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Muta
è la notte.

Muta è la notte.

S’ode, solo, in fondo alla strada,

un’auto che si allontana.

Spia, dai monti lontani,

un piccolo puntino di luce,

testimone di umana speranza.

Dormono, appollaiati sul ferro,

i colombi.

Lenta cammina, la sentinella,

sul muro,

per compagno un ampio sbadiglio.

Dalle sbarre difronte, frange il buio,

di una sigaretta, la brace che arde.

Altri non dorme,

sicuramente, pensa alla casa lontana.

Lunghe sono le ore,

in attesa dell’alba.

Volute di fumo si levano

Verso il cielo notturno,

dalle sigarette, del recluso compagne.

E con le spire di fumo,

tacita, s’eleva, più forte di un urlo,

la speranza, mai doma a morire.

21 gennaio 2002.

di A. V. Simonetti