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All’orizzonte, da qualche parte una nave solca le placide acque del mar tirreno nel tratto compreso tra le isole Eolie e la costa calabra…d’improvviso, quella stessa nave sparisce e di lei non si saprà più nulla anche perché nessuno vorrà sapere più niente di lei…

Non si sa da dove sia partita né dove fosse diretta né cosa trasportasse (ufficialmente), non c’è più alcuna traccia di lei e del suo equipaggio. Nel corso di questi anni una, due, tre e chissà quante altre navi sono misteriosamente scomparse nel disinteresse generale; ci riferiamo ad una vicenda che ha dell’assurdo e del vergognoso insieme e che, purtroppo, riguarda ancora una volta la Calabria e la sua triste storia fatta di scandalosi e deplorevoli episodi…

Tutte puntate di una stessa maxi-serie.

Cari lettori in una terra, la mia terra, maledetta da Dio e dagli uomini succede anche questo… succede, infatti, che navi della lunghezza di cento metri (e più) con il loro carico di morte solchino le sue acque per essere inabissate senza problemi a due o tre miglia dalle coste, tutte meta (in verità sempre meno) del turismo estivo; l’ennesimo schiaffo alla dignità di una terra che non riesce proprio a reagire. La notizia che riportiamo, divulgata attraverso un lungo memoriale redatto da un pentito affiliato ad una potente cosca calabrese, ha conquistato da tempo la ribalta delle cronache nazionali ed estere e riguarda un traffico di rifiuti tossici che, per anni, avrebbe imperversato anche sulle rotte marittime della nostra “povera” Calabria, a volte, meta finale di quei carichi di morte “a zonzo” per i mari di mezzo mondo.

Dopo qualche anno, finalmente, la magistratura locale ha voluto “vederci chiaro” disponendo le opportune indagini fino a giungere a sopralluoghi attestanti la sinistra presenza di una o più navi adagiate (a oltre quattrocento metri di profondità) sui fondali antistanti la località balneare di Cetraro; navi lunghe cento metri, inghiottite dalle innocenti acque del tirreno e dalla malvagità di uomini senza scrupoli e capaci di tutto.

La domanda, a questo punto, sorge spontanea.

Ma com’ è potuto succedere che navi di quelle dimensioni siano affondate senza che nessuno, in particolar modo la locale stazione della capitaneria di porto di Cetraro, si accorgesse di nulla? Possibile che i nostri spazi marittimi siano così facilmente violabili? A tal proposito, la versione del pentito sembrerebbe dare risposta agli inspiegabili (almeno ufficialmente) interrogativi, infatti, sempre a detta del pentito, lo stato era perfettamente a conoscenza di quegli strani naufragi e che, addirittura, qualche losco figuro, affondasse i carichi di morte anche per suo conto.

Prezzo dell’operazione?

Settantacinque milioni delle vecchie lire! I miei occhi ricordano che nel 1999 le acque che bagnano le spiagge di Cetraro erano solcate da una strana chiazza oleosa color giallo canarino…ricordo che nessuno sapeva fornire spiegazioni…e che la chiazza emanava un odore nauseabondo, chissà, allora, potrebbe essere vero che.. Una cosa è certa: nessun muro di gomma potrà respingere, smentendo, ciò che hanno visto i miei occhi.

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