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Giovedì 22 maggio 2003, ha costituito, per gli equilibri politici mediorientali, una data molto importante ..di quelle da ricordare! Infatti, proprio quel giorno, si è verificato lo storico incontro tra il leader israeliano Sharon ed il nuovo rappresentante palestinese Abu Mazen. Il luogo prescelto per l’incontro è stato la città di Gerusalemme (anche questo rappresenta un fattore molto importante, in quanto, fino a qualche tempo prima, era ritenuta una cosa improponibile, per una serie di motivazioni.). In effetti, questo, in ordine cronologico – temporale, non è stato il primo incontro tra i due leader, perchè in precedenza si erano già visti e, precisamente, il 17 maggio, cioè, qualche giorno prima; ma, per i contenuti e per la conseguente rilevanza storico – politica, il 22 maggio 2003 è da considerarsi come “posa della prima pietra ” o “inizio dei lavori”, per la costruzione di una “struttura” (di natura politico – istituzionale) in cui, si spera, dovrà trovare stabile dimora la pace in medio oriente! L’evento è di notevole rilevanza perché segna l’inizio di un dialogo concreto tra i massimi rappresentanti istituzionali di due popoli che hanno immolato migliaia di vittime a sostegno ognuno della propria causa, l’incognita drammatica, è rappresentata, però, dal fatto che gli interessi in gioco sono stati sempre contrapposti, mai collimanti tra loro e che un nonnulla potrebbe innescare la scintilla che porterebbe, inevitabilmente, ad una nuova escalation della crisi! Quello che fa rabbrividire, stando a quanto hanno evidenziato le cronache di tutto il mondo… PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



…è stata l’atmosfera che si è respirata in occasione del “faccia a faccia” tra Sharon e Abu Mazen, infatti, “condicio sine qua non” per l’introduzione dell’argomento pace nel contesto dei lavori, è stata la richiesta, da parte del leader palestinese, della scarcerazione di Taysir Kahaled, un noto esponente dell’O.L.P – Organizzazione per la Liberazione della Palestina- detenuto, dal dicembre 2002, nelle patrie galere israeliane! La mente, in virtù di questa condizione iniziale, non può non tornare ai giorni della “guerra fredda” tra i due colossi U.S.A.- URSS quando, come strumento di dialogo, veniva impiegato proprio lo scambio dei prigionieri…ma, come si sa, alla stagione fredda, segue sempre il disgelo, è stato così tra le due superpotenze che, per circa un quarto di secolo hanno tenuto il mondo con il fiato sospeso, e così, pare essere, ai nostri giorni tra Palestina ed Israele.. infatti il premier palestinese, dopo centottanta minuti di dialogo ” schietto, serio ed immensamente utile” ,come è stato definito dai partecipanti all’incontro, si è impegnato a trattare con “Hamas”, che è il braccio armato della “Jhiad”, e con le altre organizzazioni paramilitari che appoggiano la causa palestinese organizzando gli attentati che hanno insanguinato Israele, per ottenere un duraturo ” cessate il fuoco”. Tutto ciò, a parer nostro, è di estrema importanza, perché vuol significare che gli sforzi della Comunità internazionale, la quale si era divisa in precedenza, sulla questione Iraq, stanno dando i frutti sperati; infatti Unione Europea, Stati Uniti d’America, Russia ed ONU hanno dato vita alla cosiddetta “Road Map” ovvero, un nuovo piano di pace, con la speranza comune che possa essere in grado di arrestare un conflitto tra due popoli così vicini territorialmente ma cosi lontani nel pensiero, la cui “voce” non è altro che quella dei cannoni. Una cosa è certa, se questa “Road Map” dovesse traghettare queste popolazioni verso una pace stabile, il mondo, forse, potrebbe vivere una nuova era, quella della “maturità nella quale la cooperazione avrebbe, finalmente, la meglio sui campanilismi. Questi, infatti, non hanno mai portato sviluppo nella costruttività ma solo immobilismo nella involuzione… solo così si potrebbe veramente tentare di poter concretizzare quel modello di democrazia reale e non fittizia, dove al singolo individuo è dato di partecipare alla costruzione di un qualcosa di stabile, produttivo ed avanzato che possa servire per sé, ma anche per gli altri, proprio nell’ottica della collaborazione per un raggiungimento di un obiettivo comune all’insegna dell’integrazione e non dell’isolamento”…questo era il pensiero di Solone, possiamo, tranquillamente, affermare, senza tema di smentita, che abbiamo ancora molto da imparare dalla saggezza dei classici. Abbiamo assistito molte altre volte a tentativi di pace fra le parti in causa: sono sempre falliti per biechi interessi e assurdi princìpi. Questa volta, fra falchi e colombe…speriamo che prevalga il buon senso e la pace!