Siamo noi!
Alla nostra classe, la quarta B ginnasio, è stata offerta la possibilità di visitare una mostra allestita nella “Città dei ragazzi” di Cosenza.
Così, la mattina del 17 dicembre, ci siamo ritrovati nel punto prestabilito e abbiamo iniziato il nostro percorso.
La mostra, dal titolo “Gli altri siamo noi”, ha avuto inizio con la visione di un video intitolato “Gente”, imperniato sulla dimensione positiva della diversità.
Successivamente alla visione del filmato ci è stato fornito un quaderno denominato “passaporto”, nel quale riportare i nostri pensieri e le nostre riflessioni durante il tragitto della mostra. Siamo stati divisi in coppie e a distanza di qualche minuto ogni coppia man mano si è incamminata nel percorso. Subito ci siamo trovati di fronte ad una porta, con due entrate parallele, con su scritto: “Non ho nessun pregiudizio” da una parte e ” Ho pregiudizi” dall’altra.
Essendo la prima bloccata, ci siamo ritrovati tutti davanti la porta del pregiudizio, a voler simboleggiare, evidentemente, una dimensione che accomuna tutti noi a volte anche inconsapevolmente.
I tre concetti principali su cui ruotava la mostra erano:
il pregiudizio, la discriminazione, il capro espiatorio, sviluppati attraverso dei cartelloni e divisi in otto tematiche:
- Le apparenze ingannano. – Giunti lì davanti, con la mia compagna di viaggio, abbiamo visto una figura che sembrava un unicorno ma poco dopo ci siamo accorte che ci stavamo sbagliando perché, girando dalla parte di dietro del cartellone, si capiva che era la parte posteriore di una vecchietta con la scopa in mano. Da lì mi sono resa conto che stavo dando tutto per scontato e che stavo guardando con occhi abituati alla superficialità.
- Vero o falso. – In quella sezione abbiamo appreso che riflettere e porsi delle domande è fondamentale per la nostra personalità e nella relazione positiva con il prossimo.
- Fatto o opinione. – Qui ci è stato spiegato attraverso testi ed immagini la differenza tra fatto e opinione. Rispondendo poi, a delle domande, siamo riuscite ad aprire un lucchetto ed accedere alla sezione successiva.
- Tutti tranne me. – E stata una delle sezioni che mi ha colpito di più. Leggendo alcuni articoli di giornale mi sono sentita persa, come se mi si fosse bloccato il cervello. Pensavo, guardando i cartelloni: “come non si può far giocare un bambino a pallone solo perché è di un altro colore?”. La nostra società, il nostro mondo,cade sempre più in basso, non rendendosi conto che facciamo tutti parte di uno stesso universo, che viviamo tutti sotto lo stesso sole. Allora mi chiedo perché privare le persone dei loro diritti.
- Pregiudizio. – In questa sezione abbiamo cercato di indagare le ragioni che stanno alla base del pregiudizio, l’erronea visione, o percezione della realtà, che poi fa scaturire comportamenti e atteggiamenti sbagliati.
- Il capro espiatorio. – Racconti e illustrazioni ci hanno fatto capire come dentro di noi c’è spesso la ricerca di un colpevole nelle varie situazioni negative della vita (guarda caso il colpevole è sempre fuori di noi!). Spesso, però, l’attribuzione della colpa è data in maniera arbitraria. Inoltre un cartellone spiegava l’origine di questo atteggiamento, illustrando come nella religione ebraica, l’animale a cui simbolicamente si addossavano le colpe degli uomini, veniva abbandonato nel deserto. Infine le nostre riflessioni scritte sono state imbucate in una capra di legno.
- Discriminazione. – Questa è stata l’ultima tappa, nella quale sono state integrate le precedenti attività in modo da farci capire a cosa possono indurre i comportamenti basati sulla generalizzazione e sul pregiudizio.
Così è finito il percorso.
Dopo aver ricevuto una cartolina-ricordo con il logo della mostra, siamo stati accompagnati nello scrigno-giallo e qui, ripresi da una telecamera posta in una saletta, abbiamo esposto le impressioni e le suggestioni provate durante il percorso appena svolto e che cosa era cambiato dentro di noi.
E’ stata una mostra molto interessante in cui, attraverso giochi, illustrazioni, letture e spiegazioni, siamo riusciti a spaziare nelle varie sfaccettature della società interculturale e multirazziale.
Non è stata una mostra come tutte le altre ma è stato un percorso educativo e didattico che ha stimolato la nostra mente e ci ha fatto capire l’importanza della riflessione interiore e dell’accettazione delle diversità
Angela Chimenti IV B