Come mai, a volte, provo un irrefrenabile impulso che mi porta a cercare di ricordare episodi del passato fin nel dettaglio, gettandomi nello sconforto dal momento che non ci riesco?Posso fare qualcosa per curarmi?Nel frattempo, cosa mi consiglia per stare meglio?G. I.
Quello a cui si riferisce, appartiene ai disturbi che vanno sotto il nome di idee ossessive. In pratica, non si può fare meno di pensare a certe cose, in un certo modo (numeri, episodi di vita, nomi di persone, etc.), o il vivere delle esigenze “anomale” (il riproporsi mentale di una melodia insistente, il dover contare tutti gli alberi di un viale, etc.).
Non è una patologia (perché non ci riferiamo a gravi manifestazioni presenti in quadri psicotici) ma, paradossalmente, un sistema di protezione che, a livello inconsapevole, mettiamo in atto per evitare di concentrarci su problematiche che, evidentemente, non siamo in grado di affrontare e dalle quali cerchiamo di fuggire. I disturbi di questo tipo si classificano in ossessioni, quando si è costretti a pensare a qualcosa in maniera autocoercitiva e in compulsioni, quando si è costretti a compiere qualche azione o gesto contro la propria volontà consapevole (rientrano in questo quadro, anche i tic nervosi e molti gesti scaramantici incoercibili).
Si possono attenuare mediante l’assunzione di blandi ansiolitici che riducono la tensione prodotta ma, per risolvere il problema, è indispensabile affrontare le motivazioni che stanno a monte (carenze di sviluppo della personalità che producono insicurezze e paure celate dietro questi sintomi), con l’aiuto di uno psicoterapeuta.
Nel suo caso specifico, a riprova di quanto ho appena esposto, posso aggiungere ancora quanto segue:
- Per quanto lei si voglia sforzare, non è possibile richiamare dalla memoria una sequenza di eventi che rappresentino esattamente un accadimento del passato, perché noi archiviamo le esperienze, trasformandole in ricordi, in maniera del tutto personale, in base alle emozioni del momento, dando risalto ad un particolare intorno al quale facciamo ruotare il resto… anche se, nella realtà, oggettivamente, le cose sono andate diversamente.
- Dal momento che, a volte, il bisogno di visualizzare tracce mnemoniche di eventi specifici, rappresenta un sintomo ossessivo necessario a distogliere l’attenzione da qualche preoccupazione “preponderante”, se la ricerca andasse a buon fine verrebbe meno la motivazione per cui abbiamo prodotto il disturbo ossessivo.
È possibile che il problema le si acuisca quando il suo livello di tensione conseguente ad un numero di frustrazioni non più sopportabili diviene eccessivo, per cui bisogna scaricare la quota aggressiva negativa, magari con attività fisica o “sfogandosi” con qualcuno (magari senza esagerare perché altrimenti, gli altri, la “mollano”) e riattivare la neutrergia (razionalità “fredda” e “lucida”) che, salendo nella postazione di comando, riprende a gestire l’attività del mondo inconsapevole e “annulla” il bisogno di produrre quei disturbi fastidiosi.
Direttore Responsabile “La Strad@” – Medico Psicoterapeuta – Vicedirettore e Docente di Psicologia Fisiologica, PNEI & Epigenetica c/o la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma/ Bologna) – Presidente NEVERLANDSCARL e NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS (a favore di un invecchiamento attivo e a sostegno dei caregiver per la Resilienza nel Dolore Sociale) – Responsabile Progetto SOS Alzheimer realizzato da NEVERLAND “CAPELLI D’ARGENTO” ETS – Responsabile area psicosociale dell’Ambulatorio Popolare (a sostegno dei meno abbienti) nel Centro Storico di Cosenza – Componente “Rete Centro Storico” Cosenza – Giornalista Pubblicista – CTU Tribunale di Cosenza.
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