tutti: in media, per la profilassi vaccinale e antimalarica, si finiscono per spendere circa 400 euro. E’ quanto denunciano le associazioni dei consumatori che sottolineano che in Italia vaccinazioni e farmaci antimalarici hanno costi proibitivi rispetto ad altri paesi europei. “Una confezione di Malarone contiene 12 compresse da assumere una volta al giorno e costa 52 euro, ma basta navigare su internet per scoprire che in Francia lo stesso farmaco costa 29 euro, ovvero il 44,23 per cento in meno rispetto all’Italia. Concludendo, un viaggiatore deve spendere prima della partenza una media di 408 euro”.

 

 

Ad un anno di distanza dal crack di Todomondo e Myair, che hanno lasciato a piedi migliaia di turisti nel periodo caldo delle vacanze, la storia si ripete con i Viaggi del Ventaglio, compagnia ufficialmente fallita nei giorni scorsi. Lo rendono noto le associazioni dei consumatori che forniscono una serie di consigli: chi ha acquistato un pacchetto viaggio deve inviare, tramite una raccomandata a./r. a Viaggi del Ventaglio, una lettera di diffida affinche’, ai sensi dell’art. 92 del Codice del consumo, venga restituita interamente la somma versata per il pacchetto. Se, invece, si tratta di turisti rimasti bloccati all’estero, si consiglia, se possibile, di fare la contestazione direttamente sul posto e di raccogliere tutta la documentazione che testimoni l’inadempimento del tour operator. Una volta ritornati, inoltre, andra’ inviata una raccomandata a./r. al tour operator inadempiente, entro 10 giorni lavorativi, per tutelare i propri diritti ed eventualmente rientrare nelle procedure per l’accesso al Fondo di garanzia nazionale. Non appena sara’ pubblicata la sentenza di fallimento da parte del Tribunale, le associazioni assisteranno i cittadini nel presentare domanda di insinuazione allo stato passivo e, contestualmente, per accedere al Fondo di garanzia nazionale ai sensi del Codice del consumo.

 

 

 

“L’accesso alla spiaggia e’ libero e gratuito. E’ fatto obbligo agli stabilimenti di consentire il transito alla battigia. L’impedimento o la richiesta di un pagamento rappresentano una violazione della legge e vanno denunciati alle Autorita”‘. E’ quanto ricordano le associazioni a tutela dei bagnanti che a ogni estate si ritrovano davanti lo stesso problema: stabilimenti balneari che non garantiscono l’accesso libero alla spiaggia. Da qui la proposta dell’associazione: denunciarli. Per questo si è chiesto agli enti locali delle aree balneari di controllare e reprimere comportamenti illeciti e inviare i vigili urbani. .

 

 

 

Un calo di turisti nella Capitale stimato fra il 5 e il 7%, un mancato incasso di circa 3 milioni di euro per i bed&breakfast, e una ulteriore riduzione delle visite ai musei. Queste le ragioni per le quali l’Adoc si schiera contro la tassa di soggiorno. Per l’associazione, infatti la tassa danneggerebbe pesantemente il turismo sia alberghiero che museale nella Capitale. “La tassa di soggiorno e’ obsoleta e iniqua, in grado di danneggiare pesantemente il turismo della Capitale. Il settore, nonostante sia cruciale per l’economia romana e nazionale, e’ gia’ in difficolta’ a causa della crisi, piu’ che aggiungere tasse di soggiorno si sarebbe dovuto introdurre incentivi e agevolazioni per i turisti in visita nella Capitale e rilanciare il movimento. Dall’inizio della crisi le strutture alberghiere romane hanno perso in media il 25% di presenze, con punte del 40% e per quest’anno la situazione e’ altrettanto grave. Prevediamo infatti un calo del 10% delle presenze di turisti a Roma rispetto al 2009, il ‘contributo di soggiorno’ potrebbe contribuire a un ulteriore calo tra il 5 e il 7%”. Per quanto riguarda i musei, “aggiungere una tassa li renderebbe meno convenienti, aumentando di conseguenza la crisi del settore. Difatti, nonostante i prezzi bassi e gli orari d’apertura estesi i musei romani segnano un trend negativo di presenze, in calo medio del 5% rispetto allo scorso anno, solo i Musei Vaticani hanno visto una crescita, pari a circa il 3%, con oltre 4 milioni di visitatori l’anno”.

 

Maria Cipparrone.


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