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Per partire da noi.


COUNSELING

Bisogna partire da noi, andare a fondo e cercare di capire cos’è che ha turbato la nostra anima e perché abbiamo paura di confrontarci con gli altri, cos’è che non ci permette di metterci in gioco, di dire liberamente ciò che pensiamo, perché sentiamo forte dentro di noi un vuoto che è così profondo da risucchiarci e renderci schiavi e privi di stimoli, con poca voglia di vivere.

Non c’è migliore terapeuta di noi stessi, solo noi possiamo curare la nostra anima, avere consapevolezza delle nostre sofferenze, quelle che per tanti anni ci hanno chiuso in tanti comportamenti stagni, ci hanno spinto a compiere azioni di cui non andiamo fieri, che per tanto tempo ci hanno fatto sentire anche poca voglia di vivere; chi più di noi può far riemergere dal profondo in cui le abbiamo poste le nostre sofferenze, i fantasmi dell’anima si devono conoscere anche se fanno tanta paura per poi affrontarli, comprenderli e accettarli e ritornare così a vivere nel pieno delle nostre capacità.

Fare i conti con i nostri dolori, farli emergere sono passi importanti per migliorarci.

Il primo e più importante passo è quello di dire a noi stessi che tutto quello che abbiamo fatto sino ad oggi è stato voluto, che non abbiamo colpe e che non serve a nulla tormentarci con inutili rimorsi. Ogni cosa è una conseguenza di un’altra e ad ogni azione corrisponde sempre una reazione. Quindi fare pace con noi stessi è fondamentale, perché con amorevole compassione ci rispettiamo.

Ti sei mai chiesto qual è la forza più grande? L’amore, si !!! Proprio così: la nostra fonte di energia è l’amore, la possiamo paragonare al sole che riscalda la terra e che insieme all’acqua la rende fertile alla semina.

L’amore è così potente che riesce, quanto meno te lo aspetti, a smuovere tutto, anche le montagne quelle più alte, ti spinge in alto ma talmente in alto che pensi di volare. Ecco perché quando ci manca ci sentiamo inutili, la sua assenza corrisponde spesso al vuoto che proviamo.

L’uomo, in genere, è sempre alla ricerca di un qualcosa anche quando ha potere, soldi, successo, all’apparenza mostra di essere felice ma nel suo privato si sente solo e triste.

Ma ti sei mai chiesto perché l’amore si cerca tanto?

A volte con rabbia, altre con dolcezza, e quante sciocchezze hai fatto pur di averlo.

Non hai mai pensato che se lo cerchi sempre è perché l’hai dentro di te? Cioè lo conosci bene perché fa parte di te, in quanto uomo dotato di istinto, ragione ma anche di sentimento.

Allora mi potresti dire, perché ci sentiamo vuoti se dentro di noi c’è tanto amore?

Semplice, perché spesso perdiamo di vista noi stessi, non meditiamo su di noi, tante domande potrebbero avere delle risposte immediate se solo noi ci amassimo di più.

Che fare a questo punto?

Per prima cosa dovresti dire "io sono" per questo "valgo" più di tutto e di tutti, se lo desidero posso tutto, semplicemente perché io stesso mi voglio bene, mi amo tanto e non permetto a nessuno di dire il contrario.

Una volta capito ciò tutto diventa più semplice, e ogni giorno che passa volendoci bene, diventiamo più luminosi e sicuri perché abbiamo tutto già in noi, siamo appagati con noi stessi e quando stiamo con gli altri lo facciamo per il semplice gusto di starci e non perché abbiamo quel frenetico bisogno di essere accettati e amati a tutti i costi per sentirci sicuri.

Di conseguenza avendo tutto in noi ci muoviamo con disinvoltura e in automatico emaniamo forza, luce, in una parola siamo positivi e per questo gli altri ci cercano, ci vogliono vicino, ci apprezzano, ci rispettano.

Accettare e voler bene noi stessi significa avere una maggiore consapevolezza di tutti i nostri limiti e di tutti i nostri pregi.

Ad esempio accorgersi di avere paura non significa necessariamente di essere deboli o vigliacchi ma averne consapevolezza, ci mette in una posizione di vantaggio rispetto a chi è anche debole ma non lo vuole ammettere e pertanto compie tutta una serie di comportamenti deprecabili, per dimostrare a se stesso e agli altri, quanto è forte magari avendo un comportamento aggressivo con il sesso femminile o con uomini di statura più piccola della sua e tutto questo diventa una ossessione perché ha sempre un bisogno inarrestabile di sentirsi forte.

Osserva bene, questi uomini sono così deboli e paurosi persino della propria ombra. Nella società hanno bisogno di circondarsi di altri uomini più deboli di loro, a volte il bisogno li spinge a sceglierseli tali solo perché così possono esercitare quella pressione che li fa sentire importanti e forti, dominano il gruppo facendo credere di sapere più degli altri e di essere più forti degli altri, non avanzano mai in prima linea, demandano sempre ogni cosa agli altri.

Questo tipo di uomo, che agli occhi degli altri appartenenti al gruppo, appare un esempio da imitare, un leader, non è altro che un "grandissimo codardo" che usa gli altri a suo piacimento, ha una forte debolezza, quella di agire e nascondersi nel branco, rivestendo un ruolo che se guardi bene, senza farti prevalere dalle tue insicurezze, con gli occhi dell’intelligenza, non è altro che un agnello rivestito da lupo e che da solo andrebbe incontro solo a fallimenti.

C’è una favola quella del gatto e dell’orco terribile che chiarisce il senso di ciò che dico.

Bene: il gatto è piccolo ma tanto intelligente perché pur essendo inferiore fisicamente, per vivere madre natura, lo ha dotato di una sottile furbizia, prima di fare una qualsiasi cosa, osserva tutto quello che gli capita e cerca sempre il modo per uscirne, anche quando tutti gli elementi a sua disposizione sono contro di lui.

L’orco a sua volta è grosso fisicamente e si pavoneggia della sua forza e se deve incutere paura ai più deboli lo fa, solo per il gusto di sentirsi superiore.

Di fronte al gatto, l’orco è grosso in un solo attimo potrebbe mangiarselo eppure il gatto riesce a sconfiggerlo e sai come? con l’intelligenza.

Prima di affrontarlo lo ha osservato tanto e ha scoperto tante cose, in primo che è vanitoso, e spesso per compiacere questo suo bisogno di vanità agisce senza riflettere.

Un giorno, il gatto stanco di subire e di fare tutto quello che l’orco gli chiedeva altrimenti l’avrebbe mangiato, si convince e decide di vincere la sua paura fisica e di adoperare la sua astuzia, così inizia da elogiare l’orco dicendogli che mai nessuno sulla terra sarebbe riuscito a trasformarsi come faceva lui, l’orco felice di quelle parole e pavoneggiandosi della sua capacità, inizia a trasformarsi in tanti altri animali sempre di stazza grossa, prima in un elefante, poi in una tigre, e via dicendo e il gatto sempre lì ad elogiarlo. Ad un certo punto, il gatto con astuzia e sapendo di riuscire nell’intento, visto la stupidaggine dell’orco, gli fa notare sì la sua bravura nelle trasformazioni e gli chiede se mai si fosse trasformato in un piccolo topolino.

L’orco preso dal dimostrare la sua presunzione non si sofferma a pensare che il gatto è pronto a colpirlo e subito si trasforma in un piccolo topolino, con un salto il gatto è di sopra, lo tiene fermo con la zampa e lo mangia.

Cosa voglio dire:

possiamo provare paura per uomini più grossi di noi fisicamente e quindi sottostare alle loro pressioni perché paralizzati dalle nostre insicurezze e fare tutta una serie di errori perché così siamo sicuri che non ci farà mai del male.

Ecco questo è più o meno il comportamento di chi si scontra con persone più grosse ci si sente frenati dalla  insicurezza e non ci si sforza di usare l’intelligenza, se solo si  riuscisse a controllare un pochino le paure  si potrebbe vedere una realtà completamente diversa, che sei nella condizione di agire lo stesso, perché anche se non sei forte fisicamente lo sei con la mente imparando ad osservare e leggere il comportamento, per poi sfruttare i punti deboli del tuo avversario a tuo favore e pian piano ti sentiresti libero da finte catene che la tua stessa paura ha costruito.

Il concetto è questo: se siamo dotati di intelletto un motivo ci sarà, altrimenti ci saremmo chiamati animali di specie istintiva pronti solo ad uccidere, ma non solo per il bisogno di nutrirci, ma anche per una qualsiasi motivazione, per quella legge che dice che il più forte mangia sempre il più debole. Le cose però non stanno proprio così perché apparteniamo alla razza umana e pertanto siamo dotati anche d’intelligenza e di sentimenti.

Quando non possiamo ricorrere alla forza perché ne abbiamo poca rispetto alla situazione in cui ci troviamo, possiamo sforzarci di usare il cervello.

Gli uomini che la vita ci mette davanti, siano essi buoni o cattivi, si possono studiare, osservare e con un po’ di buona volontà, capirne i lati deboli, i punti di fragilità e sfruttarli a nostro vantaggio, quando ci sentiamo minacciati dalla loro fisicità, perché vuoi o non vuoi, gli uomini proprio perché uomini, nascondono sempre delle debolezze.

Pensa sempre che chi ci sta di fronte è come noi, ha solo un modo diverso di rapportarsi agli altri, vuoi per educazione ricevuta, vuoi per esperienza fatta ma nessuno è invincibile o superiore.

Non esiste il super-uomo.

Se veniamo considerati dalla società inferiori è perché per primi noi pensiamo di esserlo, se invece impariamo sin da piccoli a conoscere e ad accettare i nostri limiti, e spostiamo il nostro interesse a ricercare in noi i pregi della nostra personalità e riusciamo a farne punti di forza, ecco che il gioco è fatto.

Per primi ci accettiamo, viviamo in pace con noi stessi e la nostra autostima inizierà a crescere senza neanche accorgercene, inevitabilmente anche gli altri, siano essi amici, parenti o altro inizieranno a guardarci con occhi diversi perché noi siamo diversi.

L’insicurezza che ci portiamo dietro nasce dal  passato, dalla educazione che riceviamo, mai nessuno ci ha spiegato come camminare in una società come la nostra dove se non produci o non ti allinei non sarai mai nessuno.

Tutti i tuoi comportamenti che da tempo sei abituato a fare, sono stati sempre voluti da te, per un solo motivo, il tuo bisogno di essere amato, capito, aiutato e se questo non ti arrivava dalla famiglia lo ricerchi all’esterno anche in ambienti non giusti, pur di sentirti accettato piuttosto che picchiato, contestato, ridicolizzato o addirittura additato.

La vita di ognuno di noi, secondo il mio modesto parere, può essere paragonata ad un lungo cammino per una strada fatta di rettilinei, di salite, di discese, di curve persino d’interruzioni per lavori in corso.

Il protagonista principale o il maratoneta di questo cammino, che a volte è fatto di corse e altre di passeggiate, siamo noi, durante il nostro viaggio tante persone incontriamo, alcune di queste ci affiancheranno per un pò, mentre altre le perderemo perché più lente di noi nel camminare oppure perché prima di noi si fermeranno ad un bivio e intraprenderanno un altro percorso fatto di altri ostacoli.

Prima di iniziare la nostra avventura, ognuno di noi ha con se due allenatori quando è fortunato, e uno se la vita inizia presto a prendersi gioco di lui. Il compito degli allenatori è quello di prepararlo nei migliori dei modi, perché si sa che il viaggio è lungo e gli ostacoli che si incontrano a volte sono più difficili da superare.

Da un buon allenamento ne esce fuori un buon maratoneta.

Durante il viaggio siamo dotati di un piccolo bagaglio che man mano che viaggiamo si ingrandirà sempre di più.

La valigia che ci portiamo dietro non ci deve far paura quando abbiamo voglia di aprirla, perché in essa ci sono le nostre radici, c’è tutto quello di cui abbiamo bisogno per continuare la nostra marcia, ci sono i nostri ricordi, i nostri affetti, le nostre paure, i nostri mostri.

Ogni qualvolta che ci rifiutiamo di aprire il nostro bagaglio e perché non ci vogliamo conoscere fino in fondo e proviamo inutili sensi di colpa. Pensiamo che molte cose che abbiamo fatto, secondo il volere o il giudizio di qualcuno (società, morale, cultura, religione) sono peccati o sono azioni orribili, quindi se più volte commettiamo lo stesso errore siamo convinti di essere cattivi e meritevoli di punizioni che noi stessi ci adoperiamo a produrci.

Se invece ci opponiamo a tutto questo e senza paura apriamo la nostra valigia e iniziamo a guardare le nostre azioni con occhi dolci, amorevoli verso noi stessi, ci rendiamo conto che il più delle volte ci siamo colpevolizzati per nulla.

Allora con questo cosa voglio dire:

che curando noi stessi, facendo pace con il nostro passato, con i nostri dolori, possiamo ripartire da zero e dire che tutto fa parte della nostra crescita, della nostra esperienza e che quando ne abbiamo bisogno possiamo essere liberi di potere usare tutto quello che abbiamo conservato nel nostro bagaglio in modo da essere pronti ad agire sfruttando al meglio ciò che abbiamo imparato dalle esperienze, soprattutto da quelle più brutte e dolorose.

Accettare te stesso è fondamentale, in una parola è vitale, chi non lo fa può essere paragonato ad una città intasata da traffico e assillata dall’inquinamento: accettare significa togliere gli ostacoli che bloccano il traffico dentro il nostro cuore.

Tornare a vivere qui e ora, prendendo dalla vita tutto ciò che di bello può offrirci, liberando le energie di cui siamo dotati che la lotta con il passato ha tenuto lontano dal presente.

Tutto il nostro fare è importante, niente è inutile, tutto ha un suo significato anche se tu non lo intravedi, e questo perché c’è sempre un motivo alla base di ogni cosa, di ogni azione.

Tutto è concatenato, alcuni percorsi sono necessari, sono dovuti, li dobbiamo attraversare anche se ci appaiono ingiusti, servono a prepararci per l’impresa successiva, ad essere forti per affrontare altri ostacoli, questo fa parte del gioco della vita.

Marco Marcelletti