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Un nuovo allarme mafia scuote la dignità del popolo calabrese.. è di questi giorni, infatti, la notizia che il Consiglio dei Ministri ha deciso lo scioglimento dei consigli dei Comuni di Africo, Monasterace e Roccaforte del Greco, in provincia di Reggio Calabria. Il motivo di questa decisione a livello centrale, è purtroppo sempre lo stesso, ingerenze mafiose all’interno dell’attività di amministrazione e gestione della cosa pubblica. Ancora una volta, quindi, la Calabria conquista il titolo sulle cronache e, ancora una volta, purtroppo, in negativo! Forse è giunto il momento di interrogarsi seriamente sulle motivazioni che permettono alla mafia di essere sempre presente nella cosa pubblica. Tale notizia acquista un peso importante perchè si aggiunge ad un’altra, diffusa negli ultimi giorni, secondo la quale la Ndrangheta avrebbe conquistato il primato mondiale all’interno della complessa realtà del malaffare. In parole povere tutto l’illecito passerebbe sotto il controllo inderogabile di questa terribile piramide delinquenziale. Ma perchè la malavita riesce ad infiltrarsi all’interno della cosa pubblica riuscendo, il più delle volte, a condizionarne l’andamento? La risposta ci viene dal pensiero espresso qualche anno fa, con grande coraggio, da Indro Montanelli, secondo il quale, – l’attività del buon mafioso verrebbe tutelata dal garantismo dello stato italiano… PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO



…che, attraverso lo strumento del pentitismo garantirebbe alla mafia una sorta di continuità spazio-temporale. Ci troviamo d’accordo con il pensiero del grande editorialista e scrittore scomparso qualche anno fa lasciando un grande vuoto nel campo della verità; infatti, essere mafioso, o, comunque praticare il malaffare, in fondo presenta dei rischi molto relativi dal punto di vista dei problemi con la giustizia, in quanto il pentimento, magari alla fine di una “onorata carriera” garantisce, colmo dei colmi, determinati privilegi per chi dovesse praticarlo. Non si spiegherebbe, tanto per fare degli esempi, come mai, dopo un grande polverone iniziale, degli indagati e degli arresti per lo scandalo dell’ammodernamento dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria, in cui sono state accertate forti infiltrazioni mafiose con consequenziali quanto ovvi arricchimenti delle cosche, non se ne sappia più nulla; tutto tace, quindi; il muro di gomma si erge su questo ennesimo esempio di malaffare con pesanti collusioni, nonostante si continui a morire su quella che viene definita l’autostrada della morte dove ogni cosa, per gli imbrogli e le truffe perpetrate ai danni dello Stato e dei cittadini, non è quello che dovrebbe essere per garantire la giusta sicurezza del tracciato in questione. Altra risposta all’interrogativo iniziale, potrebbe essere che la giustizia, nel nostro Paese, non riesca a stare al passo con i tempi, non riesca a garantire, in pieno, il cittadino che si sente, così, sempre più abbandonato e sempre meno tutelato da soprusi e angherie, annaspando in una realtà dove delinquenza e malaffare la fanno da padroni…allora, per ottenere giustizia, si ritiene da più parti ed in maniera, purtroppo, sempre più convinta, ci si vede costretti a passare “dall’altra parte” della barricata chiedendola proprio a coloro che, contro la giustizia, combattono, duramente, ogni giorno: sembra un paradosso, ma, in una realtà come quella del meridione d’Italia le cose, forse, stanno proprio così, nonostante lo sforzo di magistrati e forze dell’ordine….intanto, il treno Europa si allontana sempre di più, e non si tratta di quelli, inefficienti e vergognosi, messi a disposizione da Trenitalia S.p.A. nel mezzogiorno d’Italia…..perché cambino le cose c’è bisogno di un’iniezione di fiducia, fiducia nelle istituzioni; e, forse, ci sarebbe bisogno anche di una maggiore presenza dello Stato, per non sentirsi soli e indifesi contro un malaffare che si estende a macchia d’olio calpestando la voglia di fare e di operare, soffocando le capacità imprenditoriali, estenuando la voglia di restare!