Dal risarcimento danni per liste di attesa eccessive ai soprusi nelle strutture per anziani, dai “gratta e vinci” da vietare ai minori all’aumento dei costi per l’abitazione.
8 mesi di attesa per una visita oftalmica: questa la richiesta che ha portato una psicologa di Roma a rivolgersi ad una associazione di consumatori dopo aver sostenuto la visita privatamente. L’associazione ha dunque deciso di presentare un’azione legale contro il Servizio sanitario nazionale per ”danni da liste di attesa eccessive”. La legge prevede infatti che i tempi massimi delle visite siano di 30 giorni per le visite specialistiche e di 60 per la diagnostica strumentale. La causa di risarcimento e’ stata avviata dinanzi al Giudice di Pace di Roma a cui si chiede, tra l’altro, di ordinare alle strutture sanitarie il rispetto dei tempi massimi stabiliti dalla legge.
”L’allarme suscitato dai risultati dalle irregolarita’ emerse dal controllo dei Nas in 863 strutture assistenziali per anziani in tutta Italia deve trovare una risposta di sistema”. E’ quanto chiedono le associazioni dei consumatori davanti ai risultati dei controlli effettuati dai Nas su oltre ottocento strutture per anziani in tutta Italia, che hanno evidenziato gravi inadempienze: farmaci e alimenti scaduti, strutture abusive e trattamenti violenti nei confronti di pazienti psichiatrici legati al letto. ”Chiediamo alla magistratura – dicono le associazioni – di fare luce anche sulle responsabilita’ istituzionali, oltre che su quelle dei singoli individui”. Aumento dei controlli, dunque, e verifiche periodiche sulle strutture accreditate. Molti gli interrogativi inquietanti. Ci si chiede, infatti, come sia possibile che sul territorio, soprattutto in comuni di piccole o medie dimensioni, si aprano e si conducano attivita’ chiaramente illegali, e che nessuno abbia mai sentito la necessita’ di segnalare quanto accadeva a questi anziani. A cosa servono allora le strutture ispettive delle Asl? Le associazioni, quindi, esprimono il loro sdegno, non solo perche’ questo malaffare gravava su fasce della popolazione fragile qual e’ quella degli anziani, ma ancora di piu’ per le vere e proprie torture riservate alle persone con sofferenza mentale.
I Gratta e vinci sono giochi d’azzardo gestiti direttamente dai Monopoli di Stato e, secondo la legge, non dovrebbero essere venduti ai minorenni che, invece, possono acquistarli ovunque. Oltre ai bar, alle tabaccherie e alle edicole, ci sono centinaia di distributori automatici, cui puo’ accedere chiunque. E’ quanto denunciano le associazioni dei consumatori che hanno inviato una lettera ai Monopoli di Stato e al Consorzio lotterie nazionali, chiedendo di vigilare sul divieto di vendita dei Gratta e vinci ai minori, su tutto il territorio italiano. Secondo le associazioni, infatti, “la malattia mentale da gioco d’azzardo patologico”, sta iniziando a colpire sempre piu’ i giovani a causa della facilita’ con la quale, ormai, si puo’ avere accesso al gioco. ”In particolare – spiegano le associazioni – a contribuire all’aumento del gioco d’azzardo tra le fasce giovanili della popolazione sono: la crescente liberalizzazione, la maggiore tolleranza, e addirittura l’incoraggiamento verso il gioco d’azzardo sviluppatosi in questi ultimi anni e percepito come innocuo; la ritardata consapevolezza del problema; la scarsa attenzione nei confronti di programmi per la formazione di una coscienza collettiva sui problemi legati al gioco”.
Dal 2001 i costi relativi all’abitazione sono lievitati del 72% se si ha una casa in affitto, del 22% per la casa di proprieta’. E’ quanto emerge dallo studio delle associazioni dei consumatori sulle variazioni dei costi per l’affitto e per il mantenimento della casa dal 2001 al 2009. Rispetto al 2008, registrano cali “leggerissimi” solo le voci relative ai costi di luce, gas e telefono. Per le case di proprieta’, diminuiscono anche le rate dei mutui, con una spesa complessiva media di 888,80 euro, il 10% in meno rispetto al 2008. In costante crescita sono invece i costi di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria. Si è calcolato, inoltre, le variazioni del costo delle abitazioni e delle annualita’ di stipendio necessarie per acquistare casa. Ciò che emerge chiaramente da questo studio e’ che la casa continua a rappresentare uno dei problemi piu’ gravi del Paese, sia per quanto riguarda le abitazioni in affitto che per quelle di proprieta’. A registrare i maggiori disagi, inoltre, sono soprattutto i giovani che vogliono emanciparsi o che vogliono mettere su famiglia. Per tali motivi, sarebbe necessario assumere provvedimenti rivolti a ridurre il costo dell’abitazione, soprattutto per i ceti piu’ deboli, dotando il Piano per l’edilizia abitativa della necessaria provvista finanziaria. A tale fine sarebbe opportuno che le imposte ricavate dal settore dell’edilizia residenziale pubblica, circa 180 milioni di euro annui, siano riversate allo stesso settore, contribuendo a creare un fondo costante nel tempo da incrementare con fondi regionali e locali, per far fronte alla pesante carenza di abitazioni per i ceti piu’ deboli.
Maria Cipparrone.
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->http://www.studiolegalecounselingcipparrone.it/]
Iscritta all’Albo degli Avvocati del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, Patrocinante in Cassazione, esercita la professione di avvocato in materia di diritto civile, in particolare diritto di famiglia, del lavoro e della previdenza, diritto dei consumi, recupero crediti. Dal 1995 è Giurista d’Impresa. Dal 2006 al 2012, presso varie emittenti radiofoniche e televisive locali, ha partecipato come ospite fissa in trasmissioni di informazione giuridica. Dal 2015 si dedica alla tutela degli animali, rappresentando cittadini privati e associazioni animaliste sia in processi civili che, come parti civili, nei processi penali (Abilitazione all’esercizio della professione di avvocato conseguita in data 29/06/1998). Iscritta all’Albo dei Giornalisti- Elenco pubblicisti dal 26/10/2002.