Posted on

Quali sono i fattori di rischio?


…Per crescere meglio – 17

Questa lunga maratona su famiglia e dintorni mi sta prendendo la mano, ma, devo dire con grande soddisfazione, che è ormai un appuntamento tra i miei impegni settimanali a cui non so rinunciare per cui, anche stavolta, andiamo a noi….

E’ vero che uno dei motivi per cui le famiglie si possono “sfaldare” (consideriamo sia l’aspetto coppia sia il rapporto genitori-figli) può essere dato dal fatto che si esce la mattina da casa e si fa rientro solamente alla sera… saltando, in questo modo, dei momenti di aggregazione come il pranzo o la cena… o anche una colazione tranquilla a cui partecipano tutti i componenti della famiglia?

E’ un dato di fatto che, soprattutto nelle città di grandi dimensioni in cui gli spostamenti per il lavoro da parte dei genitori comportano un enorme dispendio di tempo, ci si incontra solo la sera… E allora i figli vengono sistemati in ambienti, si spera, il più possibile protetti che possono essere la scuola, dei parenti o centri di baby -parking…. (questo discorso vale, ovviamente, anche per chi abita in piccoli centri ma è costretto a sobbarcarsi lunghi spostamenti per recarsi al posto di lavoro).

Anche i genitori si allontanano fra di loro con questo stile di vita….

..Il problema riguarda sia il rapporto di coppia che la dinamica familiare. Quest’ultima, perché, per poter creare qualcosa di valido, c’è bisogno della frequentazione. I bambini, in questo caso, soprattutto quelli piccoli, imparano delle regole e acquisiscono degli apprendimenti che non sono quelli dei genitori; di conseguenza, nel tempo, entreranno in conflitto con la famiglia di appartenenza perché si sentiranno sempre più estranei e non potranno considerarsi come facenti parte di un gruppo, ma saranno piuttosto confusi da disomogeneità di un sistema educativo che risente molto della presenza di tante teste… si spera pensanti!

Per quanto concerne il rapporto di coppia il rischio è ancora maggiore perché, comunque, i figli continuano a svolgere il ruolo di figli, vuoi che siano a scuola, vuoi che siano da qualche parente, vuoi che siano affidati ad una baby-sitter… sempre come tali vengono trattati… Sono figli di altri, ma sono sempre figli!

Invece, per quanto concerne la coppia, ognuno dei due partner, certamente finirà per frequentare ambienti lavorativi in cui troverà sia uomini che donne e comincerà, nel tempo, a scambiare opinioni e a costruire interessi in comune, limitati al lavoro o anche ad altro, certamente, da un punto di vista qualitativo e quantitativo maggiore rispetto a quello che può avere col partner perché, anche i momenti in cui ci si può incontrare (ci si riduce solo alla sera), risentiranno moltissimo della stanchezza accumulata durante la giornata e, in un certo qual modo della soddisfazione per quello che già si è fatto.

Per questo poi non si ha molta voglia di dialogare e si finirà col discutere di quello che probabilmente si farà il giorno di festa, o di cosa si mangerà la sera dopo, delle bollette da pagare… e quindi o non si crea affatto un buon rapporto di coppia a si sfalda strada facendo.

E allora non c’è nessuna speranza di far andare avanti un rapporto con queste… diciamo “coordinate”?

Beh, andiamoci piano!

Cioè?

Te lo spiego subito. Se si ha l’accortezza e la maturità di costruire degli interessi in comune che si perseguono nel momento in cui è possibile e, comunque, si mantengono nel tempo, tale rischio si riduce moltissimo.

Ma rimane, però?

La possibilità che un rapporto di coppia tenda ad esauririsi è sempre possibile e dipende da quanto ci si investe, dal legame affettivo che si instaura, dai piaceri amorosi che ne conseguono (erotismo) e dalrapporto di intensa e vera “amicizia” che si crea.

Ho capito.

Come dicevamo prima, gli sfaldamenti non avvengono solo nell’ambito della coppia che costituisce una famiglia, ma anche fra genitori e figli per cui questi ragazzi, non avendo un buon rapporto familiare alle spalle, si creano un mondo tutto loro, a parte…

Ho letto un libro interessante, dal titolo “giochi pericolosi” scritto da due psicologi esperti del settore (Rolando Ciofi, Segretario Generale del Movimento Psicologi Indipendenti, e Dario Graziano, esperto di Web Community) e mi sono resa conto che, per esempio, navigando in Internet, si comunica via Chat con sconosciuti e, alle volte, si incappa in situazioni pericolose o, nella migliore delle ipotesi, ci si rimbecillisce giocare per intere giornate, On Line con qualcuno… che so.. del Giappone o dell’Australia. Inoltre, sempre su quel libro, mi sono resa conto che i ragazzi, in questo modo, imparano ad usare un linguaggio, verbalmente parlando, completamente diverso, estraneo rispetto a quello comune, il che li mette a rischio di alienazione mentale.

Vogliamo commentare questo fenomeno insieme?

Guarda… Internet è una grande piazza globale dove puoi incontrare del positivo o del pericolo a seconda di ciò che stai cercando e della amturità che ti ritrovi. Se ci vai per curiosare in maniera “sprovveduta” o “morbosa” è maggiore la possibilità di incappare in situazioni a rischio. Quindi, di per sé, Internet non rappresenta un pericolo, dipende dall’uso che se ne fa. E’ chiaro che ragazzi che crescono senza un ordine, legato a quello che può essere la frequentazione di una famiglia, cercano di costruirsi un modello educativo in maniera autonoma, prendendo come riferimento quello che hanno a disposizione.

Una volta c’erano le comitive, l’oratorio, gli ideali politici, gli idoli musicali di Woodstock. Oggi diventa sempre più l’aggregazione in Internet dove i ragazzi possono incontrare dei modelli slegati da quella che è la Società reale.

Tu parlavi di linguaggio strano. Ebbene appartiene ad un gergo che, da una parte punta a rafforzare l’appartenenza ad un gruppo particolare che è quello di dialogo di forum specifici o di giochi particolari, dall’altra porta sempre di più ad allontanarsi da un contesto concreto perché, la Società, diventa tutto quello che c’è al di là del monitor, nei fili telefonici, sui server…

Sempre di più i giovani si isolano, si allontanano da quello che può esserci fuori casa e si rinchiudono nelle loro stanze a costruire delle realtà virtuali che mascherano, in parte, le loro paure di relazionarsi con gli altri; infatti acquisiscono dei nomi convenzionali (nick-name) e partecipano a giochi che ricordano molto film mitologici dove possono rivestire i panni dell’eroe risolutore.

Più dura, nel tempo, questo modo di fare e maggiore sarà la difficoltà a rientrare nella vita di tutti i giorni perché, mediante l’acquisizione delle competenze per diventare campioni nei war-game, sublimano la paura di non essere capaci di costruirsi una vita normale.

Dal risultato di un recente sondaggio ho appreso che è sempre più dilagante fra i giovani l’uso di alcool (che si è aggiunto a quello delle droghe)…. Ricordo che, quando sono andata a vedere il concerto di capodanno in piazza, ho notato con sgomento che, a terra, c’erano dappertutto bottiglie di alcool di vario genere… dal whisky alla birra allo spumante ecc. Ma perché i giovani si autodistruggono così?

Mah, sono tutti “sistemi filtro” fra se stessi e quello che c’è intorno. Consentono di tamponare le difficoltà che si avvertono nella relazione con la propria identità e nel contesto interpersonale. Noi sappiamo che le droghe consentono di vivere condizioni di realtà ancora più virtuali di Internet (con allucinazioni connesse) e l’alcool, da una parte scioglie le inibizioni e, dall’altra, costituisce un momento di aggregazione così come, nelle tribù indiane poteva essere fumare il calumet della pace.

Sono segni particolari di appartenenza a “sincizi”: ainfatti, a seconda del gruppo si beve un vino o una birra particolare, come se fosse veramente un segnale di riconoscimento.

La cosa preoccupante è che si osserva il ritorno all’alcool, rispetto all’uso delle droghe, quasi come se fosse un miglioramento. Questo è paradossale perché comunque abbiamo la misura di quanto, nel quotidiano, non si possa sperare molto di vivere al positivo, ma almeno di cercare di sopravvivere col meno negativo possibile.

Mi domando quanto si evolverà ancora in negativo questa nostra società e, se penso che mia figlia è ancora agli albori della sua giovane vita e che vivrà in questo mondo, la cosa mi terrorizza!

Ad una osservazione attenta, possiamo concludere che, comunque, l’ambiente si evolve. Basta considerare i passi avanti fatti nel campo dei diritti umani o delle scoperrte scientifiche. Quello che ancora non funziona è da addebitare alla incopleta maturità umana.

E quello che sembra andare peggio?

Hai detto bene, “sembra”.

Cioè?

Questo è dovuto, per lo più, alla riduzione dei condizionamenti moralistici autocostrittivi. In pratica, oggi, ci si sente più liberi di manifestare il proprio malcontento… e anche più confusi perché, l’euforia indotta da questa liberazione, porta a “buttare a mare” anche i valori positivi.

Mi viene in mente l’ultima scena di un film di Totò (La banda degli onesti), in cui volendo bruciare dei soldi falsi, nel rogo sono terminati anche i soldi del suo stipendio!

Spero di continuare a fare un buon lavoro, come madre, per non avere rimorsi… Tu che ne pensi doc?

Che bisogna perseverare nelle proprie azioni perché, come diceva Italo Calvino, “La vita è un insieme di avvenimenti, di cui l’ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l’insieme”.