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Cos’è e come possiamo “definirlo”?


 

Psicologia in pillole

 

Cos’è e come possiamo definire il carattere di una persona?

In informatica, il carattere identifica un’informazione individuata univocamente da un codice. La stessa cosa vale per l’essere umano: se per codice intendiamo un sistema di segni destinato convenzionalmente a rappresentare e trasmettere l’informazione tra una fonte emittente ed un soggetto ricevente, viene spontaneo concludere che il carattere è quel “mezzo” in grado di trasmettere l’insieme delle caratteristiche fisiologiche (perché benessere e sintomi manifestano la nostra personalità), morfologiche (in quanto ognuno “porta” le proprie sembianze in maniera del tutto personale) ed etologiche (dal momento che l’adattamento all’ambiente avviene in maniera soggettiva) che differenziano gli esseri viventi. Quel complesso di reazioni che un individuo manifesta di fronte a determinati impulsi e che prende il nome di comportamento, risulta dalle strategie elaborate, per lo più in maniera inconsapevole, nelle zone encefaliche di pertinenza del pensiero (Corteccia cerebrale, formazione reticolare mesencefalica, talamo, ippocampo) e trasmesse, mediante parole, attraverso il carattere.

Quali sono le sue funzioni?

Il carattere di una persona, elicita il nostro modo di pensare, attraverso diversi aspetti che, tecnicamente, vengono definiti “funzioni” (attività, emotività, sensibilità, tenerezza, accessibilità, avidità, razionalità, risonanza, consapevolezza, competitività). Scendiamo nel dettaglio, per capire in che modo, dalla loro attenta osservazione, si arriva a valutare correttamente chi ci sta di fronte.

Attività

È un elemento di confine fra il carattere ed il temperamento, perché si riferisce all’estrinsecarsi del dinamismo e dell’intraprendenza di una persona, che si esprime attraverso il suo comportamento globale. Il grado di attività di una persona si ricava dalla dinamicità e dalla tonico dei suoi movimenti e dal fluire del suo eloquio. Inoltre, in base a ciò che produce la sua operosità, si può valutare un impegno prevalentemente positivo (costruttivo per sé e per gli altri), negativo (deleterio prevalentemente verso gli altri) oppure conflittuale (prevalentemente autolesionistico).

Emotività

Attraverso il significato di ciò che una persona comunica verbalmente, si potrà osservare la pregnanza emotiva dei contenuti delle sue idee. A seconda degli episodi che ci riferisce e di come ce li racconta, noi potremo valutare la prevalenza di elaborati positivi, conflittuali o, addirittura negativi, sia in termini affettivi che aggressivi. Chiaramente, per evitare di interpretare (aggiungendo dati “di accomodamento”, lontani dalla verità) sarà necessario osservare ed ascoltare a lungo la persona in questione, onde poterne analizzare gli elementi emotivi, con elementi sufficienti. Prima di dialogare con l’altro, ognuno gestisce un dialogo con se stesso; in conseguenza di ciò, nella comunicazione verbale ci si ripete molte volte.

Sensibilità

Continuando ad analizzare il quadro sul carattere, osserviamo, adesso, la sensibilità sviluppata che riguarda un aspetto prevalentemente psicologico (intendendo quella disposizione a “sentire” vivamente emozioni e sentimenti) ed un altro aspetto di tipo psicofisico (intendo con ciò, l’insieme dello sviluppo dei cinque sensi). Lo sviluppo della sensibilità di una persona, lo possiamo cominciare a vedere subito dal momento che la incontriamo e, ad esempio, quest’ultima ci stringe la mano. Dalla pressione esercitata, possiamo renderci conto di che tipo di sensibilità tattile, ha sviluppato; questo, possiamo evincerlo anche da come ci guarda (se ci guarda) o da come ci ascolta (se ci ascolta). Se l’interlocutore si presenta con sorriso “costruito” (quindi falso), questo atteggiamento non potrà reggere molto per cui, nel corso dell’eloquio, quell’aspetto sparirà. Una persona sensibile, ha sicuramente avuto modo di sviluppare abbastanza la propria intelligenza, grazie alla quale, si accorgerà velocemente di tutto ciò che lo circonda e colpisce i propri sensi, generando intense emozioni che potranno essere manifestate o represse.

Tenerezza

Dolcezza, tenera commozione suscitata da sentimenti di affetto, amore. In sostanza, emozione dolce e profonda che si prova nei riguardi di persone o animali con cui si scambia affetto. È una delle espressioni più complete e positive della comunicazione umana. La tenerezza non può che essere di tipo affettivo positivo; la sua presenza, si percepisce subito, attraverso il movimento fisico ed il linguaggio. Sia il produrla che il riceverla, consente ciò che gli esperti definiscono “reintegrazione primaria”, cioè istantanee di sensazioni di vita intrauterina.

 


Accessibilità (Comprende Conciliazione ed Oppositività)


Conciliazione. Nella lingua italiana, indica il raggiungimento di un accordo: tale disposizione va raggiunta anzitutto nei propri riguardi e poi con gli altri e rappresenta il mezzo più efficace della comunicazione umana.

Questo parametro ci indica, tra l’altro, il grado di maturità e di equilibrio psicologico della persona in esame. Lo possiamo osservare attraverso i racconti della sua vita quotidiana, da come reagisce alle varie frustrazioni che la Società gli procura, a come si pone nei confronti delle relazioni umane (accettando oppure opponendosi).


Oppositività. Può rappresentare un valido mezzo di difesa dal mondo esterno ma, altresì, può porre le basi per una comunicazione contrastante e sofferta. La possiamo riconoscere in tanti modi. Ad esempio, possiamo notare se (ed in che modo) accetta o rifiuta la data o l’orario proposti per eventuali appuntamenti. Un personaggio abituato a ” dirigere” e strumentalizzare gli altri, tende a non volere accettare gli appuntamenti secondo le modalità proposte dall’altro, tende a “dirigere” la comunicazione interpersonale. Il concetto dell’orario, del tempo, del ritardo, dell’anticipo o della puntualità nel rispetto di un appuntamento, possono costituire segnali significativi di oppositività e direttività (o anche di superficialità nella valutazione tempo – impegni cui far fronte): sulla base della ripetitività dell’evento si potranno trarre le opportune conclusioni.

Avidità

Capacità sviluppata di acquisire con interesse dati dal mondo esterno, al fine di costruire nuove conoscenze. Ovviamente, è un fattore molto importante perché identifica la voglia di interagire in maniera costruttiva, in un dialogo positivo. ” A che serve vivere se non sai perché lo stai facendo?”( Fëdor Dostoevskij)

Neutrergività – Razionalità

Rappresenta un parametro molto importante di valutazione dell’attività mentale elaborativa logica e razionale che Giovanni Russo ha definito neutrergia. Noi possiamo osservare se il personaggio reagisce in modo immediato, senza riflessioni adeguate, oppure meditando prima di attivarsi e calibrando la reazione in relazione all’evento. Obiettivamente, è molto difficile trovare persone in grado di reagire riflettendo molto, con modalità di “risposta adeguata”.

Risonanza

Si correla con il punto precedente ed indica il grado di suscettibilità e di eventuale permalosità di una persona. La suscettibilità valuta il grado di reattività nei confronti di un determinato evento: solo oltre un certo limite, diventa negativa. La permalosità, invece, è sempre un indice compromissorio per ciò che attiene ad elaborati corretti, perché induce una persona a credere (anche senza verifica) che gli altri parlino di lui, in termini negativi. La risonanza consente anche di osservare il tempo necessario per la metabolizzazione delle proprie emozioni (positive, negative e conflittuali), dal momento che misura la durata della “vibrazione energetica” nel mondo interno, conseguente a stimolazioni di vario genere. “Le ingiurie sono molto umilianti per chi le dice, quando non riescono ad umiliare chi le riceve” (Alphonse Karr).


Consapevolezza

Capacità di rendersi conto dei propri elaborati inconsapevoli: in sostanza, esprime l’efficacia del dialogo interiore, reso consapevole, che si chiama identità, per agire coerentemente e “ad occhi aperti”.

Competitività

Ci si riferisce alla competizione con se stessi, che esprime la capacità di raggiungere l’autoaffermazione, la quale si ottiene realizzando se stessi, la propria personalità ed il proprio ruolo.