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Da un medico, un’ipotesi rivoluzionaria sulla genesi e la cura del diabete mellito… ed un’amara denuncia!


Spett.le Redazione de La Strad@, io tento di agire, ma da trentaquattro anni mi viene impedito, con incredibile protervia. Ora provo con voi, inviandovi l’informazione di uno dei crimini “globalizzati” più indecenti, ma anche uno dei meglio protetti dalla grande mafia internazionale degli affari.

Gradirei molto vostre considerazioni al riguardo.

Cordiali saluti

Dott. Domenico Fico

Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni


Via S. Marco, 16

60034 CUPRAMONTANA (AN)



Spett.le Dr. Domenico Fico, abbiamo atteso qualche mese prima di pubblicare la sua missiva, per cercare una soluzione ottimale. Abbiamo concordato di “girare” la sua scoperta e le sue denunce ai nostri lettori, affinché ognuno, liberamente, decida in che modo “determinarsi”, nella cura del diabete…e nel voto politico!

2 luglio 2002

On. Silvio Berlusconi

Presidente del Consiglio dei ministri

ROMA

>> p.c. al Presidente della Repubblica

al Presidente del Senato della Repubblica

al Presidente della Camera dei deputati

al Presidente della Corte Costituzionale

al Procuratore generale della Suprema

Corte di Cassazione

ai direttori dei giornali nazionali

Signor Presidente,

il ministro Scajola appare ingiustamente criminalizzato , in questi giorni.

Indubbiamente, lo sprezzante giudizio da lui espresso sul professor Marco Biagi ucciso, se non per volontà, per grave colpa delle istituzioni che avevano il dovere di tutelarne la sicurezza, è un fatto sconcertante, ma che appare di ben lieve rilevanza se lo si giudica nel contesto della gravissima illegalità in cui versa il Paese , ove viene perpetrato un inaudito crimine : il massacro di milioni di cittadini diabetici che, privati occultamente delle possibili terapie necessarie alla loro grave malattia, vanno fatalmente incontro a gravi complicanze ed a morte precoce.

Ella potrà leggere, qui di seguito riportato, il lungo, seppur assai incompleto elenco delle illegali inerzie e dei lugubri silenzi, ad ogni livello, che consentono da decenni il perpetuarsi di tanto scellerato crimine, silenzi ed inerzie cui sono tutt’altro che estranei il Parlamento, il Governo, la Magistratura e l’informazione pubblica e privata ,che ha sempre tenacissimamente rifiutato di dare la doverosa informazione di fatti tanto gravi ai cittadini, vittime ignare.

Mi sembra opportuno qui ricordarLe, signor Presidente, alcune dichiarazioni programmatiche rese dall’attuale ministro della Giustizia innanzi al Parlamento italiano : “Una recente indagine demoscopica ha rivelato che il 73% degli italiani è insoddisfatto di come oggi funziona la Giustizia nel nostro Paese”. “Prima di illustrare i punti del programma voglio fare una precisazione che dovrebbe apparire superflua in una democrazia compiuta, ma che purtroppo nel nostro Paese non lo è“. Dichiarazione assai grave di per se, ma che assumerà ai suoi occhi addirittura l’aspetto della beffa verso il Parlamento e verso gli italiani tutti quando Ella, signor Presidente, leggerà la lettera, qui di seguito riportata, da me diretta al ministro Castelli il quale , secondo la significativa prassi corrente dei ministri italiani, non ha dato cenno di risposta.

Ma se in Italia non c’è democrazia, se le istituzioni pubbliche , con voluta inerzia e nel complice silenzio universale, coprono e favoriscono inauditi crimini, come quello di sottrarre dolosamente le cure necessarie a milioni di cittadini gravemente malati, non ritiene Ella, signor Presidente, che nel nostro Paese è già in atto l’eversione dell’ordinamento costituzionale , con l’instaurazione di un potere occulto che priva i cittadini dei loro

fondamentali diritti civili, garantiti da una Costituzione costantemente tradita ?

Sono pienamente consapevole, signor Presidente, del rischio mortale al quale mi espongo denunziando questi fatti pubblicamente in un Paese dove, anche per esplicito riconoscimento del ministro della Giustizia, non vi è democrazia e restano sistematicamente impuniti omicidi solitamente attribuiti alle BR. Ma sarebbe atto di inaudita viltà, per un uomo assai avanti negli anni qual’io sono, tacere per il timore di perdere una vita che, nelle attuali sciagurate condizioni di occulta tirannide, non merita certamente di essere vissuta..

Sereno, nella consapevolezza di aver compiuto il mio dovere di cittadino, Le porgo distinti saluti

Domenico Fico



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Il diabete mellito è una grave malattia, considerata eminentemente cronica e di alto interesse sociale, caratterizzata da complicanze assai serie, che provocano lunghe e penose sofferenze e la morte precoce. Oggi nel mondo vi sono circa centocinquanta milioni di diabetici, e soltanto negli USA, dove ve ne sono circa quindici milioni, si verificano mille morti al giorno per diabete, il che vuol dire circa diecimila morti al giorno in tutto il mondo per quella grave malattia. Per tali motivi, nel 1989 fu firmata la Dichiarazione di Saint Vincent, sotto l’egida della Organizzazione Mondiale della Sanità, dai rappresentanti di tutti i Paesi europei, che si impegnarono ad “avviare programmi per mettere in atto misure efficaci per la prevenzione delle complicanze, diminuendo di almeno un terzo i casi di cecità e di insufficienza renale, abbattendo la metà del numero di amputazioni degli arti per cancrena diabetica, riducendo morbilità e mortalità per malattie coronariche e,infine, raggiungendo fra le donne diabetiche esiti di gravidanza vicini a quelli delle non diabetiche.”

Ma oggi si registra il pieno fallimento di quel programma, perché nessuno degli obiettivi è stato conseguito, e si prevede statisticamente che il numero dei diabetici raddoppierà nel prossimo decennio. A chiara dimostrazione dell’assoluta inefficacia delle misure di prevenzione e delle terapie attuali.

Nel 1968, a seguito di un mio studio teorico sulla struttura microscopica e sulle funzioni del fegato, fui in grado di formulare una ipotesi scientifica che dimostrava, sempre teoricamente ma su solide basi scientifiche, che il diabete non è, come si riteneva allora e si continua a ritenere “ufficialmente” oggi, una malattia autonoma, ma che è l’espressione di una malattia del fegato, e può essere ben prevenuta, validamente curata, ed anche guarita.(http://www.diabetenews.8m.com).

Nel 1968 avevo organizzato un’équipe per dimostrare sperimentalmente la validità dell’ipotesi, ma l’effettuazione dell’esperimento venne arrogantemente vietata.

Nel 1976 rivolsi al ministro per la ricerca scientifica la richiesta di farmi effettuare quella verifica sperimentale. Il ministro rispose di aver mandato al presidente del del CNR la mia richiesta, e che mi avrebbe comunicato le decisioni assunte appena gli fossero pervenute. Ma non ebbi più risposta.

Nel 1978 scrissi al Presidente Pertini, denunziando i fatti. Il segretariato generale della Presidenza invitò il CNR a provvedere, ma il CNR tacque.

Nel 1991 inviai al presidente del CNR, il prof. Luigi Rossi Bernardi, una vivace lettera di protesta per l’irremovibile silenzio di quell’ente pubblico. Il prof. Rossi Bernardi rispose di aver chiesto al competente Comitato scientifico di consulenza di esprimere un parere in merito, e che sarebbe stata sua premura comunicarmi tale parere appena pervenutogli. Ma non ho avuto più alcuna notizia, nonostante le vivaci sollecitazioni.

Nel 1993. il deputato di centrosinistra Alfonso Pecoraro Scanio presentò interrogazione parlamentare sulla grave questione, che fu poi reiterata altre due volte nel 1994 e nel 1996, ma rimasta sempre senza risposta.

Nel 1995, il giornalista Fabrizio de Jorio, direttore del settimanale “la peste” edito a Roma, accettò di pubblicare la questione in tre o quattro articoli sul suo settimanale. La notte successiva alla pubblicazione del primo articolo, fu fatta esplodere una molotov nella redazione del settimanale, accompagnata da un avvertimento di carattere mafioso. Il giornalista, terrorizzato, non pubblicò i successivi articoli.

Nel 1996, Furio Colombo, allora deputato del centro-sinistra, rispose ad una mia lettera, consigliandomi, in considerazione dell’importanza della questione, di presentare una petizione alla Commissione parlamentare competente. Lo informai che avevo già scritto qualche anno prima alla deputata Marida Bolognesi, che era divenuta poi presidente di quella Commissione, senza aver risposta. Furio Colombo replicò che prima la Bolognesi era semplice deputata, ma ora, da presidente della Commissione Affari sociali e Sanità, aveva l’obbligo di rispondere. Mi assicurava che avrebbe seguito di persona l’iter della mia petizione e mi assicurava che questa volta non ci sarebbe stato disattenzione e silenzio. Mandai la petizione, non ebbi alcuna risposta. Dopo alcuni mesi scrissi di nuovo a Furio Colombo, facendogli notare il silenzio irremovibile. Mi rispose che lui aveva fatto quel che aveva promesso, si era interessato personalmente della questione, ma non poteva rispondere del comportamento di altri.

Recentemente, quando è divenuto direttore dell’Unità, gli ho scritto di nuovo, pregandolo di informare i cittadini della possibilità di curare il diabete. Mi ha cortesemente risposto , ma negativamente : la questione scientifica è troppo complessa per essere pubblicata da un quotidiano non specializzato.

Nel 1998, scrissi al deputato di destra Mirko Tremaglia, che presentò anche lui una interrogazione parlamentare, naturalmente rimasta senza risposta. Nel frattempo, il deputato di centrosinistra Pecoraro Scanio era divenuto ministro del governo Amato. Gli scrissi : Ora, da ministro, potrà finalmente avere chiarimenti dai suoi colleghi di governo sul losco affare del diabete. Non ho avuto risposta.

Successivamente, anche Mirko Tremaglia è diventato ministro del governo Berlusconi. Ho scritto a lui una analoga lettera. La sua segretaria particolare mi ha mandato copia della lettera ricevuta in risposta alla sua richiesta di informazioni al ministero della Salute ,con la quale il direttore generale di quel ministero le assicurava che avrebbe fornito le informazioni richieste appena gli fossero pervenute. Ma non ho avuto più notizie. Ho allora scritto nuovamente al ministro Mirko Tremaglia, dicendomi sorpreso che su questa grave questione i ministri interessati rifiutassero la risposta anche a ministri dello stesso governo. Il silenzio continua.

Intanto, nel 2000 avevo inoltrato a dieci presidenti di regione, ente al quale la legge demanda la prevenzione e la cura del diabete, richiesta di far valutare la mia ipotesi scientifica da esperti della materia, per stabilire, come era loro dovere, se quello studio rappresentasse la soluzione del gravissimo problema del diabete. Impegno che rientrava pienamente nei loro poteri, privo di costi e di responsabilità. Nessuno dei dieci presidenti ha dato risposta o seguito alla mia istanza.

Nel 1997 avevo inoltrato denunzia penale alla procura della repubblica di Roma sui fatti che ritenevo legittimamente reati omissivi. Quella procura non richiese l’archiviazione della denunzia per manifesta infondatezza. Preferì cestinarla.

Nel 1998 denunziai questo comportamento illecito della procura di Roma alla competente procura di Perugia. Anche questa procura non chiese l’archiviazione, ma cestinò la denunzia.

Nel 1999 inviai al Presidente Ciampi un esposto, lamentando questo inammissibile comportamento illegale delle procure. Il Presidente fece trasmettere il mio esposto al CSM “per le valutazioni e le eventuali iniziative di competenza, con la preghiera di fornire direttamente all’interessato notizie circa l’esito della trattazione”. Dopo quasi due anni. perdurando il silenzio assoluto del CSM, ho nuovamente scritto al Presidente, lamentando questo incredibile silenzio del CSM, nonostante la disposizione data dal Presidente della Repubblica che è il Presidente del CSM.

Il 6 dicembre 2001, con estrema correttezza, il segretariato generale ha risposto, informandomi di aver trasmesso al CSM la mia lettera “con l’invito a voler fornire, in quanto possibile, notizie sullo stato della pratica”. Per ora, tutto tace.

Nel frattempo, ho ripetutamente ed insistentemente scritto ai ministri della sanità e della ricerca , senza aver risposta.

Nel 1991, ho inoltrato a cinque diverse procure della repubblica d’Italia analoghe denunzie penali su tutti questi allarmanti fatti. Tutte e cinque le procure hanno cestinato le mie denunzie, violando la Costituzione e le leggi , oramai arrogantemente stracciate.

Inutile dire che centinaia di lettere da me scritte a giornali e radiotelevisioni sono rimaste senza risposta. Ad eccezione di una, che appare particolarmente interessante. Riguarda il più “autorevole” e diffuso quotidiano d’Italia, il Corriere della Sera. Ho scritto recentemente la mia solita lettera di viva protesta per il silenzio della stampa. Dopo pochi giorni mi è giunta questa risposta da parte del direttore Ferruccio de Bortoli, che, forse distratto, forse non ancora al corrente della rigorosa censura di carattere mafioso che grava sulla questione, mi ha imprudentemente scritto : “Grazie della Sua lettera , che pubblicheremo. Non esiti a segnalarci iniziative e notizie. Le siamo grati anche come cittadini”. “p.s. Ho segnalato il vostro sito al responsabile di Corriere Salute. Riccardo Renzi raggiungibile attraverso il sito www.Corriere.it. Grazie”.

Naturalmente, ho tentato inutilmente di mettermi in contatto telefonico con Riccardo Renzi, la mia lettera non è stata pubblicata, e Ferruccio de Bortoli non ha più risposto.

E di recente si è verificato un altro sorprendente episodio di drammatico silenzio universale.

Nell’aprile del 2002, ho inviato 617 e-mail personali a tutti i 617 deputati italiani, con il significativo titolo di “attentato alla Costituzione” , con cui denunziavo gli incredibili accadimenti dianzi riportati. Ho ricevuto risposta soltanto da tre deputati :Emerenzio Barbieri, Marco Stradiotto, Paolo Lucchese. Ma i primi due parlamentari, certamente pentiti di aver dato risposta, seppur generica, su questioni tanto gravi, si sono poi immediatamente rifugiati nel silenzio irremovibile. Il deputato Lucchese, invece, mi ricevette a Montecitorio e mi chiese di sottoporre il mio studio sul diabete ad un diabetologo di sua fiducia, il dottor Vincenzo Provenzano di Partinico. Se quel medico avesse dato un parere favorevole allo studio, il deputato Lucchese, che è anche lui medico, si sarebbe occupato “politicamente” della grave questione.

Inviai il mio studio al dottor Provenzano, che espresse il suo pieno apprezzamento sullo studio ed il suo parere favorevole per la doverosa verifica sperimentale. Comunicai subito al deputato Lucchese, lasciando un messaggio al suo telefono, il parere favorevole del diabetologo di sua fiducia. Successivamente, non avendo ricevuto alcuna risposta, gli inviai una e-mail, che è rimasta egualmente priva di ogni riscontro. Insomma, la conclusione che deve necessariamente trarsi è che l’unico deputato che aveva avuto “l’imprudenza” di volersi interessare di una questione di così alta criminalità politica e sociale, ha dovuto fare precipitosamente marcia indietro, rendendosi irreperibile come tutti gli altri 616 “rappresentanti” del popolo suoi colleghi. Cosa fare di fronte ad un intiera Camera dei deputati, di un Paese che si definisce democratico e fondato sul diritto, ma che copre ed agevola crimini “innominabili “, che attentano da decenni alla salute ed alla vita di milioni di cittadini?

Intanto, la progressiva spoliazione dei diritti civili , di cui i cittadini godevano , acquista aspetti “strutturali” sempre più impressionanti.

Il codice di procedura penale , a garanzia della trasparenza e correttezza dell’attività dei pubblici ministeri, tra le altre norme prevede che “il pubblico ministero, se la notizia di reato è infondata, presenta al giudice richiesta di archiviazione” “L’avviso della richiesta è notificato, a cura del pubblico ministero, alla persona offesa che, nella notizia di reato abbia dichiarato di volere essere informato circa l’eventuale archiviazione”.. Questa procedura, garantendo la possibilità per la persona offesa di presentare opposizione con richiesta motivata di prosecuzione delle indagini preliminari, garantisce, o per meglio dire, garantiva il controllo del giudice sulle decisioni del pubblico ministero.

Ma la Corte Suprema di Cassazione a sezioni unite, con sentenza n. 34/2000 depositata il 15 gennaio 2001 (relativa ai criteri di iscrizione a modello 45 e di trasmissione diretta all’archivio delle segnalazioni che vengono valutate dal procuratore della repubblica sin dall’origine come non costituenti “notizia di reato”), ha praticamente abolito il controllo del giudice sull’operato del procuratore della repubblica.


Così, è potuto accadere che il pubblico ministero di Milano, al quale è giunta una mia nuova denunzia, ha ritenuto di poter direttamente archiviare , senza neanche ascoltarmi, la mia segnalazione, concludendo che non costituissero “notizia di reato” : l’esplosione di una molotov nella redazione di un giornale per impedire che la questione diabete fosse pubblicata; le gravi e costanti omissioni dei doveri di ufficio da parte dei ministri della sanità , della ricerca scientifica e dei presidenti di Istituti pubblici di ricerca, con esiziali conseguenze per la salute e la vita di milioni di cittadini ; il rifiuto, privo di ogni motivazione, da parte di dieci enti regione, ai quali compete per legge la prevenzione a la cura del diabete mellito, di svolgere qualunque accertamento sulla validità di una terapia che potrebbe salvare la vita ad innumerevoli diabetici.

Intanto, mentre il pubblico ministero dispone direttamente l’archiviazione delle mie segnalazioni, perché “trattasi di esposto privo di rilievi penalmente rilevanti”, i diabetici continuano ad aumentare di numero, a subire la perdita della vista, le amputazioni degli arti, a soffrire di insufficienza renale che li costringe alla dialisi, a morire di infarto e, le donne, ad abortire ,nell’indifferenza e nel lugubre silenzio di tutte le pubbliche istituzioni .

Domenico Fico

11 agosto 2001

On. Roberto Castelli

Ministro della giustizia

via Arenula ,70

00186 ROMA


Signor Ministro,

Le invio copia della denunzia (allegato n.1 con suballegato n.5) da me inoltrata il 26 gennaio 2001 alla procura della repubblica presso il tribunale di Genova. Per questa denunzia, così come per tutte le altre analoghe denunzie inoltrate alla procura di Torino, il 14 novembre 2000, alla procura di Ancona, il 20 dicembre 2000, alla procura generale di Milano, il 15 gennaio 2001, ed alla procura di Napoli il 24 gennaio 2001, non è stato dato alcun seguito , in aperta violazione della Costituzione e delle leggi italiane che sanciscono l’obbligatorietà dell’azione penale.

Come Ella può constatare dalla lettura dell’esposto allegato , la gravità di quel che accade in Italia è eccezionale ed assolutamente allarmante :

– tutte le pubbliche istituzioni che avrebbero il dovere di provvedere alla cura di una malattia grave , diffusa ed in progressivo aumento, qual’è il diabete mellito tipo due, ricorrono costantemente ad illeciti e sorprendenti comportamenti omissivi, al chiaro scopo di impedire che quella malattia venga validamente curata e definitivamente debellata, come sarebbe attualmente possibile;

– il Parlamento italiano continua ad ignorare rigorosamente le mie ripetute segnalazioni e petizioni finalizzate a richiamare l’attenzione sul gravissimo ed irreparabile danno che a alla salute ed alla vita dei cittadini deriva da questa inaudita situazione di diffusa e non casuale inerzia delle pubbliche istituzioni;

– i ministri della sanità continuano non solo a negare ogni risposta alle mie legittime richieste di valutazione e verifica sperimentale dei miei studi, ma ignorano perfino le mie denunzie di falsificazioni compiute al chiaro scopo di impedire la seria valutazione e la verifica sperimentale da me insistentemente richieste;

– tutte le procure della repubblica presso i vari tribunali italiani alle quali ho denunziato questa grave situazione di pubblico ed iniquo danno per i cittadini, in violazione della Costituzione e delle leggi italiane, ignorano le mie denunzie;

– il Consiglio Superiore della Magistratura, dopo diciotto mesi, continua ad ignorare la disposizione impartita dalla Presidenza della Repubblica relativa ad un esposto da me inviato al Presidente;

– tutti gli organi di informazione, pubblici e privati, rifiutano di dare qualsiasi notizia di questi gravissimi fatti ai cittadini italiani, privati subdolamente del loro fondamentale diritto, costituzionalmente protetto, ad una informazione libera e corretta.

Poiché anche il Presidente del Consiglio dei ministri insiste nel definire l’Italia una libera democrazia fondata sul diritto, Le chiedo, signor Ministro, di intervenire per accertare se i fatti ed i comportamenti da me denunziati e regolarmente ignorati siano compatibili con la democrazia e con il diritto, o, in caso contrario, se i cittadini debbano ancora subire l’occulta e gravissima violazione dei loro diritti alla salute , alla corretta amministrazione della giustizia, all’informazione libera e corretta, alla trasparenza della pubblica amministrazione ed al rispetto della Costituzione da parte di coloro che governano l’Italia in nome della democrazia e per mandato del popolo sovrano.

Nel porgerLe distinti saluti, mi pongo a Sua disposizione per fornirLe ogni eventuale ulteriore informazione e documentazione che Lei ritenesse utile sui gravi fatti che Le ho denunziato

Domenico Fico

Anche questa lettera al ministro Castelli è rimasta, come al solito, priva di ogni risposta.

E la stampa, di destra e di sinistra, tace. Irremovibilmente.

QUALE OSCURO POTERE OMICIDA VIENE PROTETTO ?

Domenico Fico, medico. tel.0731789566

via S.Marco, 16. – 60034 Cupramontana (AN) – Italia

e-mail : foci@libero.it

sito web – http://www.diabetenews.8m.com