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Sorellina cattiva.

Dopo il successo ottenuto con la “Rexton” (alternativa alle costose Mercedes “ML” e alle altre 4×4 di “marca”), la coreana Ssangyong sfida il gigante Toyota e la sua “Rav 4”, con una nuova Suv un po’ più compatta, la “Kyron”.

In fatto di dimensioni, in realtà, i suoi 4 metri e 66 centimetri sono poco meno rispetto ai 4,72 della “Rexton”, ma la nuova arrivata punta su un design molto più aggressivo e dinamico, anche se discutibile per alcuni particolari. La “Kyron” ha un muso appuntito e fianchi a cuneo, dove risaltano cerchi di lega da addirittura 18″, mentre nell’abitacolo rinuncia alle sfarzose finte radiche della “Rexton” e rincorre un design più “giapponese”, inteso come originale e spigoloso, a partire dalla console protesa verso il guidatore fino ai grandi tasti a “spicchi” ai lati del volante.

Allo stesso tempo, però, questa Suv non deve spaventare, così sacrifica un cilindro e si accontenta di quattro al posto di cinque: invece dell’ottimo turbodiesel 2.7 della “Rexton”, monta un due litri da 141 CV, sempre di derivazione Mercedes. La “Kyron”, come s’intuisce a prima vista, ha una posizione di guida piuttosto alta, con spazio abbondante sopra la testa e buone regolazioni del sedile: due manopole permettono di alzarlo e di variarne l’inclinazione, mentre il volante va su e giù, ma non si muove in profondità. Colpiscono un po’ negativamente i finti tasti sulla “pagnotta” del volante, ma tutto sommato i comandi sono ben disposti e si familiarizza presto con l’originale plancia. Lo spazio è abbondante pure dietro, dove si sta abbastanza bene in tre, grazie a una larghezza di ben 140 centiemtri all’altezza delle spalle, o meglio ancora in due, col bracciolo centrale abbassato.

Alla guida, la “Kyron” smentisce le caratteristiche di aggressività promesse dalla carrozzeria. Siamo su un macchinone di oltre due tonnellate di massa a vuoto (2004 kg dichiarati, che salgono a 2090 in condizioni di prova) e il motore “2.0 Xdi” fa il possibile. I numeri della pista, in ogni caso, non sono affatto male, visto che il test di accelerazione “zero-cento” segna un tempo di 14,9 secondi, ma la sensazione è che sia meglio adattarsi a una guida più rilassata. In particolare, poi, la vettura provata mostra un certo vuoto in accelerazione a tutto gas in terza, fino a riprendere di slancio a 2500 giri al minuto. Meglio la ripresa in quinta, dove il motore si dimostra abbastanza elastico e pronto.

Lo sterzo è molto demoltiplicato, ma questo fa parte delle caratteristiche della vettura, in buona parte riprese dalla “Rexton”: un comando lento e non troppo diretto è normale per una fuoristrada, anche se diventa un limite nelle manovre d’emergenza su asfalto, dove risulta complicato recuperare rapidamente la traiettoria. D’altra parte, la “Kyron” è una Suv abbastanza specializzata per l’off-road, come dimostrano il robusto telaio a traverse e longheroni e il cambio con le ridotte. In fondo, la coreana garantisce buona trazione su ogni terreno e un discreto confort di viaggio, anche alle velocità autostradali, e il suo lavoro finisce lì.

Rimane qualche perplessità sul design, un po’ troppo pesante e pasticciato, soprattutto nella parte posteriore. Ma qualche difetto di stile si può perdonare a fronte di un prezzo di listino piuttosto conveniente

Gianluca Ionà