IL MIXER – Seconda parte
AUTOPRODUZIONE MUSICALE – 5
Nello scorso numero abbiamo esaminato la sezione ingressi e la sezione controlli relativa al canale mono e stereo di un mixer.
In questo numero proseguiamo il nostro viaggio analizzando la sezione controlli con riferimento ai gruppi e alla master strip di un mixer, concludendo con una panoramica su alcune applicazioni pratiche di missaggio (in studio di registrazione e in applicazioni live) e qualche consiglio utile.
SEZIONE CONTROLLI
GRUPPI
La figura 12 rappresenta la “group strip”. Per semplicità viene raffigurata solo una coppia di gruppi (per l’esattezza la coppia 7-8 nel nostro mixer di esempio), visto che i controlli sono identici per ogni coppia.
Figura 12 – Sezione gruppi
- REGOLAZIONI STEREO RETURNS 7 E 8: nel mixer del nostro esempio esistono 8 ritorni stereo di segnale. In sostanza si tratta di 8 ulteriori ingressi stereo molto utili quando, ad esempio, vogliamo collegare al mixer l’uscita di un processore effetti, utilizzato per aggiungere effetti al segnale dei canali. Come abbiamo visto, il segnale viene inviato al processore tramite la sezione AUX. Il ritorno può rientrare nel mixer attraverso i ritorni stereo (o mono). Nel nostro caso, dall’alto verso il basso, troviamo un equalizzatore (HF e LF) che regola i toni bassi e/o alti del ritorno stereo 7, poi il regolatore di volume; segue un tasto per assegnare il segnale del ritorno 7 al gruppo 7-8 (posizione rilasciata) oppure al MIX generale (tasto abbassato). Il ritorno stereo 8 non possiede equalizzazione ma ha i medesimi controlli del ritorno stereo 7;
- TASTI GROUP TO MIX/STEREO MONO: questa coppia di tasti serve ad assegnare il gruppo al MIX generale (tasto GROUP TO MIX abbassato) e determina se trattare ogni gruppo come coppia stereo (tasto STEREO/MONO rilasciato) o come coppia di sottogruppi mono (tasto abbassato);
- REGOLAZIONI MATRIX SENDS: il mixer del nostro esempio dispone di due ulteriori mandate (sends) di segnale per ogni gruppo. Questa possibilità è molto utile nel caso in cui si voglia disporre di un mix addizionale, e indipendente dal mix generale, da inviare per esempio a un sistema di monitoraggio del segnale. Il livello di ogni mandata è regolabile tramite l’apposita manopola;
- INTERRUTTORE PFL: l’interruttore PFL si usa nel caso in cui si voglia monitorare solo un gruppo, escludendo tutti gli altri segnali dal mix, per effettuare regolazioni solo su quel gruppo. In questo caso il misuratore di livello di segnale presente sul mixer mostra il solo segnale di quello specifico gruppo, che è l’unico inviato alle cuffie per il controllo. Il segnale viene monitorato al massimo livello, cioè bypassando la regolazione del fader del gruppo. Tale situazione viene segnalata dal relativo led, che resta costantemente acceso.
- FADER DI GRUPPO: agisce regolando il livello di uscita del gruppo. Di norma, se le regolazioni sono tutte corrette, dovrebbe essere posizionato sullo “0”, con un margine di riserva di 10 dB aggiuntivi qualora si volesse ulteriormente esaltare la presenza del segnale.
MASTER
Siamo così giunti all’ultima sezione di controllo del nostro mixer: quella preposta alla regolazione generale del segnale in uscita dal mixer, schematizzata nella figura 13.
Figura 13 – Sezione master
Esaminiamo per prima la sezione a destra, a partire dall’alto:
- REGOLAZIONI AUX (da 1 a 6): le mandate AUX dispongono di un controllo master di livello, attraverso le apposite manopole. Il tasto (e relativo led) AFL, se abbassato, serve a monitorare il livello di uscita dopo il fader (AFL = After Fader Level). Di norma, le mandate AUX 3 e 4 ricevono il segnale “dopo” i relativi faders di canale: in questo caso è possibile anche ricevere il segnale “prima” dei faders, abbassando i relativi tasti PRE, segnalati dall’accensione del led associato;
- PHONES: il led PFL/AFL si accende quando le cuffie ricevono un segnale PFL/AFL (quando tali opzioni sono attivate sulle channel strips o nella sezione master degli AUX). Un’apposita manopola regola il livello delle cuffie, e il tasto MONO CHECK, se abbassato, invia alle cuffie un segnale di tipo monofonico;
- MUTE MASTERS: i quattro interruttori M1, M2, M3 ed M4, provvisti di relativo led di controllo, se abbassati determinano il muting dei canali assegnati a uno dei 4 gruppi;
- CONNETTORE PHONES: a questa presa jack stereo viene collegata la cuffia per il controllo del segnale.
Passiamo ora alla sezione di sinistra:
- LED POWER ON: si illuminano per segnalare l’accensione di tutto il mixer (led 17V) e l’accensione dell’alimentazione phantom di uno o più canali (+48V);
- TALKBACK (TB): il connettore Cannon XLR accoglie un microfono che si usa per comunicare con gli artisti presenti in sala di esecuzione. Il livello del segnale viene dosato con l’apposito regolatore TB LEVEL, e 4 tasti consentono l’assegnazione del segnale ai gruppi 1-2, 3-4, al MIX generale o ai gruppi;
- REGOLAZIONI MATRIX MASTER: regolano il livello generale delle mandate MATRIX. Il tasto/led AFL consente il monitoraggio del segnale dopo il fader;
- REGOLAZIONI MATRIX SENDS: il mixer del nostro esempio dispone di due mandate (sends) di segnale alimentate dal segnale del mix generale. Questa possibilità è molto utile nel caso in cui si voglia disporre di un mix addizionale da inviare per esempio a un sistema di monitoraggio del segnale. Il livello di ogni mandata è regolabile tramite l’apposita manopola. Si possono anche regolare le due mandate A e B (normalmente monofoniche) come un’unica mandata stereofonica, premendo il tasto STEREO. In questo caso la mandata A rappresenta il canale sinistro (L) e la mandata B quello destro (R);
- MIX FADERS: regolano il segnale dell’intero mix stereo.
SEZIONE USCITE
A questo punto il nostro segnale è pronto per essere prelevato e inviato a un sistema di amplificazione o a un registratore multitraccia. I connettori presenti sul pannello posteriore consentono il collegamento del mixer ai sistemi esterni. Nella figura 14 troviamo i connettori presenti sul pannello posteriore del mixer del nostro esempio.
Figura 14 – Sezione uscite
Da destra a sinistra:
- INSERT 1-2-3-4-5-6-7-8: sono i connettori jack degli insert dei gruppi;
- RET 1-2-3-4-5-6-7-8 L/R: sono i connettori jack dei ritorni stereo (stereo returns);
- GRP 1-2-3-4-5-6-7-8: sono i connettori Cannon XLR di uscita separata dei gruppi;
- MATRIX OUT A e B: sono i connettori Cannon XLR di uscita delle mandate matrix;
- MIX OUT L e R: sono i connettori Cannon XLR di uscita del mix generale;
- REC OUT: sono i connettori jack di uscita per un registratore a cassette stereo;
- MIX INSERT: sono i connettori jack di insert per il mix generale. A questi connettori può essere collegato il ritorno/uscita di un compressore o di un limiter, per il livellamento generale dell’intero mix;
- POWER DCP200: è il connettore a cui collegare l’alimentatore esterno del mixer;
- AUX 1-2-3-4-5-6: sono i connettori jack delle mandate AUX di segnale.
IL MIXER DIGITALE
Spenderemo qualche parola sul mixer digitale, per definirne alcune peculiarità. Ne abbiamo già evidenziato la diversità operativa rispetto al mixer analogico, nel paragrafo “Il mixer audio”. Per il resto, le differenze sono riconducibili alle fantastiche possibilità offerte dalla tecnologia odierna, basata sul largo impiego di microprocessori.
E così un mixer digitale offre la possibilità di memorizzare tutte le regolazioni relative ai livelli, alle equalizzazioni, alle mandate e ritorni dei canali/gruppi/master. Pertanto, con la semplice pressione di un tasto, è possibile richiamare diverse configurazioni, senza dover ogni volta tarare tutti i regolatori, come in un mixer analigico. La praticità di ciò sta nel poter creare configurazioni (chiamate “scenes”) diverse a seconda che si voglia utilizzare il mixer per una registrazione o per un’esibizione dal vivo.
Alcuni tipi di mixer, inoltre, sono dotati di fader motorizzati, che limitano al minimo l’intervento manuale. Per intenderci, se in un brano il livello di alcuni canali viene variato, è possibile “registrare” queste variazioni (sotto forma di dati MIDI) in un registratore multitraccia, e riprodurle esattamente nello stesso punto.
Alcuni modelli di mixer digitale (ma anche alcuni banchi di mixaggio analogici) vengono equipaggiati anche con un processore digitale di effetti, evitando o limitando il ricorso a processori di segnale esterni e consentendo un’integrazione di funzioni un tempo impossibile.
Nei mixer digitali è inoltre possibile una elaborazione del segnale in dominio totalmente digitale. In altre parole dispongono di connettori per cavi digitali a fibre ottiche e/o coassiali, che rendono possibile veicolare il segnale senza doverlo campionare, evitando quindi le alterazioni del segnale dovute al suo campionamento/ricampionamento.
Infine, alcuni mixer digitali, possiedono un’interfaccia MIDI integrata, che consente la comunicazione di dati MIDI (vedi paragrafo seguente) e la trasmissione delle impostazioni dell’apparecchio ad altri apparati (come registratori multitraccia audio/MIDI).
MIXER MIDI E USB
Il mixer MIDI è in sostanza un apparato che tratta i dati provenienti dalle interfacce MIDI degli strumenti musicali. Non si tratta di segnali audio analogici o digitali, ma di dati riguardanti ad esempio l’altezza delle note premute su una tastiera, la dinamica di pressione, il livello e altri parametri. Generalmente è dotato di regolatori essenziali (fader di livello e alcuni controlli rotativi per la posizione nel panorama stereo e la mandata effetti).
Il mixer USB è invece un apparato che si collega al PC o a schede audio esterne e accetta segnali analogici o digitali in ingresso, per elaborarli e inviarli tramite interfaccia USB.
APPLICAZIONI PRATICHE
Registrazione multitraccia
Il setup di un mixaggio per una registrazione multitraccia è quello più appropriato alla nostra rubrica, che parla proprio di autoproduzione. Basterà fare tesoro delle descrizioni tecniche esposte precedentemente e operare sinteticamente come segue:
- collegare ciascuno strumento/microfono al relativo canale di ingresso;
- tarare ogni canale agendo sul rispettivo regolatore di guadagno (in modalità PFL), in modo da determinarne il livello ottimale;
- aggiungere a ogni canale l’equalizzazione desiderata;
- se si desidera processare un canale con una unità di effetti specifica per il canale, usare l’insert di canale, regolando appropriatamente il processore;
- se c’è una unità di effetti collegata per l’intero mix, collegarla attraverso una mandata AUX, facendo ritornare nel mixer l’uscita del processore attraverso un ritorno stereo; regolare il livello AUX di ogni canale, nonché il livello master AUX presente nella sezione master del mixer;
- se si vuole registrare ogni traccia separatamente, assegnare ogni canale a un gruppo. Nel nostro esempio è possibile registrare 8 tracce separatamente;
- regolare il bilanciamento di livello di ogni canale, fino a dare a ogni strumento la presenza desiderata;
- collegare l’uscita di ciascun gruppo alla rispettiva traccia in ingresso del registratore multitraccia;
- regolare il livello di uscita di ogni gruppo a un livello appropriato;
- monitorare il segnale o attraverso l’uscita cuffie del mixer, o attraverso l’uscita del registratore;
- iniziare la registrazione.
Esibizione dal vivo
Operare sinteticamente come segue:
- collegare ciascuno strumento/microfono al relativo canale di ingresso;
- tarare ogni canale agendo sul rispettivo regolatore di guadagno (in modalità PFL), in modo da determinarne il livello ottimale;
- aggiungere a ogni canale l’equalizzazione desiderata;
- se si desidera processare un canale con una unità di effetti specifica per il canale, usare l’insert di canale, regolando appropriatamente il processore;
- se c’è una unità di effetti collegata per l’intero mix, collegarla attraverso una mandata AUX, facendo ritornare nel mixer l’uscita del processore attraverso un ritorno stereo; regolare il livello AUX di ogni canale, nonché il livello master AUX presente nella sezione master del mixer;
- se si vuole assegnare uno o più strumenti a un gruppo per regolarne globalmente il livello (ad esempio una batteria acustica microfonata separatamente per ogni pezzo o un insieme di voci di coro), assegnare a un gruppo uno o più canali;
- regolare il bilanciamento di livello di ogni canale, fino a dare a ogni strumento la presenza desiderata;
- regolare il livello di uscita di ogni gruppo a un livello appropriato e assegnarlo al mix generale;
- monitorare il segnale attraverso l’uscita cuffie del mixer o collegando un sistema di amplificazione di controllo a una mandata “matrix”;
- se si vuole disporre di un programma musicale alternativo da diffondere durante le pause degli strumentisti (CD o altro), collegare il lettore di CD a un ingresso stereo attraverso l’ingresso CASS/CD;
- iniziare la performance.
In ogni caso bisogna ricordare che qualsiasi applicazione richiede un po’ di tempo da dedicare a prove e riscontri, evitando di operare frettolosamente. Bisogna invece testare diverse soluzioni, scegliendo quella più appropriata al caso. E’ sempre molto meglio perdere un po’ di tempo nell’effettuare prove preliminari piuttosto che dover ripetere tutta un’esecuzione, venuta male a causa della fretta eccessiva. Questo, se è possibile durante una sessione di registrazione, diventa improponibile nel caso di un’esibizione “live”, in cui – una volta partiti – è molto difficile fermarsi per poter tarare drasticamente livelli e regolazioni del mixer.
GUIDA ALL’ACQUISTO
L’acquisto di un mixer è molto impegnativo dal punto di vista economico, specialmente quando si tratta di un mixer semi-professionale o professionale, ma le soddisfazioni che un buon apparecchio regala in termini di resa sonora, nella generalità dei casi, fanno dimenticare presto la somma spesa.
In generale bisogna orientarsi su un mixer “equilibrato” rispetto alle proprie esigenze. Inutile quindi acquistare un banco da 48 canali se si deve usare per la registrazione di una band di 4 o 5 elementi. Allo stesso modo, non bisogna commettere l’errore di optare per un mixer sottodimensionato: ciò costringerebbe ad un ulteriore acquisto, determinando un aumento inutile di spesa.
Un buon compromesso è quindi l’acquisto di un mixer 20:4:2, cioè con 20 canali in ingresso, 4 gruppi e un’uscita master con relativi controlli. La qualità è garantita con marche tipo Soundcraft, Neve e Mackie. Anche Alesis, Behringer, Lem e Roland e Yamaha costruiscono ottimi apparecchi con un buon rapporto qualità/prezzo. In ogni caso, bisogna fidarsi del proprio orecchio ed evitare i banchi caratterizzati da un costo troppo basso, che generalmente non forniscono una buona resa sonora.
Personalmente sconsiglio, infine, l’acquisto di un mixer con processore multieffetto integrato (a meno che non si tratti di un mixer digitale). L’esperienza insegna che un processore esterno possiede una qualità e una versatilità di gran lunga superiori a quelle integrate in un banco analogico. Meglio riservare le proprie attenzioni alla qualità nella circuitazione impiegata e alla solidità dell’apparecchio.
MANUTENZIONE
Un mixer non necessita di esagerata manutenzione. Basta solo qualche piccolo accorgimento per permettere di mantenere le sue caratteristiche sonore inalterate nel tempo.
La peggior nemica di un mixer (come di ogni apparato elettronico) è la polvere: la penetrazione di polvere all’interno di un apparato produce lentamente ma inesorabilmente danni funzionali, determinando crepitii quando si muovono i fader o i vari altri regolatori. Per prevenirla basterà coprire l’apparecchio, quando non è in uso, con un panno in materiale semi-sintetico impermeabile (come il tessuto plastificato). Per spolverare la superficie esterna, adoperare un pennello a setole morbide. Se la superficie è molto sporca, usare un panno imbevuto di una soluzione di acqua e detergente neutro (al 15-20%) e asciugare subito dopo. Non usare mai altri tipi di detergenti chimici, che possono irrimediabilmente danneggiare le finiture dell’apparecchio.
Di tanto in tanto, per mantenere in efficienza i regolatori, bisognerà rimuoverli dalla loro posizione, ruotandoli ripetutamente a sinistra e a destra. La stessa cosa andrà fatta con i fader e i pulsanti.
Stessa cosa andrà fatta con i connettori. Bisognerà rimuovere e reinserire i connettori nelle loro rispettive prese, per eliminare eventuali micro-ossidazioni da contatto. Se necessario, pulire l’interno delle prese con un cotton fioc e una soluzione di pulizia a base di alcool isopropilico, l’unico in grado di volatilizzare senza lasciare residui dopo aver esercitato l’azione pulente.
SOUND-CHECK
Qualora dovesse verificarsi uno dei malfunzionamenti seguenti, provate a seguire i consigli riportati nella tabella, prima di contattare il centro di assistenza tecnica. Nella maggior parte dei casi, i “sospetti” malfunzionamenti sono risolvibili con poche accortezze…
Tipo di malfunzionamento |
Suggerimenti |
Alimentazione assente |
|
Suono assente su un canale/gruppo |
|
Suono assente su una mandata AUX |
|
Suono intermittente |
|
Suono distorto |
|
Suono troppo alto |
|
Suono troppo basso e/o non intelleggibile |
|
Presenza di rumore di fondo nel segnale |
|
Presenza di “click” o di crepitii nel segnale |
|
Presenza di altre voci o di interferenze radio nel segnale |
|
ANTEPRIMA
Nel prossimo numero, inizieremo a parlare dei processori di effetti, quei meravigliosi apparecchi utilizzati per controllare la dinamica o il tono del segnale (compressori, equalizzatori) o per aggiungere effetti speciali come il riverbero, chorus, eco e tanti altri.
di Angelo Molinaro
