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Un bel problema…



News neuroscienze

I mix di grassi, zuccheri e sali rendono i cibi come droghe perché favoriscono la produzione di endorfine, gli oppioidi prodotti dal cervello per generare sensazioni gratificanti. Perché mangiamo troppo e come fare per smettere è un saggio in uscita in Italia a fine mese, scritto dallo studioso David A. Kessler, già ai vertici della Food and Drug Administration. Il libro è già diventato il vessillo di rivolta contro l’industria alimentare e non appena pubblicato negli Usa, è arrivato in vetta alle classifiche. Negli Usa 71 milioni di persone soffrono di dipendenza compulsiva da cibo, su un totale di 305 milioni di abitanti, il 66% sono obesi o in sovrappeso.

Molti alimenti ci inducono in uno stato di “bliss point”, cioè paradisi artificiali simili a quelli creati dalle droghe. Studiando il cervello di cavie a cui è stata offerta la possibilità di abbuffarsi senza limiti di croccantini e stuzzichini, i neuroscienziati hanno scoperto che cibi arricchiti di grassi, zuccheri e sali come gli hot dog, le bevande gassate, barrette al cioccolato ripiene di crema, patatine fritte, hamburger, sono in grado di alterare i circuiti cerebrali. Le cavie, proprio come i tossicodipendenti, devono incrementare le quantità di cibo “spazzatura” per arrivare sempre al medesimo livello di gratificazione.

Che spiegazioni dare?

Anzitutto, si può affermare che molti elementi, più di quelli che si potrebbe immaginare, agiscono da neuromodulatori. Poi, si può concludere che alcune sostanze (come quelle descritte nella news), in grado di mediare quantità di informazioni superiori (e di molto) a quello che normalmente dovrebbe consentire l’equilibrio psicoendocrino, sul piano metabolico, siano ingrado di realizare quegli sfasamenti necessari alle compensazioni che si creano a seguito di una vita poco gratificante.

Un dubbio!

E se gli industriali del cibo, sfruttassero a fini non propriamente “nobili” questa informazione tecnica?

Fonti


  • La Stampa, pag. 20. – 10.05.2010
  • www.edott.it 10.05.2010

 


Giorgio Marchese – Medico Psicoterapeuta – docente di Psicologia fisiologica c/o la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico (SFPID) – ROMA