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Dalla class action nei confronti della P.A. all’attenzione del Cncu sulla crisi economica ed all’ABF (arbitro bancario finanziario).


 

Approvata il 15 ottobre dal Consiglio dei Ministri la Class action nei confronti della Pubblica amministrazione che coinvolgerà le amministrazioni, gli enti pubblici ed i concessionari di servizi pubblici a partire dal 1 gennaio del 2010.

Sono otto le norme costituenti il provvedimento che prevede la possibilità di fare ricorso contro i disservizi degli enti pubblici e pretendere il ripristino o la giusta erogazione del servizio, ma non comprende nessun tipo di risarcimento per i cittadini. Dunque quanto si può ottenere dalla Class action per la pubblica amministrazione e che il giudice condanni l’ente in questione ad erogare in maniera appropriata e corretta il servizio che spetta al consumatore, ma senza rimborsarlo per il disservizio subito. Ciò ha scatenato le polemiche da parte delle associazioni dei consumatori che considerano la Class action verso la pubblica amministrazione come un provvedimento inutile, perchè non aiuta i consumatori ma favorisce gli enti che, non dovendo risarcire in alcun modo il consumatore, non subiscono una vera e propria azione deterrente.

La Class action perde così efficacia, non potendo essere più considerata un’azione collettiva risarcitoria, ma trasformandosi in un qualcosa di più del semplice “reclamo” alla P A.

 

A Bari si è dato il via il 15 ottobre alla X Sessione programmatica del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti. All’evento hanno partecipato i rappresentanti regionali e nazionali delle associazioni iscritte al Cncu, personalità di spicco del mondo politico, che si sono succeduti sul palco delineando la situazione attuale del Paese e dei cittadini. La crisi economica, i “costi” che la crisi riversa sui cittadini, il ruolo della politica per il rilancio dell’Italia.

Tutti concordi sull’importanza del ritorno della figura del cittadino consumatore al centro delle politiche regionali e statali. Gli obiettivi primari da perseguire sono la liberalizzazione dei servizi pubblici locali e una maggiore e libera concorrenza, solo così si può uscire da una situazione ormai gravissima.

 

L’Ombusdam va in pensione, al suo posto la Banca d’Italia ha istituito un nuovo organismo stragiudiziale: l’ABF (Arbitro Bancario Finanziario). Tutti gli intermedeari bancari e finanziari dovranno aderire ad esso e proporre chiaramente le sue caratteristiche nella nota informativa del contratto di conto corrente ai clienti. Il ricorso all’ABF è gratuito, l’unico esborso per il consumatore sarà una piccola quota di 20 euro per le spese della procedura, e che saranno anche rimborsate qualora il ricorso abbia un esito favorevole. Sarà possibile per i clienti ricorrere al nuovo sistema per le controversie relative a operazioni anteriori al primo gennaio 2007.

 

Maria Cipparrone