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Un po’ nascosta. Fra le altre.


 

Pensieri degli anni difficili


 

Nascosta. Fra almeno un centinaio sporge di lato senza troppo volersi mostrare. Ha voglia di essere scovata per poi essere ammirata, ma fra il verde delle foglie.

Il colore non è ben definito: un arancio tenue frammisto al bianco perlato, delicato come lo può solo essere uno naturale. Non è la più grande, ancora non sbocciata, forse la sua bellezza sta tutta là, nell’attesa.

Mi sollevo, allungando le braccia provando un brivido di freddo. Mi aspetto di toccarla, sfiorarla con le dita a provare una sensazione come di seta naturale, liscia ma non troppo a scivolare.

Ma quale strada starò prendendo? Forse una di non ritorno, che potrebbe chiudere un capitolo importante e che ha fatto gran parte della mia vissuta vita.

Il piacere che si prova a trasferire ogni cosa, ogni pensiero sulla carta. Sempre meno sono attratta dalla rigidità delle parole dette e sempre più corro verso la fluidità della penna che scorre su di un foglio.

La più bella può essere schizzata, non pura nel colore, tinteggiata di puntini delicati e profumata.

Rimango sorpresa quando il mio pensiero esce fuori, così naturale incontrando il piacere di imparare.

Non arriva dritta ma un po’ di lato, con una dolcezza tale che quasi provi un po’ di imbarazzo a sostenerne lo sguardo. Sorride, come a voler comunicare la sua sorpresa, il piacere di avere incontrato.

Sullo sfondo di un cielo terso che ormai volge al tramonto allungo il mio sguardo, oltre le montagne; sembrano disegnate e messe apposta là dalla mano di qualcuno. Cerco di incamerare ogni angolo mi appare. Da qualsiasi parte mi giro sono investita da una pioggia di verde, che accoglie una cascata di petali dal profumo inimmaginabile.

Filtro. Riesco bene a separare la contaminazione della presenza che infastidisce dal contesto del luogo. E per questo mi appare magico. È una fortuna questa, una gran fortuna.

Un po’ piegata a tornare indietro.

La più bella è quella che cerca di nascondersi, cresce insieme alle altre e vive con loro, ma trova una nicchia tutta sua dove può esprimere al massimo la delicatezza di cui è capace. Per lei non è importante spiccare fra le altre a mostrare tutta la grazia che la disegna, al contrario vivere di respiro insieme alle altre, alle quali si trova accostata con discrezione, senza prevaricare. Pur ben sapendo che è la più bella.

Mi sveglio di soprassalto. Ho vissuto qualche ora in compagnia dell’incubo più angosciante, che proprio non vuole abbandonarmi. Questa volta più forte. Ho sentito quasi sulla pelle la sensazione di bagnato che rende il sogno realtà, come se le paure più nascoste si fossero materializzate a lasciarsi toccare. Impiego qualche minuto a sfogliare le pieghe dei miei pensieri, un giro veloce a spalancare tutte le finestre della mia vita a lasciare libera l’aria fresca del mattino e, catturata dall’azzurro del cielo che fa di tutto per entrare, ritrovo la mia espressione di tranquillità. Era solo un sogno, rivestito dai sensi di colpa che non riesco a placare, pur trovandone una logica spiegazione.

La mente vola come quando sono al massimo della forma fisica e si posa dolcemente su quel cespuglio sospeso nell’aria a rompere ogni schema rigido e prestabilito.

Mi piace tantissimo l’idea di partire senza avere alcuna meta, lasciando il tutto al caso. Provare l’ebbrezza di un volo un po’ diverso dal solito, a sorvolare dall’alto la bellezza di ogni cosa non possa essere colta dalla terra. Ogni angolo che sfugge. Accompagnati dal dondolio dell’aria che spinge senza alcuna fretta, raggiungere magari un posto mai sognato prima, dove le voci che contrastano diventano solo una lontana idea, dove la presenza che obbliga assume i contorni sfuocati che impediscono di vedere. Da lì, la più bella lo diventa ancora più. La si può osservare da una migliore e diversa prospettiva. Chissà se mai ne avrò l’occasione!

Mi confondo sempre più, mi sento trascinata in un vortice di pensieri che diventano domande e pretendono risposte. Metto tutta l’anima nel progetto nato da un intenso desiderio e aspetto.

Ho finito le parole questa sera.

Camminando un po’ a fatica ritorniamo. La luce del tramonto piano piano si deposita sulle cose naturali esaltandone la bellezza, quasi a volertele indicare. Non si possono non notare. Come spesso accade, mi allontano con la mente per meglio entrare nell’ambiente e poterlo respirare fino in fondo. Mi faccio guidare dal profumo che arriva dritto e senza confusione.

Eccola, la rivedo da lontano sempre lì. Un po’ nascosta, fra le altre.

Questa la voglio dedicare al roseto di Mario, che è veramente bello!

Fernanda