Che la storia dell’umanità sia stata ed è un” continuum ” di crisi, è cosa notoria.- Tutta la vicenda dell’uomo, dalla preistoria ad oggi, non è altro che un susseguirsi di eventi, quasi sempre violenti, spesso sanguinosi, ma, pur sempre, palingenetici delle società umane che si sono succedute sul nostro pianeta.-
Senza scomodare la storia e la sociologia e analizzando la situazione politico-sociale del nostro tempo, non possiamo non riscontrare quei sintomi che precedono quelle grandi trasformazioni che gli storici indicano col termine generico di” Evo”; un grande affresco in merito ce lo spiega quel meraviglioso film di Kubick ” 2001 Odissea nello spazio”: dagli ominidi al pitecantropo, dall’homo erectus all’Homo sapiens, l’umanità ha strutturato la necessità della propria sopravvivenza attraverso la lotta contro gli elementi naturali, contro il mondo animale, contro il proprio simile,non per egoismo, ma per il connaturato istinto di conservazione.-
Quando le grandi migrazioni asiatiche ed indoeuropee si riversarono nel nostro continente, ciò non accadde per belluina ferocia, ma per sfuggire alle estese glaciazioni che spinsero i popoli nomadi alla ricerca di terre temperate ed in grado di garantire le necesità primarie dell’alimentazione.-
Se facciamo un salto gigantesco, dalla preistoria all’età post romanica, assistiamo al crollo di un impero ‘plurisecolare ( quello romanico)ed al nascere degli Stati romano-barbarici che si strutturarono non senza la crisi di una civiltà, lo smarrimento di comunità autoctone ed il conseguente disordine giuridico e sociale che determinarono quelle invasioni; eppure, il contatto-scontro tra due diversissime civiltà, lentamente si attenuò in una nuova simbiosi di convivenza, per cui i barbari furono i primi a recuperare l’eredità giuridica, linguistica e letteraria della classicità romanica.- La storia del diritto italiano, oggi accomuna, come fonti del nostro sistema giuridico, non solo le ” Leges Regiae” o i ” Senatus consulta”o i ” responsa prudentium”o la più antica ” Lex duodecim tabularum”- prima costituzione scritta dei popoli italici -ma anche il longobardo ” Editto di Totila “, o la ” lex romana Visigotorum ” o quella Burgundionum.-
Ciò sta a significare che il formarsi delle società multietniche nascono all’insegna dello scontro tra civiltà diverse, quando sarebbe, invece, molto meglio accettarsi con spirito di ospitalità, in una sintesi di collaborazione culturale: nasce, così, una visione del mondo che si avvale di una nuova freschezza generazionale che rinsalda convivenze nuove, affetti socializzanti che aprono la via all’evoluzione della civiltà.-
Quando nel XV secolo d.C. l’etnia albanofola si riversò nel meridione d’Italia, per sfuggire alle persecuzioni turche e trovò da noi accoglienza e riparo, al punto che, grazie a questo travaso gli Angioini poterono ripopolare interi territori calabresi, siciliani e lucani, con grande impulso all’economia agricola che rischiava il collasso per mancanza di forza lavoro; questi gruppi etnici si sono talmente integrati nel nostro sistema socio- politico-economico al punto tale da rappresentare, da tempo, un esempio validissimo e civilissimo di convivenza, pur nel rispetto della loro lingua, delle loro tradizioni religiose e folkloristiche che trovano tutela nella nostra Costituzione.-
L’arretratezza economica del nostro Sud, oggi rischia un nuovo depauperamento per effetto della disoccupazione, causata dalla mancanza di industrie ed opifici, e ciò, soprattutto a causa della grande criminalità che soffoca ogni spinta progressista verso il benessere e frena gli investimenti industriali:-
Sono questi gli effetti delle CRISI che iniziano nella sofferenza ma che ci possono liberare da preconcetti, dalla presunzione di appartenere ad una razza superiore, per aiutare con la nostra cultura e le nostre conquiste scientifiche quanti sono stati relegati ai margini dei deserti o negli anfratti paludosi dei tropici.- Ma, rivolgendo lo sguardo introspettivo nella nostra stessa psiche, essa si è strutturata in una serie di crisi organiche e psicosomatiche che ci permettono, nella maturità, di valutare le nostre certezze, e per come ci poniamo nelle scelte e nelle rinunce che si prospettano nel corso della vita.-
Giuseppe Chiaia (febbraio 2010)
Fine Letterato, Docente e Dirigente scolastico, ha incantato generazioni di discenti col suo vasto Sapere. Ci ha lasciato (solo fisicamente) il 25 settembre 2019 all’età di 86 anni. Resta, nella mente di chi lo ha conosciuto e di chi lo “leggerà”, il sapore della Cultura come via maestra nei marosi della Vita