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“Buongiorno, ho un problema che mi sta facendo soffrire: sono dipendente di un grosso supermercato ed il capo reparto si rivolge sempre con voce alta e parole volgari nei confronti miei e degli altri dipendenti, che dobbiamo seguire le sue indicazioni. L’azienda può licenziarlo? Grazie. C.G.”.

Chi si trova ad esercitare funzioni gerarchicamente sovraordinate deve controllare il linguaggio con cui si rivolge ai propri dipendenti, l’uso di espressioni scurrili e triviali può giustificarne il licenziamento.

Ciò è stato confermato dalla Corte di Cassazione, sezione lavoro, con sentenza n.4067/2008, che ha dichiarato legittimo il licenziamento per giusta causa adottato nei confronti di un capo reparto di una macelleria del supermercato Standa di Milano, il quale era solito mortificare le lavoratrici sottoposte al suo potere gerarchico con frasi scurrili e triviali. Pertanto, nei luoghi di lavoro non sono consentite le “espressioni rozze ed eccessive che violano quei principi di civiltà che non ammettono eccezioni, o attenuazione, neppure nell’ambito delle relazioni professionali”, trattandosi di comportamenti che ledono “la dignità e l’amor proprio del personale, oltretutto sottoposto a vincolo di gerarchia nei confronti del capo che commette tali scorrettezze…”.

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