Cos’è che fa paura?
Pensieri degli anni difficili
Quante volte mi sono fermata ad ascoltare le voci che dall’interno raggiungono lentamente, respirando. È una sensazione di ansia soffocante, mi sento calamitata verso il centro della terra, la mia mente improvvisamente diviene pesante e mi trovo obbligata ad abbassare lo sguardo.
Quest’oggi mi era sembrato di vedere il sole raggiante di luce e calore, ma evidentemente così non è. A volte le cose non sono realmente come sembrano. Può essere però che si trovi appena dietro l’angolo, quello che temiamo riservi paure e problemi…
Cos’è che fa paura? L’incertezza. Quello che non conosciamo, quello che non possiamo controllare e che dipende anche dagli altri, non solo esclusivamente da noi. Ma esiste veramente qualcosa che dipende esclusivamente da noi? Ci ritroviamo a dover interagire per consentire alla nostra vita il naturale fluire, ma più spesso ci assale il timore e allora nel tentativo di scrutare per godere di un raggio di sole finiamo più spesso per fuggire.
Chissà perché, spesso il solo pensiero che l’alba sia ancora molto lontana dà un senso di tranquillità, rassicura molto. Sembrerebbe in contrasto con la risoluzione dei problemi, almeno in senso metaforico, non a caso si dice “ho trovato la luce”. E invece il buio della notte che scende offre un po’ di serenità.
Bizzarra questa giornata iniziata dopo una notte che in realtà non ha mai avuto termine, splendente dei colori ancora lontani da conquistare, ma che lasciano assaporare ciò che potrebbe prendere vita così, da un’idea da coltivare e realizzare.
Un raggio di sole sopraggiunge indisturbato, quando sei preso invece ad assecondare tutt’altro, quando la corsa è diventata frenetica e col fiatone raggiunto per la velocità sostenuta ti accorgi all’improvviso del calore che offre.
E lì arrivano i problemi e le solite domande.
Non è facile lasciarsi andare quando per gran parte della vita ti sei normalizzato su di uno stile che impone il rigore. Ma verso di se. Si è passato molto tempo a vivere poco la propria vita e molto quella degli altri e si finisce per trascurare se stessi e i bisogni primari. Per cui sei inevitabilmente portato a guardare dalla finestra ignorando il sole che, facendo capolino dai tetti inumiditi della notte, ti invita a seguirlo. Bisogna agguantare il raggio più luminoso e lasciarsi trasportare.
È molto più semplice scriverlo che farlo, però! Peccato.
Provo un senso di benessere legato al piacere di condividere una chiacchierata. Le sintonie ancora una volta prendono il sopravvento sui problemi che spesso appaiono insormontabili. E invece anche solo parlando, usando il gran senso dell’umorismo che dà sapore alla vita, ci si ritrova tutti insieme aggrappati fra le nostre paure ma pronti a smontarle.
Una sana risata quanto può essere terapeutica! Più di cento medicine, più di mille accorgimenti. Bisogna trovare il coraggio di buttarsi senza troppo pensare alle conseguenze, che non vuol dire essere avventati, semmai liberi nell’affrontare e desiderosi di gustare.
Il sorgere del sole. Non deve essere la stessa cosa che godere del piacere dell’energia inviata dai suoi raggi. La mia pigrizia mi ha impedito finora di assistere a questo spettacolo che la natura ci offre. Ma lo immagino. Un’alba smagliante di sfumature si infiltra nelle ore di primo mattino, accompagnata dal cinguettio degli uccelli, magari dei gabbiani su di una spiaggia bianca di ghiaia, come piace a me. I colori man mano prendono tono e illuminando quanto vogliono avvolgere si tuffano nel mare cristallino. Se osservi con attenzione, lentamente ogni cosa appartiene al paesaggio assume la forma definitiva e quando la luce arriva al massimo dell’intensità cominciano a sentirsi i primi rumori della vita. Ed hai la sensazione di trovarti in un altro posto, completamente diverso.
Il sole, presenza dell’uomo nella vita. Sarà per questo che lo porto sempre con me. Spesso, per il solito timore, ci si nasconde però, si gira intorno quell’angolo, si preferisce un’altra strada e si finisce per buttarsi nella notte. Potrebbe sembrare più semplice, ma…quanto si perde!
Fernanda – 5 febbraio 2008
Biologa CNR, Counselor. Responsabile “gestione area informativa” Progetto SOS Alzheimer On Line