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Dall’albero sempreverde dello spirito indomito e saggio di un ragazzo di ottant’anni, un’ode commentata da uno scrittore, acuto osservatore dei fatti della vita.

Stamane

Dall’albero scarno

Del mio giardino,

Ho visto staccarsi

L’ultima foglia ingiallita !

Nel frangente

Ho capito

Che ancora un anno,

Ancora un giorno

Si sono staccati

Dalla mia vita

Che rimane sempre di più

Priva di rotelle avvitate.

(Giuseppe Verduci)

Carissimo Peppe ,

semplice ma bella la tua poesia. Profuma d’autunno e , nello stesso tempo, sa cogliere in modo lieve e delicato gli inconfondibili aromi della primavera che si nascondono tra i versi come i lamponi e le fragole del sottobosco.

La tua rassegnazione paradossalmente prelude ad aperture di cieli sereni e sconfinati. Tu ami profondamente la vita. E l’amore per la vita è uno dei più alti insegnamenti di Sant’Agostino.

“L’ultima foglia” non è ancora caduta sul viale dei tuoi anni, che sono rami tenaci e forti come quelli di una quercia, robusti e stracolmi di polline.

Tu sei un albero sempreverde perché sempreverde è il tuo spirito, che lotta con tenacia, e prova ne è la nascita del tuo periodico “La strada” che tu percorrerai … con la stessa passione di sempre, con le tue idee strapiene di intelligenza e con le armi della dialettica che hanno fatto di te un polemista geniale e straordinario e sempre in primo piano per contribuire alla rinascita ed al riscatto di quella umanità mortificata, repressa e sfruttata.

Le “foglie” della tua vita sfidano eroicamente il tempo ed è ben lontano il giorno in cui si affastelleranno in un triste e grigio viottolo.

Tu canterai con voce solenne e chiara dolcissimi e melodiosi inni alla vita, così come fa la cinciallegra che, col suo abito di piume multicolori, riempie dei suoi trilli le albe estive illuminate dal sole.

La tua esistenza sarà ancora prodiga di fatti concreti e positivi e il tuo giardino continuerà a brillare coi suoi smaglianti colori, coi suoi variopinti fiori, coi suoi succosi frutti.

Gli ideali sono duri a morire e non v’è libeccio, maestrale o scirocco che li possa stropicciare, rinsecchire o annichilire.

L’utopia è il motore della storia : questo è il motto della scuola politica a cui appartieni.

Tu sei un uomo carico di storia, di storia vissuta e non declamata, ma sei anche un poeta che piange, che ride, che ama.

I poeti non hanno mai avuto paura del tempo perché sanno che vivranno in eterno.

Auguri, Mario Pucci

Aiello Calabro , li 22 novembre 2002