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Sembra quasi che il mondo della giustizia abbia ascoltato le nostre rimostranze in merito al muro di gomma eretto intorno alla vicenda inerente i lavori per l’ammodernamento dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria! Caro lettore, parliamo di infiltrazioni mafiose nel sistema degli appalti, ennesima vergogna di questo ultimo lembo di territorio italiano che risponde al nome di Calabria. Oramai la regione dell’estremo sud baciata dal sole e tinta dal colore rosso vivo del sangue che la mafia ha fatto scorrere lungo il corso degli anni, deve la sua notorietà solo ed esclusivamente a questo fenomeno che ha generato due figlie: paura e omertà! La mafia non si vede, la mafia non si sente eppure tutti sappiamo che c’è, si avverte nell’aria, resa putrida dalla paura come dall’odore intenso e fastidioso della polvere da sparo; una paura che potrebbe dissolversi come neve al sole se solo le istituzioni e, quindi, lo Stato facessero avvertire la loro presenza costante e rassicurante, tanto da spingere i cittadini verso una forte collaborazione che contribuirebbe a debellare questo male che sta divorando, irrimediabilmente, la dignità dei calabresi. Ma torniamo all’argomento principale di questo editoriale, e cioè, la vergogna delle ingerenze mafiose nei cantieri (e non solo) aperti per il riammodernamento dell’autostrada A3. Finalmente saranno processati i settantadue indagati tra cui spiccano nomi eccellenti di funzionari, dirigenti, responsabili delle varie ditte aggiudicatrici delle “ormai famose” gare d’appalto, oltre a tecnici dell’ANAS e personaggi di spicco della malavita organizzata… PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



…del cosentino. Di fronte a Tutto questo, oggettivamente, ci viene un forte conato di vomito quando, dagli schermi dei nostri televisori osserviamo il protagonista di un noto spot pubblicitario, uno sconosciuto dirigente ANAS, rassicurarci sulla situazione dei lavori effettuati sul tratto di strada in questione e sulla sicurezza che si starebbe privilegiando proprio su quell’arteria. Non sappiamo se quel sorridente dirigente sia a conoscenza dei mille disagi quotidiani a cui i fruitori dell’infrastruttura sono sottoposti, né, tantomeno, se il simpatico oratore dello spot abbia contato il numero delle vittime cadute da quando i lavori hanno avuto inizio. Ci verrebbe voglia di chiedergli, in diretta mondovisione, se conosca o meno le condizioni dei tratti, definiti ammodernati, le condizioni dell’asfalto e il numero degli operai dell’ANAS, cadute proprio perché lungo la Salerno-Reggio di sicurezza proprio non c’è nemmeno l’ombra. Crediamo che quel sorriso stampato sarebbe sostituito da un pianto dirotto….ma, oggi, non servirebbe a nulla se non a mendare una sola coscienza: proprio quella del protagonista dello spot in questione. Le indagini, magistralmente condotte dal p.m. Facciolla, hanno disseppellito, attraverso un certosino lavoro di ricostruzione, deprecabili connivenze che hanno permesso la concessioni degli appalti a imprese disponibili a versare parte dei guadagni alle cosche, somme, queste, che le stesse imprese recuperavano attraverso l’utilizzo di materiale scadente, certificato come ottimo, a fine lavoro, da tecnici di laboratorio compiacenti. Grazie a questa gente siamo costretti a viaggiare alla stratosferica velocità di sessanta km/h su molti tratti dellA3 sequestrati proprio per mancanza di sicurezza, esattamente quella sicurezza tanto declamata dall’allegro protagonista dello spot pubblicitario citato in precedenza che, a tal proposito, vorremmo invitare a percorrere, da privato cittadino, tutto il tratto autostradale incriminato. Abbiamo fiducia nella giustizia, e, se in corso di processo saranno confermate le responsabilità dichiarate dal p.m. chiediamo, da cittadini offesi, che non si abbia nessuna pietà verso chi, in nome del Dio Euro, ha sacrificato le sue vittime… automobilisti ignari di andare incontro ad un atroce destino e colpevoli solo di morire e sopportare disagi per responsabilità altrui!