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Ma come si fa a decidere cosa è bene o cosa è male quando si tratta di fare delle scelte che potrebbero influenzare il corso della nostra vita? Questa è la famosa domanda da un miliardo di Euro (che oggi vale più del dollaro ) che ognuno di noi si pone quando è in evidente difficoltà! E’ in questi momenti che si potrebbero verificare vere e proprie crisi della nostra identità dovute proprio alla sua carenza di sviluppo. Ma, dopo questa breve divagazione, torniamo ad affrontare la domanda che ci siamo posti all’inizio delle nostre odierne riflessioni.. partendo dalle parole contenute in un testo scritto dalla cantautrice siciliana Carmen Consoli, secondo le quali “(?)ad ogni rinuncia corrisponde una contropartita”; il senso di queste parole dovrebbe indurci a riflettere sul nostro vero grado di sviluppo dal quale scaturisce naturalmente l’intensità della nostra autostima! A questo punto, vi starete chiedendo quali attinenze possano esserci tra la nostra autostima e la capacità di decidere correttamente nella nostra vita: è presto detto! Spesso, troppo spesso, pur sapendo nel nostro io più profondo per quale decisione optare, si finisce poi con il valutare e scegliere l’altra perché questa la riteniamo più sicura, forse più scontata, comunque la meno traumatica; ed il nesso che dapprima non risultava evidente, lentamente viene a delinearsi nella sua chiarezza! Infatti le scelte meno traumatiche vengono fatte perché dettate, nella maggior parte dei casi, dalla paura e questa risulta essere inversamente proporzionale…. PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



…rispetto alla nostra autostima dal momento che, aumentando la prima consequenzialmente, quanto inevitabilmente, decresce la seconda e viceversa. Da qui l’importanza di possedere una propria corretta autostima, perché questa ci consente di apprezzare noi stessi, di sentirci sicuri senza pericolosi eccessi, di considerarci solidi ed inattaccabili ed infine ci permette di non avere paura, paura di cambiare, paura di vivere una nuova “avventura” nella nostra vita con tutti i rischi che da essa potrebbero conseguirne, paura del nuovo, quindi, ma anche del vecchio che potrebbe tornare sotto altre vesti e che un tempo ci ha visti soccombere. Ma ci siamo mai chiesti con quanta dose di autostima abbiamo affrontato quel “vecchio” che ha attraversato il sentiero della nostra vita? Ci siamo chiesti quanto eravamo maturi, quanto solidi, quanto inattaccabili? Evidentemente la risposta non può che essere una ed una soltanto: non abbastanza, se lo abbiamo affrontato con risultati negativi. Ed allora perché non affrontarlo nuovamente anche solo per verificare il nostro grado di crescita e di sviluppo rispetto a ieri? Perché fuggire dalle esperienze negative del passato, che comunque rimangono esperienze, o da quelle nuove che ci propongono nuove ed imprevedibili situazioni di vita? La famosa contropartita potrebbe rivelarsi piacevole, gratificante ed appagante, potrebbe, quindi, rappresentare la vera svolta verso una direzione che non abbiamo avuto il coraggio di seguire prima…anche se questo potrebbe provocarci non pochi problemi! Questi problemi comunque sarebbero frutto di una nostra esclusiva scelta che, inesorabilmente, ci porrà di fronte a delle responsabilità che, a seconda del grado di sviluppo della nostra personalità, saremo in grado di assumerci e di non delegare; questo rappresenterebbe, per ognuno di noi, una meravigliosa forma di affrancamento dal cupo mondo dell’ignavia e dell’abitudine, dal mondo dell’ipocrisia e dei falsi valori dove una sempre più bieca società vorrebbe confinarci….E’ però necessario ricordarsi che nell’intraprendere la scelta di cui si è scritto prima bisogna impiegare una buona dose di egoismo positivo che aiuta ad appagare se stessi senza, però, danneggiare gli altri al contrario dell’egoismo negativo che significa utilizzare gli altri per il proprio tornaconto…questo no, non sarebbe corretto!