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Avremmo avuto bisogno di Einstein: ci siamo arrangiati!


Una bussola… facile facile ! – 7

Continuiamo la rubrica che si occuperà di spiegare in che modo imparare a padroneggiare la nostra bussola interiore definita logica Universale, per riuscire a liberarci dalla schiavitù dei conflitti ed orientarci fra cos’è giusto e cosa va evitato. Il lavoro risente degli studi del medico psicoterapeuta Giovanni Russo e dei suoi avanzamenti scientifici.

BUONA LETTURA.

Ho letto che la Logica ha due facce, una per la funzionalità del corpo, e l’altra per la funzionalità della psiche; stando così la situazione, cosa accade ogni volta che produciamo elaborati illogici e li mettiamo in atto? Ne risente automaticamente anche il corpo oppure le due facce “lavorano” separatamente?

Premettiamo che, corpo e psiche, pur essendo strutture di una medesima personalità reagiscono alle sollecitazioni in maniera differente. Il primo, infatti, risulta essere costituito dall’assemblaggio dei vari organi e apparati e funziona mediante ormoni, neurotrasmettitori e modulatori di vario genere. La seconda, invece, prende origine e funzionalità dai dialoghi che si mettono in atto negli atomi del DNA delle varie cellule.

E questo, come si riallaccia alla mia domanda?

Per quanto concerne la componente corporea, la Logica interviene prima del periodo embrionale (per indurre le cellule staminali a specializzarsi) e poi, per il resto della vita, agendo da modulatore nei confronti dell’attività metabolica cellulare, della produzione e del rilascio di mediatori di vario genere, etc. Il tutto, per consentire, alla fine, una corretta funzionalità di organi e apparati.

Bene, ma…

Per quanto riguarda l’aspetto psicologico, la Logica interviene, invece, come regolatore dei flussi di informazione che si generano e si trasmettono a livello di particelle come, ad esempio bosoni, gluoni etc. Questo, per consentire una sorta di sommario controllo sulle dinamiche di protoni, neutroni ed elettroni.

Si… ma, la risposta alla mia domanda?

Allora, degli elaborati scorretti, producono conflitti che condizionano il normale funzionamento della psiche, disturbando il sistema. Perché ciò coinvolga anche l’aspetto organico, è necessario che trascorra del tempo, affinché le anomalie dei dialoghi atomici, possano agire da destrutturante per il DNA. Quindi, la prima a risentirne è la psiche (e la cosa può terminare anche lì, con la produzione di disturbi psicologici sempre più complessi). In seguito, se qualcosa non cambia negli elaborati di pensiero e, di conseguenza, nello stile vita, anche la componente corporea verrà interessata.

Ah, è tutto chiaro. Grazie!

Prego.

Continuiamo. Nel libro del Dott. Russo “L’essere umano per una vita migliore”, nel capitolo della Logica si afferma che, quest’ultima, vigila la rigenerazione delle energie affettive, aggressive, neutrergiche. In cosa consiste concretamente questa funzione di vigilanza della logica e come avviene la rigenerazione energetica?

Ma non so se si è resa conto di che razza di domanda mi ha posto! Lei crede che le leggi e le motivazioni che regolano i fenomeni che consentono la vita siano semplici e alla portata di tutti!

Ma non credevo…

Posso provare a descrivere quello che la scienza propone, aggiungendo alcune ipotesi riguardanti l’essere umano. Per intenderci, dovremo parlare del concetto di interazione.

E cos’è l’interazione?

Rappresenta l’azione fra due o più elementi che dialogano fra loro, mediante l’utilizzo di forze che attraggono o respingono.

Bene. E come agisce?

Generando dei dialoghi all’interno degli atomi, capaci di fornire informazioni “assemblanti” che produrre il macrofenomeno chiamato essere umano.

Si, ma come accade?

E dalle, che fretta! Ma possibile che non sia in grado di sapere aspettare?

E che io ho bisogno di sapere…

A si? E se io le parlassi, all’improvviso, di gluoni e bosoni, lei cosa capirebbe?

Niente.

E allora, per favore, stia tranquilla e resti in ascolto, che il discorso, almeno per me, è piuttosto complesso.

Va bene.

Noi sappiamo che negli atomi esistono particelle chiamate Elettroni, Protoni e Neutroni. Le prime non si scompongono ulteriormente perché sono particelle “elementari”; le altre due, invece, risultano dall’assemblaggio di tre tipi di Quark, ciascuna. E’ tutto chiaro finora?

Si.

Bene. utilizzerò, in parte, delle informazioni che ho pubblicato sul primo articolo riguardante la Logica, perché, in questo modo, potrò essere chiaro e semplice.

Si, va bene.

Torniamo agli atomi. L’interazione generata dagli elettroni e dai protoni, si determina fra la parte periferica di ogni atomo ed il suo nucleo centrale. Riguarda tutte le particelle dotate di carica elettrica come, appunto, protoni (caricati positivamente) ed elettroni (caricati negativamente), determinando fenomeni di attrazione (fra cariche opposte) e di repulsione (fra cariche uguali). Il dialogo fra le particelle avviene mediante emissione ed assorbimento di fotoni. I nostri atomi esistono grazie all’attrazione degli elettroni nei confronti dei protoni e viceversa. Questo consente la nostra strutturazione organica. A livello psichico, posiamo affermare che, le informazioni generate nel nucleo degli atomi (dove si “crea” il pensiero) vengano diffuse all’esterno dagli elettroni. Con lo stesso principio, siamo costantemente informati di ciò che accade, grazie agli Input degli elettroni che rilasciano messaggi verso il nucleo dell’atomo. Posso andare avanti?

Si, sono curiosa di sapere come va a finire!

Occupiamoci, ora, di ciò che accade nel nucleo dell’atomo. Le interazioni prodotte sono, rispettivamente, l’Interazione nucleare forte e l’interazione nucleare debole. Cominciamo dall’interazione forte. Interessa i costituenti del nucleo atomico ed è responsabile della coesione della materia e delle proprietà nucleari. Non si estende al di là del raggio nucleare. Il dialogo di coesione fra protoni e neutroni e fra i quark che compongono i protoni ed i neutroni, avviene grazie ai gluoni. In pratica, senza l’interazione forte, non esisterebbe il nucleo dell’atomo e, quindi nessuna struttura atomica: nell’universo ci sarebbero solo sciami di particelle sub atomiche. Come ho avuto modo di spiegarle altre volte, dal punto di vista psicologico l’interazione forte crea quella condizione di solidità interiore che si basa su certezze che costruiamo, diventando ogni giorno più equilibrati ed armonici mediante il raggiungimento di standard qualificanti (autoaffermazione, autostima, corretto rapporto col mondo esterno, etc.

Concludiamo con l’Interazione nucleare debole. Interessa le particelle subatomiche ed è responsabile del decadimento nucleare, a seguito del quale, da “vecchi” atomi, se ne generano di “nuovi”. Le particelle coinvolte in questo meccanismo disgregativo, sono i bosoni. Anche per questo tipo di fenomeno fisico, esiste un risvolto che influenza l’aspetto psicologico. L’ipotesi è che l’interazione debole sia responsabile di quelle condizioni di indecisione, di insicurezza, che ogni essere umano ha, in momenti della propria vita e della propria giornata, legati a fattori di stanchezza o di trasformazione delle idee con aree di smantellamento delle vecchie strutturazioni, come preludio per nuove costruzioni, in cui sarà coinvolta l’interazione nucleare forte.

E la Logica, in tutto questo, che ruolo svolge?

Fornisce i riferimenti standard corretti cui si “ispirano” le particelle per “dialogare” fra loro e “creare” gli elementi fondamentali per il funzionamento della psiche e dell’intero organismo. Mi spiego meglio. Giovanni Russo ipotizzava che, dallo scambio di informazioni che si determina negli atomi di cellule come Nevroglia e Neuroni, vengano generate manifestazioni energetiche aventi caratteristiche fisiche tali da qualificarsi come affettività, aggressività e neutrergia. È chiaro che, l’esistenza di una stazione di controllo che agisca anche come parametro di riferimento, costituisce una garanzia di produzione energetica adeguata alle effettive esigenze.

Ma perché l’energia si “consuma”?

A livello delle attività subatomiche, una parte dell’energia viene dissipata (sotto forma di calore) nella reazione e nel dissolvimento di legami (subatomici, atomici, molecolari, etc.) oppure nel decadimento energetico (in cui da un neutrone, che si “dissolve”, si produce un protone, un elettrone, anti-neutrino elettronico e una certa quota di energia “libera”).

Ma Albert Einstein non aveva capito che la massa di un corpo può trasformarsi in energia la quale può ritrasformarsi in massa? Ha avuto un Nobel per questa scoperta!

Quello che afferma è vero ma in teoria. Nella realtà, le cose vanno diversamente. Le faccio un esempio. Se bruciassimo un ciocco di legno, in un caminetto, otterremo luce, calore e cenere. Una volta consumato, però, il ciocco non potrebbe più riformarsi innescando il meccanismo di equivalenza fra la massa e l’energia.

E perché?

Perché ci sarebbe impossibile recuperare la luce (i cui fotoni si sono “dispersi”) e il calore che, ormai, ha svolto il compito di aumentare il valore entropico (di accelerazione delle particelle) dell’ambiente circostante. Nel linguaggio comune, si parla di rigenerazione energetica. Sarebbe più corretto, invece, osservare che quello che regge il gran ballo della vita, nell’Universo, è rappresentato dal continuo decadimento e ricostituzione degli atomi di base ( ad opera dell’Interazione debole e forte).


Vale anche per gli esseri umani?

Si, certo. Dal punto di vista organico, traiamo l’energia per le attività quotidiane e le “riparazioni” interne, dal cibo che introduciamo, che fornirà il combustibile per quelle importantissime caldaie, presenti in ogni cellula e chiamate mitocondri. Per quanto riguarda le attività mentali, il carburante viene rappresentato dalle stimolazioni che giungono dal mondo esterno che, scomposte fin nei minimi termini, vanno ad alimentare le dinamiche atomiche fondamentali.

Fantastico! Ma come si giunge a queste scoperte?

La parola “magica” è serendipity.

Cosa?

Secondo una leggenda, il Sultano di Sendip (l’attuale Sri Lanka)partì alla ricerca dell’oro. Si spinse molto lontano senza trovarlo. Si imbatté, invece, in un tipo di the di qualità superba che, alla fine, si rivelò essere più preziosa dell’oro. Basandosi anche su questo racconto, lo scrittore inglese Horace Walpole (vissuto nel 1700) coniò il vocabolo serendipity. Questo termine, insomma, identifica la capacità di trovare ciò che non si sta cercando. È così che sono avvenute moltissime scoperte scientifiche.

Bellissimo! Però, per oggi credo che possa bastare: mi sento un pò stanca.

E beh! Io, invece, sono bello fresco!


Dr. Giorgio Marchese – Medico Psicoterapeuta

Si ringrazia Erminia Acri per la formulazione delle domande.