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Telefonia: motori di calcolo per le tariffe più convenienti; Aziende: arrivano nuovi obblighi; Iva sulla tariffa rifiuti; Antibiotici: in Italia il consumo è alle stelle.



  

La spesa per la telefonia mobile rientra ormai a pieno titolo tra le voci inserite nel budget delle famiglie italiane, visto che tutti possiedono almeno un cellulare a testa. In pochi pero’ fanno attenzione alle tariffe applicate, e in pochi decidono, di conseguenza, di cambiare gestore per risparmiare. Non e’ vero, infatti, che le tariffe sono tutte uguali, soprattutto se si confrontano le opzioni e i costi per il traffico internet. Il risparmio e’ possibile, ma per ottenerlo e’ necessario comparare le offerte dei vari operatori. Attivita’ che richiede tempo e che spinge molti a rinunciare. Un aiuto proviene dai cosiddetti “Motori di calcolo”, che permettono in pochi minuti di sapere se la tariffa che si usa e’ realmente conveniente o se ne esistono altre che fanno spendere meno. In merito l’Autorità  per le Garanzie nelle Comunicazioni ha, anche, approvato una specifica delibera per promuoverli.

Da Bruxelles arrivano nuovi obblighi per le aziende, ma l’Italia è ancora indietro. Per esempio i diffusori aerosol venduti in Italia non rispettano le norme di sicurezza europee: i nuovi standard sull’infiammabilità dei prodotti e degli apparecchi, fissati a tutela dei consumatori, sono in vigore in tutti gli Stati membri già da fine aprile. L’Italia, insieme alla Svezia e alla provincia finlandese di Aland, non ha ancora attuato la direttiva 2008/47/CEE, che introduce le nuove norme. Un ritardo che potrebbe far scattare la procedura d’infrazione. L’ultimatum arriva dalla Commissione europea: se entro il 1 dicembre 2010 il Paese non si adeguerà agli obblighi, sarà sanzionato dalla Corte di giustizia Ue. Nessun rischio però per la sicurezza. Nonostante non siano ancora al passo con la normativa europea, i nebulizzatori venduti in Italia restano sicuri. Gli unici pericoli possono derivare da un uso non corretto.

L’Iva va applicata anche alla Tia1, la tariffa rifiuti in vigore in quasi tutti i comuni. Lo ha stabilito il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia, in una circolare emanata l’11 novembre scorso. A diffondere la notizia sono le associazioni dei consumatori che commentano: “Muoiono qui, con un orientamento del ministero contrario a quello della Corte Costituzionale, tutte le speranze di vedersi rimborsare l’Iva sulla Tariffa Rifiuti”. A nulla sono infatti valse le proteste e i milioni di moduli di richiesta di rimborso presentati . “Quest’estate l’onorevole Bruno Murgia ha presentato alla Camera un ordine del giorno in base al quale l’emendamento che rendeva possibile applicare l’Iva alla Tia2 (quella non ancora in vigore) era estendibile anche alla Tia1 (quella usata dai comuni che non applicano piu’ la TARSU). In questo ordine del giorno si afferma che, se la Tia2 non ha natura tributaria e quindi su essa e’ applicabile l’Iva, anche la Tia1 e’ una tariffa e non un tributo e l’applicazione dell’Iva e’ legittima”. Il Dipartimento delle Finanze scrive dunque che “la TIA1 deve continuare a essere assoggettata all’Iva. Tutto ciò in contrasto con una sentenza della Corte Costituzione che, evidentemente, non abbia piu’ un valore in Italia.

L’Agenzia italiana del farmaco ha lanciato la campagna “Antibiotici. Difendi la tua difesa. Usali con cautela”. L’Italia e’ ai primi posti in Europa per consumo di antibiotici. Dall’uso inappropriato deriva un eccesso di spesa di 413 milioni di euro. Le associazioni dei consumatori chiedono l’introduzione delle confezioni di medicinali monouso: “E’ da anni che ci battiamo contro gli sprechi e le inefficienze del sistema. Per questo torniamo a rivendicare al ministro, oltre a una corretta e consapevole informazione ed educazione sull’utilizzo dei farmaci, specialmente quelli equivalenti, l’adozione delle confezioni conformi o monouso. E’ inspiegabile, infatti, che un cittadino che ha mal di testa deve essere costretto ad acquistare 20 pasticche per utilizzarne una sola”. “Le confezioni conformi rappresentano la soluzione a questo problema, permettendo di vendere i farmaci nelle dosi e nelle quantita’ strettamente necessarie al trattamento prescritto e alle necessita’ del paziente, con benefici consistenti per le tasche dei cittadini”.

Maria Cipparrone

 

 

 

 


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