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E se la depressione non fosse una malattia? Una teoria che gli esperti definiscono “rivoluzionaria” (ma che, in realtà diviene logica se solo si riflette con un briciolo di giudizio) ipotizza che si tratti di un adattamento mentale, una strategia evolutiva che obbliga la mente a concentrarsi. Perché tante persone soffrono di depressione? Secondo ricerche effettuate negli Stati Uniti e in altri paesi si stima che un numero compreso tra il 30 e il 50 per cento degli individui abbia soddisfatto, in qualche momento della vita, gli attuali criteri diagnostici psichiatrici per il disturbo depressivo maggiore (DDM). Questa prevalenza incredibilmente elevata (se confrontata con altri disordini mentali come la schizofrenia e il disturbo ossessivo compulsivo) sembra un paradosso evolutivo. Il cervello ha un ruolo cruciale quando si tratta di promuovere la sopravvivenza e la riproduzione, dunque le pressioni evolutive dovrebbero averlo reso resistente a tassi così elevati di disfunzione. E generalmente i disturbi mentali sono piuttosto rari: perché la depressione non lo è? Cari Americani, che siete sempre pronti a divulgare la democrazia (a volte offrendola come un dono da imparare a gustare, altre volte imponendola con l’uso delle armi), provate a ricordare il vostro stato… PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.



…d’animo prima che decideste di ribellarvi alla madre patria Inghilterra (che vi considerava coloni da depredare)… Eravate felici? Vi sentivate soddisfatti e appagati circa il senso della libertà delle vostra condotta esistenziale? Non è che, per caso, avete provato quel sapore amaro che toglie il gusto alla vita e avviluppa all’interno di un circuito astringente, che “spegne” e “abbrutisce”? Come ne siete usciti? E quando avete ripreso a star male? Scusate, ma i vostri soldati in giro per il mondo (dalle guerre di secessione fino a quelle mondiali, passando per il Vietnam, l’Iraq, l’Afghanistan… e Dio solo sa quante altre!) quando sono in battaglia si possono ascrivere ai parametri del vostro DSM che li qualificherebbe “disturbati”? E fino a che punto? Ma chi sta peggio, nell’anima? Chi va al fronte con un ideale da difendere o chi resta a casa, a secco di prospettive? Cari Americani, se sapete comprendere il senso di queste righe, allora potrete rendervi conto della genesi, quella vera, della depressione. Un suggerimento. Voi che siete capaci, quando volete, di produrre risultati eccezionali, risparmiate i vostri soldi in ricerche puerili e offrite maggiore sostegno alle fasce “veramente” deboli!

Anzi, se proprio volete essere certi di non sbagliare, provate a seguire la massima che mi ha inviato un caro amico…

Volete proprio un rimedio che sia veramente efficace? Eccolo.

La verità si trova sempre nella semplicità. Mai, nella confusione. (Isaac Newton)

Giorgio Marchese (Medico Psicoterapeuta, Counselor) – Direttore “La Strad@”

Si ringrazia Eugenio Filice, per i suggerimenti