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Il car sharing arriva in italia e cambia le abitudini dei consumatori a beneficio dell’ecosistema.


 

Car sharing o macchina in condivisione, è questo il nuovo modo di utilizzare le automobili senza esserne proprietari e senza gli oneri che ciò comporta.

Il car sharing nasce in Svizzera negli anni Ottanta ispirandosi al sistema della lavatrice condominiale. Da allora si è diffuso negli Stati Uniti, in Germania ed in Gran Bretagna; da qualche tempo anche in Italia, riscuotendo un discreto successo, agevolato dalla crisi economica e dal caro petrolio.

Ma come funziona questo rivoluzionario modo di far uso dell’auto? E’ necessario innanzitutto sottoscrivere un contratto di abbonamento annuale dal costo medio di € 120,00 presso una delle tante società di car sharing presenti nelle principali città italiane che gestiscono una flotta di vetture di diverse classi, dal furgone alla piccola utilitaria fino ad arrivare alle auto più potenti. Il consumatore può prenotare tramite call center o internet e prelevare il veicolo 24 ore su 24 dall’area di parcheggio più vicina. Il sistema è dotato di scheda magnetica e microchip per aprire l’auto, restituirla e fatturare a fine mese.

Ma a chi conviene l’auto da condividere? Conviene a chi percorre al massimo 7000 km, ricevendo un evidente vantaggio economico. Il costo del servizio varia, dipende dal tipo di auto scelta, dalla fascia oraria di utilizzo e dalla tariffa chilometrica adottata nella città dove viene utilizzato il servizio.

L’auto può essere utilizzata da un minimo di un’ora ad un massimo di 72 ore. La benzina viene addebitata dal gestore sul conto corrente dell’abbonato che usa la carta carburante in dotazione ad ogni vettura al momento del pieno.

Quali sono i vantaggi? Niente bollo, assicurazione e spese di manutenzione ed in più con la possibilità di circolare nelle zone a traffico limitato, nelle corsie riservate ai taxi e di parcheggiare sulle strisce blu senza pagare.

L’efficienza del servizio, naturalmente, dipende anche dal senso di responsabilità degli abbonati che, in funzione della condivisione delle auto, sono tenuti a comportamenti di correttezza, come lasciare un quarto di serbatoio pieno, l’auto pulita e la segnalazione di eventuali guasti.

Ma i vantaggi più importanti anche se meno visibili sono rappresentati dal fatto che un’automobile a tempo sostituisce 10 vetture private, incidendo quindi sul traffico e consentendo una maggiore viabilità nelle città ed una maggiore disponibilità dei parcheggi. Senza parlare del miglioramento della qualità dell’aria, tant’è che il Ministero dell’Ambiente ha istituito il consorzio “Io guido car sharing” che raggruppa tutte le sociètà che offrono auto in condivisione. In più dal 2007 a chi rottama un’automobile prodotta entro il 1997 è offerto un abbonamento gratuito dal gestore della propria città con € 800,00 di utilizzo. L’obiettivo è quello di creare una flotta di auto elettriche.

Ben venga dunque l’auto a tempo se tutti questi sono i benefici.

Maria Cipparrone