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Un’indagine fino ai confini del conscio, per capire in che modo le sollecitazioni del mondo esterno e le emozioni, influiscono sull’umore di ognuno di noi.

 

Immaginiamo una città medievale, con le sue mura di cinta, le sue torri, il ponte levatoio. Questa città, idealmente, può essere paragonata ad un essere umano:

  • le mura di cinta costituiscono la barriera cutanea;
  • il ponte levatoio è paragonabile alle vie di comunicazione attraverso cui, quotidianamente, entrano ed escono enormi quantità di messaggi sotto forma di stimolazioni di vario genere;
  • quello che sta dentro la città, identifica il mondo interno, con tutte le dinamiche dell’identità, peculiari ad ognuno;
  • tutto ciò che sta fuori le mura, rappresenta il mondo sociale.

Risulta evidente che, sia il mondo interno (il singolo individuo) che quello esterno (la Società), hanno una propria vita, determinata da un intreccio di esperienze, elaborati, emozioni ed idee che qualcuno ha definito “anima corale”: gli scambi fra questi due comparti, avvengono mediante stimolazioni che creano risposte nella sfera emotiva.

 A seconda dell’origine, le stimolazioni vengono definite: stimoli, pulstimoli, pulsioni.

Con il termine stimolo si identifica ogni tipo di sollecitazione che venga prodotta in Natura da fonti non animali (un lampo, un tuono, lo scrosciare delle acque di un torrente, il crepitio del fuoco, i raggi del sole, lo stridio dei freni di un automezzo, la sirena di una fabbrica, la campanella di una scuola, lo sferragliare di un treno, il rombo di un aereo, etc.), penetri nel mondo interno di un essere umano e produca delle reazioni emozionali, sotto forma di stati d’animo.

Possono essere gradevoli ed utili oppure sgradevoli e dannosi

Esiste una soglia di sopportazione, per quanto riguarda la percezione del mondo esterno, oltre la quale si avverte sofferenza e fastidio: a tutto c’è un limite!

I nuclei urbani, in questa epoca storica, sono invasi da rumori, luci intense ed inquinamenti di vario genere; vivere all’interno di un contesto intasato di stimolazioni, producendo stress, determina prima tensione e poi spossatezza.

Per potere vivere meglio occorrerebbe, ogni tanto, “rifugiarsi” in luoghi tranquilli, immersi nella natura, a maggior contatto di quelle leggi che governano il corretto funzionamento dell’essere umano e di quello che gli sta intorno.

  • In montagna, lo stormire delle foglie, il mormorio che si propaga nel silenzio, il canto degli uccelli, etc.
  • Al mare, il fluttuare delle onde, i paesaggi, l’odore della salsedine, etc.

costituiscono stimoli riequilibratori naturali

Rispetto al passato, ora abbiamo maggiori possibilità di conoscere ed applicare, in maniera sempre più consapevole, realtà corrette di tranquillità e benessere.

I pulstimoli: rappresentano sollecitazioni provenienti da esseri viventi (frutto, quindi, di idee) e trasmesse al mondo esterno sotto forma di parole o gesti.

Prendono il nome di pulstimolo, perché rappresentano la produzione di una pulsione trasmessa mediante uno stimolo: quindi pulsione + stimolo = PULSTIMOLO

Dal momento che i pulstimoli risentono dell’umore di chi li produce, In base alla prevalenza del tipo di idee, se ne riconoscono tre tipi:

  • pulstimoli neutrergici (frutto di elaborazioni logiche e razionali) – sono solo costruttivi;
  • pulstimoli affettivi (consentono di manifestare i sentimenti) – possono essere positivi, negativi o conflittuali;
  • pulstimoli aggressivi (esprimono il dinamismo o il grado di violenza di una persona) – possono essere, positivi, negativi o conflittuali

Esempio di pulstimolo neutrergico

 Qualunque messaggio comunicato con autorevolezza mirante a trasmettere elementi utili, con tranquillità, garbo e cortesia.

I pulstimoli neutrergici agiscono come energia attivatrice che induce allo sviluppo sempre maggiore delle proprie capacità mentali.

 Esempio di pulstimolo affettivo positivo

 Ognuno di noi, nell’arco della propria esistenza, ha provato il gradevole effetto di baci, di abbracci, di parole dolci.

La frase << Ti voglio bene !>> rappresenta una catena di pulstimoli affettivo positivi: la persona che riceve il messaggio, inondata da energia affettivo positiva, ne risulta gratificata.

 Esempio di pulstimolo aggressivo positivo

 Qualunque messaggio “incisivo”, che serva ad attivare delle risposte, vincendo inerzia ed abitudini stantie, può essere vista come un’attivazione utile e positiva.

Molti allenatori, con i loro incitamenti ed i sistemi tecnici da “gioco maschio”, hanno contribuito a rendere possibile il raggiungimento di ottimi risultati, in competizioni sportive.

 Esempio di pulstimolo aggressivo deleterio

 “Questo ragazzo è poco intelligente… non vale niente… è un buono a nulla!”. Quanti messaggi simili, se non peggiori, hanno colpito la nostra mente, condizionandola in maniera negativa!

 A queste condizioni, che risultati si ottengono ?

 Nel migliore dei casi, un simile pulstimolo, determinerà l’impossibilità di credere in se stesso; nel peggiore dei casi ci si ribellerà, con un’identità poco sviluppata, ritrovandosi nemico di se stesso e degli altri (società); da qui: droghe, suicidi, furti, omicidi…

…tutte forme di violenza su se stessi (finendo per odiarsi), e sugli altri che, in fondo si temono, si invidiano, si rifiutano, e si considerano colpevoli delle proprie difficoltà.

 Le pulsioni rappresentano energia di attivazione che si produce nel mondo interno di un essere umano e rimane nel mondo interno, per il funzionamento dello stesso.

  • Qualunque processo di attività del Pensiero viene prima preceduto da una pulsione.
  • Il dialogo che avviene continuamente dentro di noi e di cui molte volte non siamo consapevoli (avvertiamo solo gli sbalzi d’umore !) dovuto essenzialmente alla comunicazione fra i diversi distretti operativi psichici è dovuto all’attività delle pulsioni che determinano, anche, il lavoro globale (processazioni) del pensiero.
  • Qualunque movimento un essere umano possa compiere, prima dovrà essere pensato (molte volte a livello inconsapevole) e poi, mediante le pulsioni che fungono da mediatori tra Psiche e Sistema Nervoso, sarà eseguito tramite il corpo.

 Le pulsioni che, di per sé, sono emozioni semplici (esistono anche emozioni “composite” che definiscono i sentimenti, costituite da energia Affettiva o Aggressiva variamente distinte in gradazioni diverse, ed emozioni “complesse” costituite da energia a cariche miste che si qualificano con i termini di Piacere o di Dispiacere in base alla prevalenza della carica, ora positiva, ora negativa), a loro volta si dividono in semplici e complesse.

  • Le pulsioni semplici regolano le normali funzioni psicofisiche per l’appagamento dei bisogni primari necessari indispensabili;
  • le pulsioni complesse determinano elaborati di pensiero più complessi ed attivano le interazioni (modalità di comunicazione in cui vi è un contatto psicofisico) e le relazioni (modalità di comunicazione in cui non avviene il contatto psicofisico ma solo quello psichico).

Piccolo schema riassuntivo

 

N.B. Gli argomenti trattati in questo articolo, riflettono contenuti del libro La Psiche Umana (Anatomia e Fisiologia) – ed. SOVERA – ROMA 1994 del Dr. Giovanni Russo, liberamente adattati.

 

 

Si ringrazia la Dott.ssa Rosa Maria de Pasquale per la collaborazione nella stesura del dattiloscritto