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Il bacio della buonanotte.

Autunno.

Quella strana malinconia che intreccia uno stato d’animo stranamente rasserenato, dopo le turbolenze estive, le difficoltà del dover ricominciare, la sensazione di aver perso quella pace conquistata mano a mano.

Buio, sera tarda.

Non trovano sonno le mie palpebre, decido di uscire e fare un giro come un tempo. In fondo non è passato tanto. Una luce enorme splendente e bianca, quasi sorridente ma non perfettamente tonda, ne manca un po’, in basso, a ricordare l’importanza della non perfezione delle cose più belle.

Una grande passione.

Me ne accorgo solo dopo, un attimo dopo, sarà forse troppo tardi?

Provo a descrivere un istante. Lo dipingo in ogni angolo senza lasciare traccia di bianco scoperta. Alla fine, però, un sussulto mi pervade: come se non avessi più spazio per concedermi il respiro.

Il giorno dopo.

Mi risveglio dopo una notte di pensieri intensi ma intricati. Un senso di forte stanchezza mi accompagna in questo lento ritrovarsi con il mondo. Velocemente scorrono nella mia mente le immagini trascorse, quelle di appena poche ore prima e quelle di un tempo ormai lontano. Due momenti separati da un arco temporale veramente lungo, eppure…

Mi ritrovo a provare delle analoghe sensazioni, come se non fosse passato alcun giorno, mese o anno, o ancora più.

Quando soffro. Il concetto della sofferenza trova spazio nel dipinto del mio giorno, colorato, rappresentato da colori violenti a soffocare. Non trovo pace, ansia accompagnata da respiri intensi blocca il mio petto obbligandomi per un istante a non ingoiare più aria.

La stessa storia raccontata in due modi diversi.

Provo a ritrovare nelle immagini che passano quell’atmosfera catturante di qualche anno fa, ma con dispiacere sono costretta a dover accettare la delusione. Le parole fra le righe, cercherò le parole fra le righe, come sempre rimangono le uniche cose da afferrare e trattenere nei momenti di difficoltà.

Accanto a me, accanto e non il giorno dopo.

Vorrei provare ciò che sento nello stesso istante in cui parte l’emozione, comunque sia e non il giorno dopo.

Domande, domande sospese senza risposte, ferme tutte ad aspettare, accumulate nel corso degli anni, tante ormai senza più interesse né alcuna possibilità di esaudirsi.

Una leggera brezza mi riporta indietro nella dolcezza dell’andato.

È sera tarda, mi piace ricordare sbirciando dall’esterno. Un fazzoletto rosso all’interno di una casa piccola ma densa, piena di amore. Parte una vertigine e sorrido pensando al collegamento diretto fra mente e corpo, fra anima e cervello. Dopo una giornata di giochi e parole, di favole e fantasie arrivava quel momento, allora scontato, non senza significato anzi quasi una garanzia, una raccomandazione da portare nel mondo del sogno. Mi rivedo piccola cercare nel calore dell’abbraccio il bacio e la buonanotte.

L’importanza del ricordo.

Vorrei chiederti se…

Se hai dimenticato, se hai vissuto ricordando oppure volendo ignorare, se il vento ha spazzato dalla memoria ogni istante di calore tutto in quel bacio oppure lo hai trattenuto fra le dita, nelle mani stretto a te, dentro il cuore per gran parte della vita.

Vuoi rispondermi, se vuoi? Puoi rispondermi, se puoi?

Il mattino chiarisce ogni dubbio e perplessità. L’aria tersa del giorno appena cominciato fornisce la risposta ad ogni istante trascorso appena ieri.

È vero, la stanchezza aumenta la confusione e l’incapacità della comprensione.

Anche questa volta, me ne accorgo il giorno dopo.

Fernanda (5 Novembre 2012)

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