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L’argomento di questa settimana è più che mai attuale ricollegandosi alla comunicazione via Internet. Chi naviga in Internet non lo fa solo per passatempo ma lo adopera anche per lavoro, da qui il boom per esempio dell’e-commerce o commercio elettronico, la nuova forma di compravendita telematica che rende necessaria la predisposizione, in caso di controversie, di sistemi di giustizia più rapidi e flessibili, che diano la possibilità di gestire le situazioni rimanendo di fronte ad un PC. Vediamo se esistono.

Il tentativo di conciliazione al posto dell’immediato ricorso alla magistratura è sempre più diffuso soprattutto con riguardo alle controversie di minor rilevanza economica. Il fenomeno non può che rallegrarci, esso è il sintomo di una società migliore, più matura, più incline “all’incontro” (accordo) che allo scontro. Si osserva, infatti, un interesse preminente a ricercare una soluzione soddisfacente per le parti senza soffermarsi molto sulla necessità di stabilire chi abbia effettivamente ragione e chi invece torto. L’aspetto innovativo, in tutto ciò, è rappresentato dalla conciliazione online.

Nei paesi ove è maggiore la diffusione delle tecniche di vendita online, come gli Stati Uniti, sono presenti, già da qualche anno, strumenti di composizione delle vertenze che permettono di giungere ad una soluzione svolgendo l’intera procedura online. E’ evidente che il ricorso a tali procedure è consono all’e-commerce ed alle controversie riguardanti la titolarità dei domini Internet, dove la velocità di decisione è intrinseca al business stesso. Una delle prime esperienze di questo tipo risale al 1996 da parte di alcune organizzazioni americane, quali il Cyberspace Law Institute, l’American Arbitration Association ecc, che propongono il progetto The Virtual Magistrate, con l’intento di realizzare una corte specializzata per il cyberspazio. La procedura si attiva mediante invio di e-mail, contenente la descrizione del fatto, i dati elettronici e reali del richiedente e degli altri soggetti coinvolti. Dopo l’accettazione del procedimento l’arbitro prende contatto con le parti, raccoglie ogni informazione ritenuta rilevante e redige la decisione che, entro 72 ore è notificata alle parti tramite e-mail.

Esistono anche organizzazioni che offrono la “composizione automatica” dei conflitti con l’assenza di qualsiasi intervento umano, mediante, cioè un software di gestione dell’intera procedura che prospetta alle parti l’accordo elaborato dal computer e risultante dalla mediazione fra le pretese economiche dei contendenti, come ad esempio la ClickNsettle (Stati Uniti), la CyberSettle ecc.

Per quanto riguarda la situazione in Italia, esiste ed è attiva una procedura di conciliazione completamente online denominata Risolvionline, che è il servizio di risoluzioni delle controversie messo a disposizione dalla Camera Arbitrale di Milano (www.camera-arbitrale.com), presso la Camera di Commercio, e che consente di risolvere le liti legate ad Internet ed al commercio elettronico, in modo semplice, veloce (può bastare anche un solo collegamento per raggiungere l’accordo) ed economico (i costi sono proporzionati al valore della controversia). Attraverso tale servizio è possibile raggiungere un accordo con l’aiuto di un conciliatore in un ambiente riservato e sicuro. Infatti il tentativo di conciliazione avviene in una chatroom a cui possono accedere solo le parti, il conciliatore ed il funzionario della Camera Arbitrale preposto al servizio. Le parti potranno spiegare le loro ragioni, esporre le proprie richieste e tentare di trovare una soluzione soddisfacente per entrambe. In caso di accordo raggiunto, i termini di tale accordo sono riportati in un verbale che ha natura di contratto fra le parti. Nonostante l’attivazione di tale procedura, le parti possono decidere di adire l’Autorità Giudiziaria, optando per i sistemi tradizionali di soluzione delle controversie.

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