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Adesso è tardi…

La tenerezza si impadronisce del momento. Un tuffo nel lontanissimo passato, respiro aria di purezza e genuinità. Un magico silenzio aiuta.

…chiudono gli occhi…

Quante volte la avrò ascoltata? Quante volte mi sarò immersa nel mondo fatato della fantasia, accompagnata dal lento movimento delle palpebre finalmente arrese, adagiate ad incontrare la magia dei sogni?

Osservo, sorpresa e compiaciuta, la capacità di adattamento di chi, nella difficoltà dell’ambiente, afferrando le necessità, ha imparato simpaticamente a sopravvivere. E sorrido.

Cosa è mancato fino ad ora?

Un po’ a fatica mi avvio verso la luce del pomeriggio di finalmente primavera e, anche se pervasa da inspiegabile stanchezza, pregusto quello che avverrà.

Un breve viaggio in allegria, fra le nostre paure ed incertezze, chiacchierando scherzosamente ma con la voglia di verità.

Lo specchio della vita. Sarà giusto riflettere ciò che si ha dentro cercando di non interferire, oppure si corre il rischio di tramutarsi, comunque, in una sgradevole invadente intromissione?

…marmotte, ghiri ed orsacchiotti…

Scappano via da tutte le parti. Impossibile afferrarli, puoi solo correre e divertirti insieme a loro. Li vedo, particolarmente originali nella loro difficoltà, più veri perché provati dalle ingiuste durezze cui sono stati prematuramente sottoposti. Belli, di occhi che brillano, di mani imbrattate di gustose dolcezze, orgogliosi della loro dimora.

…dorme il leprotto nella sua tana e il pesciolino nella fontana…

La ninna nanna del passato, ascoltata e poi, più tardi, canticchiata accompagnata dalle braccia raccolte a protezione. Va verso il mondo del sogno, quello vero, quello che mai si deve spegnere, semmai alimentare per poter vivere la vita in ogni angolo e in pienezza.

Proviamo ad inventare un gioco! Non il solito però, uno che nasconde un desiderio inespresso e cerchiamo di renderlo reale.

Ci guardiamo intorno ma poco si può fare, quest’oggi mancano i maschietti, solo femminucce ad aspettare, chissà perché! Sarà stato il sole ad aver richiamato di sicuro in un campetto improvvisato, ognuno ad indossare il colore preferito immaginando di essere il campione del momento. E noi? Restiamo lì ad aspettare ma senza perderci d’animo e, aiutati dalla magia dell’invenzione, improvvisiamo un dolce tè fra solo “signore”, magari servito insieme ad una torta preparata all’istante o ad una patatina fritta, che poco lega, però… che sapore.

…dorme tranquillo l’elefantino e la scimmietta col suo piccino…

Una bella luce! È vero, brilla di malinconica serenità, uno sprazzo ad illuminare lo squallore e donare valore.

Inghiottiti dalla vivacità dei movimenti partecipiamo, come se il tempo non fosse passato.

Un sorriso ed una mano tesa a cercare. Chissà cosa accende gli animi! In fondo quello che doniamo non sembra tanto. O forse si? Attenzione, cura e calore.

Tutti fuori con un salto. L’aria investita di allegria ci accoglie fra i profumi dell’erba incolta ma viva, in alto a dondolare cercando di sfiorare con un dito il celeste del cielo più alto. Il vento fra i capelli arruffa scompigliando, viene fuori all’improvviso la spontaneità dell’infanzia. Via i fermagli sistemati nei capelli, senza più troppa attenzione alle calze ricamate, al vestito ben stirato a presentarsi. La libertà si esprime sulle guance arrossate, sui visi improvvisamente bagnati, di freschezza.

…sogna la rana là nello stagno e dentro un buco riposa il ragno…

In silenzio, senza far rumore. La luce del pomeriggio tenue filtra dall’esterno delicatamente. Entra senza disturbare accarezzando il sonno sulle palpebre adagiate. Mi fermo sull’uscio a guardare, piena, zuppa di dolce sentimento, felice di partecipare a questo magico momento. Mi avvicino lentamente per poter meglio vedere, ascoltare il respiro che disegna sul viso un’espressione di serenità. Chissà quali sogni, in questo momento, popolano la fantasia! Non resisto. Tendo la mano, torna a me un sorriso. Il più bello.

A tutti i bambini, quelli meno e quelli più fortunati.

Fernanda (24 ottobre 2018)

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