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Il titolo appartiene ad un epistola di San Girolamo e sta a significare il dovere morale di mantenere le promesse: ed i recenti avvenimenti politici ce ne danno piena dimostrazione. Come ci ammonisce la storia, le alleanze politiche non sono mai durate a lungo, concludendosi, sempre, in tragiche risoluzioni; basti por mente al 1° triumvirato dell’epoca classica romana (quello stipulato tra Cesare, Pompeo e Crasso) che si concluse con l’orrenda morte di Crasso nella lontana Siria e lo scontro finale tra Cesare e Pompeo, che vide soccombere il secondo nella battaglia di Farsalo, oltre che trovare indegna morte per mano del re egiziano Tolomeo, presso il quale pensava di rifugiarsi. E così avvenne per il 2° triumvirato ( Ottaviano, Antonio e Lepido ); insomma, non viene alla mente un patto diarchico o una triplice alleanza che si sia conclusa con una calorosa stretta di mano tra i contraenti; si considerino le alleanze durante le 2 guerre mondiali. Con questa introduzione è possibile prevedere la quasi certa fine dell’attuale triumvirato stipulato, lo scorso anno, tra Berlusconi, Fini e Bossi: resta solo da individuare chi, fra i tre, farà fuori gli altri due. Ma proviamo a fare un po’ di fantapolitica . All’indomani della vittoria delle destre alle elezioni politiche, Fini scelse la poltrona di… PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.

…presidente della Camera, Bossi piazzò i suoi uomini in alcuni ministeri chiave e Berlusconi fu acclamato, legittimamente, “Praemier “. Ognuno dei tre, in cuor suo, pensava di ridimensionare gli altri due: e così avvenne. Bossi, quotidianamente insistendo sul federalismo; Fini, forte del proprio prestigio istituzionale, ponendosi come unico interprete della Costituzione (dilazionando, in tal modo, le insistenti voglie di Bossi e frenando il personalismo politico di Berlusconi) e Berlusconi, convinto di avere sciolto A.N. nel PdL, al fine di ridimensionare il potenziale elettorale di Bossi e di Fini. Ed ora lavoriamo di fantasia: lo scontro verbale tra Berlusconi e Fini di Giovedì 22 aprile è sembrato, a chi scrive, una farsa preparata per inasprire Bossi, esasperatosi al punto di minacciare l’unità della coalizione e pretendere, come in effetti, il ricorso anticipato alle urne. In tal modo, quanti deputati leghisti ( specie quelli di prima nomina) accetterebbero una nuova e costosa campagna elettorale, col rischio di perderla, con l’aggiunta di vedere sfumare la pensioncina di deputato? E se costretti, chi resisterebbe alla lusinghe, economicamente cospicue, del “Cavaliere”? Ben pochi ! Perchè passerebbero il rinsecchito Rubicone della loro coscienza con poche armi e molti bagagli nel PdL. Comunque, l’on. Bossi ( chiedo scusa se non lo gratifico del titolo di ” signore”) ha il senso pratico della visione politica della sua razza, ne percepisce le intime aspirazioni, ne sollecita le utopie e la irretisce con l’ampolla dell’acqua del Po: mi ricordano tanto le aspirazioni imperiali dell’Italietta mussoliniana. Io sono certo che l’on. Bossi abbia poca dimestichezza con la Storia!!! Certamente non ha mai letto delle carneficine di poveri giovani soldati, sacrificati dall’invasato generale Cadorna nelle sei campagne sull’Isonzo, durante la 1° guerra mondiale!!! Come pure sconosce le migliaia di calabresi, siciliani, pugliesi, campani, che inzupparono, con il loro sangue, le petraie del Carso, le rive erbose del Piave, la ” brumale ” Caporetto!! D’altra parte, dobbiamo giustificare le farneticanti sortite dell’on. Bossi, dal momento che per ben due volte, ed appena agli esordi, ebbe a rinunciare agli studi universitari, caratteristica che ha afflitto il rampollo, bocciato più volte agli esami di diploma di 2° grado, ma, che oggi gode, anche lui, del titolo di onorevole, eletto nella regione Lombardia; a proposito, mi domando se avrebbe conseguito questo successo elettorale nel caso in cui si fosse chiamato ” ENZO ESPOSITO “. Ciò che mi consola è la guida illuminata del nostro Presidente della Repubblica. A Lui, sì, che spetta il titolo di Signore: Signore di Democrazia; Signore dagli alti valori umani, culturali e politici; Severo custode della Costituzione, capace di fare impercettibili ” spallucce ” alle invettive dipietriste, grilliane e leghiste, orgoglioso dell’ovazione da stadio che ha ricevuto alla Scala di Milano nel 65° anniversario della Liberazione, tracciando un commovente parallelo eroico e storico tra Risorgimento e Resistenza, le cui battaglie hanno reso possibile quell’unità d’Italia sognata ed auspicata dal Vate Dante, all’italianissimo Manzoni. Meditate leghisti, meditate !!!!

25 aprile 2010

Giuseppe Chiaia – preside.-