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L’Antitrust plaude con le banche al nuovo accordo sui mutui, ma le Associazioni dei Consumatori rimangono scettiche e chiedono altri interventi al Governo, sono incontentabili o realistiche? Mah…


 

Il Governo continua la sua opera, appena iniziata, di risanamento dell’economia italiana e annuncia il nuovo accordo siglato con l’Abi per la rinegoziazione dei mutui. Si sbilancia anche l’Antitrust che, mediante il suo presidente, Antonio Catricalà, definisce la convenzione tra il Governo e l’Abi, “un provvedimento opportuno, una disciplina equa, che non restringe il mercato, bensì lo allarga; adesso tocca incentivare la portabilità a costo zero da una banca all’altra e la nostra indagine è importante.”

Un buon inizio, dunque, per l’Antistrust, che non appiattisce ed omologa le condizioni che le banche applicheranno ai clienti. Il livello dei tassi del 2006, secondo l’organismo di vigilanza sulla concorrenza ed il libero mercato, non rappresenta un problema, né un tetto minimo per le banche, ma al contrario è importante che ci sia un tetto massimo, in modo da impedire che i consumatori siano trattati con condizioni peggiori. Intanto, l’Abi dal canto suo, rassicura sul rispetto dell’accordo appena concluso ed anzi, il presidente, Corrado Faissola, aggiunge che “le banche rispetteranno tutti gli accordi.”

Quanto ai “sacrifici” preannunciati dal ministro Tremonti a carico del sistema bancario, Faissola non solo li conferma, ma ribadisce che sono necessari per “dare sollievo alla pianificazione finanziaria delle famiglie ed un contributo alla ripresa dei consumi – in una parola – al rilancio dell’economia.”

A fare da eco a cotante belle intenzioni è lo stesso Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, che non solo definisce “ottima” l’intesa raggiunta, ma si è detto anche “convinto” che il comparto bancario italiano si adeguerà alle nuove disposizioni.

Ma di fronte a tanto ottimismo, non si sono fatte attendere le reazioni delle varie associazioni dei consumatori che non credono affatto alle intese appena concluse, anche se danno atto dell’impegno dimostrato da questo Governo per aver affrontato la spinosa questione dei mutui a tasso variabile, contratti da 3,2 milioni di famiglie su 3,5 milioni di contraenti, a causa dei cattivi consigli delle banche.

Secondo il Codacons molto si può fare per costringere le banche al rispetto delle leggi vigenti e, comunque, finora l’inosservanza delle disposizioni dei pacchetti Bersani da parte delle banche, ha provocato un danno ai cittadini pari a 5 miliardi di euro che devono essere necessariamente restituiti e il Governo deve impegnarsi in questa direzione.

Stesso scetticismo è stato espresso dall’Aduc che considera “falsa” la notizia secondo la quale, in base a questo accordo tra Abi e l’Esecutivo, 1,2 milioni di famiglie risparmierebbero circa € 850 all’anno sulle rate di mutuo. “L’accordo non prevede alcun risparmio – spiega l’associazione – ma solo una dilazione nel pagamento. Si concede, in pratica, un ulteriore finanziamento, a tassi agevolati, ma le famiglie non risparmieranno alcunché, perché dovranno pagare ulteriori interessi.” L’operazione, a detta delle varie sigle delle associazioni a tutela dei consumatori, è solo una manovra per spostare l’attenzione dalla surroga delle ipoteche senza costi per i mutuatari che, invece, se osservata, rappresenterebbe il vero risparmio per gli utenti ed un costo per le banche. Dello stesso parere è l’Adusbef che giudica teorici i risparmi annunciati dal Governo, con l’allungamento della durata del debito, che porteranno a 23/24 anni un prestito originario di 20 anni. Ad aggiungere paglia sul fuoco è anche l’Adiconsum che avverte i mutuatari che ciò che non viene pagato nella rata dovrà essere pagato a fine mutuo caricato degli interessi, chiedendosi, inoltre, il perché non vengano utilizzati i 20 milioni di euro previsti in finanziaria per i mutuatari in difficoltà. A parere, invece, del Movimento Difesa del Cittadino, dietro all’accordo tra il Governo e l’Abi c’è il rischio di “cartelli” che è bene che l’Antitrust metta sotto osservazione. “Invece di rafforzare ed eventualmente semplificare le norme sulla portabilità dei mutui volute da Bersani – spiega Antonio Longo, presidente Mdc – l’Esecutivo e l’Associanzione Banche Italiane scelgono di ‘congelare’ i clienti mutuatari nell’istituto bancario di appartenenza”, sacrificando “la concorrenza e la competizione” che era alla base dei provvedimenti sulla portabilità. Infatti, il mutuatario – conclude Longo – “in base a quest’accordo, non potrà scegliere proposte di altri istituti bancari che gli offrono tassi più convenienti, con un immediato e permanente risparmio, ma torna provvisoriamente ai livelli delle rate del 2006, pagando alla scadenza differenze di interessi che potrebbero allungare la durata del mutuo stesso”. Dello stesso avviso è Cittadinanzattiva che si compiace “dell’obbligo preso dalle banche di rinegoziare i mutui, anche se Governo e Abi hanno disatteso la richiesta dei cittadini di allungare la durata dei mutui senza oneri aggiuntivi.”

A chiosa dei vari commenti delle associazioni dei consumatori è giunta anche la critica da parte dell’opposizione, precisamente da parte del senatore dell’Idv, Elio Lannutti, ex presidente dell’Adusbef che, causticamente afferma che “l’accordo tra esecutivo ed Abi non ha prodotto alcun risparmio per i consumatori interessati, fermo restando l’interesse dimostrato dal Governo. La vicenda però, conclude Lannutti, non è risolta del tutto positivamente”.

Rimane quindi, almeno in questa fase un grande dubbio per i consumatori che, in effetti, potrà sciogliersi solo al momento del pagamento delle rate del mutuo, verificando se, per come affermato dalle varie associazioni, un risparmio reale non ci sarà, ma solo un allungarsi della durata del contratto di mutuo ed un surplus di interessi da pagare.

E’ evidente che, dati i precedenti, ormai da molti anni stabilizzati nella direzione della poca attenzione e violazione dei diritti dei clienti-consumatori, con un chiara ed evidente sperequazione nei rapporti con le banche, a danno appunto dei consumatori stessi, non è difficile ipotizzare che le associazioni abbiano visto giusto e che quest’ultima trovata da parte del Governo in accordo con L’Abi ed il bene placito dell’Antitrust, non sia il solito fumo negli occhi, a dir il vero già appannati, dei poveri, nel vero senso della parola, clienti.

A ben riflettere, ed in questo le associazioni hanno ragione, comunque vada non si tratta di una manovra che rema nella direzione della liberalizzazione dei mutui, favorendo cioè, secondo i decreti Bersani, la concorrenza e la competizione tra le banche, stimolandole ad offrire condizioni migliori per accaparrarsi il cliente. Ma, al contrario cristallizza le condizioni dei mutui, riconoscendo in generale da parte di tutte le banche l’offerta ai mutuatari, legati ad un mutuo a tasso variabile, di un risparmio di € 850 all’anno.

Ciò che non si comprende è il perché da parte del Governo non si costringano le banche ad osservare le leggi vigenti in materia, come i provvedimenti dell’ex ministro Bersani; infatti, dall’ottemperanza degli obblighi a carico delle banche nei confronti degli utenti, ivi contenuti, discenderebbero per i consumatori tutta una serie di vantaggi, tali da equilibrare la loro posizione rispetto a quella degli istituti di credito.

L’atteggiamento sembrerebbe quello che, poiché le banche ormai hanno tanto potere e la loro funzione di esercizio del credito è indispensabile, non siano tenute ad osservare le leggi, come tutti i cittadini sono chiamati a fare.

Questo messaggio è molto pericoloso e quest’ultimo accordo, appena concluso, riconferma in parte, almeno per il momento, sempre lo stesso teorema: vince il più forte.

Cosa penseranno allora i consumatori? Se da un lato saranno tentati a compiacersi per questo sbandierato, promesso risparmio annuale di € 850,00, dall’altro dovranno attrezzarsi da un punto di vista emotivo, imparando a convivere con le situazioni frustranti, perché la strada della parità, dei diritti e della democrazia è ancora molto lontana…senza però disperare!

 

Maria Cipparrone