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L’incalzare degli ultimi avvenimenti politici ha messo a nudo quanta pochezza morale caratterizza l’agire dei rappresentanti politici della nostra Repubblica. Ed a ciò concorrono quasi tutti i mezzi di comunicazione; infatti, sia che si ascoltino i TG, sia che si leggano i giornali, tutti, concordemente, usano un linguaggio violento teso a ridurre l’avversario politico come un ” Annibale alle porte di Roma “. Si considerino le interviste al Robespierre nostrano, cioè, all’On. Di Pietro ( il buon Totò gli avrebbe ripetuto quel famoso “mi faccia il piacere” rivolto all’On.Trombetta): ogni frase è animata da un’espressione di odio contro colui che si ritiene sia il male della politica italiana, vale a dire: BERLUSCONI,( che, a dirla tra noi, non è uno stinco di santo!! ): ed è tutto un coacervo di reciproche accuse; come lo scavare nella vita privata di ciascuno, alla ricerca spasmodica di scandali;e la notizia scandalistica tiene banco !! Persino il flemmatico D’Alema, in una recente trasmissione di BALLARO’ ha ceduto alla rabbia ed all’adrenalina, abilmente scatenata dalle provocazioni del flemmatico direttore de ” IL GIORNALE “. E dove sta quella sobrietà, quella saggezza politica, quegli imperativi morali di Kantiana memoria, che fanno il paio con la precettistica evangelica, che furono abito comportamentale costante di uomini come… PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO

De Gasperi, Einaudi, Pella, La Malfa padre, Moro, Pertini, e persino quell'”aretino” di Cossiga, che poteva permettersi di lisciare il pelo a quasi tutta la classe politica attuale, perchè egli, primariamente, non solo portava la legge morale nella sua mente e nei suoi comportamenti, ma la applicava su se stesso. E che delusione ascoltare, nel programma di Fazio e Saviano, Bersani e Fini, che si sono riempiti la bocca di diritti, di doveri, di uguaglianza, di giustizia, al punto che mi sono chiesto se recitassero il Tartufo di Molière, che si prodigava a trinciare precetti morali per gli altri, ma ritenendosi libero di soddisfare i propri egoismi. Ho sempre temuto i moralisti politici, pronti a condannare gli avversari, ad invocare giustizia punitiva, persino ad usare il vilipendio: mai propensi all’autocritica !! Quanta attualità in quella bella favola di FEDRO, intitolata ” Le Due Bisacce ” che così inizia: ” Iuppiter nobis imposuit duas bisas….” Cioè, ” Giove ci ha caricato di due bisacce, una ci pende sul petto e l’altra, sulle spalle;nella prima ci sono i difetti degli altri, che abbiamo costantemente sotto gli occhi; nella seconda ci sono i propri, che non riusciamo mai a vedere: ed allora, On.Fini, come fa, Lei, a parlare dei dignità della famiglia, quando ne gestisce due contemporaneamente? E con il pasticcio di Montecarlo ? Come fa, Lei, On. Bersani a parlare di eguaglianza sociale se ai suoi colleghi parlamentari, nazionali e regionali, bastano due anni, sei mesi ed un giorno per garantirsi una lauta pensione per tutta la vita(lucrata sulle nostre sudatissime tassazioni),sbadigliando un paio di giorni alla settimana sui banchi di Montecitorio, o di Palazzo Madama, o in uno dei pletorici consigli regionali? E ciò, vale anche per l’attuale maggioranza !!! Possibile che dorma un sonno comatoso quel pascoliano ” fanciullino “,che per tantissimi ed innumerevoli onesti italiani è saggia guida del loro agire ?? Mi sono rimasti impressi i versi di una poesia studiata alle scuole elementari, ove si lamenta la sorte di Venezia sotto assedio austriaco ” Ehi, della gondola, qual novità? il morbo infuria, il pan’ ci manca, sul ponte sventola bandiera bianca “. Quindi, ” non ci resta che piangere “.-

Giuseppe Chiaia