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Non è la prima volta che me lo sento dire. “Anche io sono un essere umano.”

 I rapporti fra le persone a volte sono proprio curiosi. Anche quelli che iniziano in tutt’altro modo, quelli che hanno un percorso breve ma intenso, che credi finiranno presto e invece non finiscono mai.

Trascorro, come più volte ho scritto, molte ore con me stessa. Mi piace però nello stesso tempo comunicare e trasmettere i miei pensieri più nascosti. E non solo sulla strada…, nelle condizioni migliori nei posti che sono più tuoi. Si realizzano situazioni ottimali, trovi lo stato d’animo adatto e voli.

 Spesso capita di perdere di vista l’obiettivo. Qualcuno mi ha fatto notare che non esistono solo i nostri propri stati d’animo e mi ha fatto riflettere. È vero, è lì che ci si confonde. Cerchi di concentrare tutte le tue energie sulla comprensione dei meccanismi, combatti contro l’organizzazione programmata delle tue giornate per dare un valore, lasci intravedere la parte più delicata, fragile ma anche la più preziosa e poi…non accetti. Anzi ti nascondi dietro la verità e ti senti bene perché sai di essere stata sincera, fino in fondo. Molto di più.

Le mani. Il mio sguardo spesso si posa sulle dita delle mani. Si intuiscono molte cose di una persona da come le muove, le libera con naturalezza, con la dolcezza dei gesti più significativi. Qualcuno prova dell’imbarazzo quando si accorge di essere osservato. Altri invece inseguono gli occhi e si fanno conoscere, lasciando la porta aperta. Nella penombra del silenzio dominato spesso solo dagli sguardi le mani accolgono, trovano posto e comunicano.

 Mi infastidisco con me stessa quando non riesco a sentire il filo che trascina fuori dagli schemi e dalle congetture, quando la ragione ancora una volta prevale e costringe, il pensiero invade la mia mente.

E allora sopraggiunge la pausa. Così, bruscamente lasciandoti disarmata e un po’ impreparata. Il momento di silenzio mi trasporta sulle ali della libertà e mi permette di gustare l’attimo. In quell’istante l’abbandono è totale, non serve un cappello tirato giù fino a coprire gli occhi per non vedere quello che si sente…

Non avevo alcun dubbio, lo avevo previsto, è difficile, costa fatica. Chissà poi perché!

Una nota di allegria rompe il gradevole disagio che nasce fra le mani. L’una si congiunge all’altra, si intrecciano le dita, una leggera pressione fra di loro dichiara sicurezza. Ancora una volta sento il calore nel piacere delle parole…

Cerco di trovare a tutti i costi un perché ed una conclusione ad una serata trascorsa fra le allegrie e, perché no, la spensieratezza e la voglia di lasciarsi andare. Sarebbe grande salutarsi, non con freddezza né distacco, ma senza la paura che accompagna i momenti che si chiudono, che ti sfuggono dalle mani… e che vorresti non finissero mai.

Un improvviso rossore divampa su di un viso. Cambi posizione per cercare la distrazione, gli argomenti raggiungono altri traguardi, per un po’ lasci entrare dell’aria nuova dentro di te. In fondo quella porta è aperta da un pezzo, bisogna solo trovarla ma avere l’abilità per cercarla, è necessario però volerlo intensamente.

 Un essere umano!

Col suo bagaglio di insicurezze ed incertezze, portato sulle spalle con dignità e senza imbarazzi, osando senza timori ed esprimendo quello che veramente si vorrebbe.

La tenerezza si fa strada dentro l’anima, scaccia la rigidità che intorpidisce e lega le tue mani. Il sogno, qualunque esso sia, incomincia a realizzarsi, l’importante è averlo e raggiungerlo, senza però perdersi il gusto di delinearlo e arricchirlo. Fra cento errori e mille amarezze avanza.

 Esseri umani.

Ricordando però che…basta un niente che li fai cadere…

Fernanda (27 gennaio 2007)