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Dall’aumento delle polizze rc auto ai buoni vacanza del ministero del turismo; dalla legge sulla tracciabilità degli alimenti al diritto rimborso in caso di ritardo dell’aereo .


Reagiscono i consumatori di fronte al profilarsi di nuovi aumenti nel settore Rc Auto. Le associazioni dei consumatori si chiedono cosa deve accadere perche’ finalmente le polizze possano diminuire. Queste considerazioni sono il risultato delle dichiarazioni del presidente dell’Ania Fabio Cerchiai che ha parlato di risultati negativi nella gestione dell’assicurazione Rc Auto che ”comporteranno una inevitabile ricaduta sui prezzi delle coperture”, nonostante gli accordi e provvedimenti approvati che dovevano portare con certezza alla riduzione dei costi delle polizze”. Le associazioni, invece, chiedono meno sprechi e meno profitti. Gli aumenti sono stimati in media del 15% e, dal 1996, del 170%. Ridurre le tariffe rc auto e’ possibile; le compagnie di assicurazione hanno dimostrato fino ad oggi scarsa volonta. Ci sono alcune questioni da affrontare con urgenza, che riguardano in particolare frodi e speculazioni, falsi invalidi, aumento artificioso dei danni, rendite di posizione, riparazione del veicolo e servizio all’assicurato. Ad esempio, in tema di frodi e speculazioni, sottolineano le associazioni, i dati ufficiali sui sinistri portano le prime oltre il 2% ma in aree come la Campania si stima possano arrivare anche al 20%. Meglio non va sotto il profilo delle vetture non assicurate o utilizzanti certificati assicurativi contraffatti. Questi raggiungono punte anche del 30%. Il pagamento degli incidenti procurati da questi veicoli ricade su tutti coloro che puntualmente e concretamente pagano la polizza, attraverso il Fondo vittime della strada che li rimborsa. Basterebbero poche risorse per varare una vera Agenzia Antifrode con compiti specifici di monitoraggio e contrasto del fenomeno. La maggiore spesa per i sinistri rappresenta un vero e proprio business per le compagnie da trasformare in tariffe elevate per allontanare (eludendo l’obbligo a contrarre) dalla rc auto gli utenti o le zone da loro ritenute a rischio.

 

Saranno oltre 2 milioni gli italiani che utilizzeranno i buoni vacanza, i contributi promossi dal ministero del Turismo per agevolare le vacanze delle classi deboli, a fronte di un bacino potenziale di oltre 7 milioni di italiani. Favorevoli le reazioni dei consumatori che considerano quella del ministero un’apprezzabile iniziativa, in grado di dare una possibilita’ di relax alle famiglie piu’ disagiate. Usufruendo del contributo statale sara’ possibile risparmiare anche il 45% sul costo della vacanza. Ad esempio, una settimana bianca in Trentino, considerando solo i costi d’albergo, potrebbe venire a costare poco piu’ di 600 euro sfruttando le riduzioni, quando il prezzo pieno si aggira sugli oltre 1000 euro. Un vantaggio, sottolineano le associazioni, per le famiglie e per il settore turismo, soprattutto nelle zone piu’ colpite dalla crisi, come il Sud Italia, o che si stanno risollevando, come l’Abruzzo. Si registra, però, il mancato coinvolgimento delle associazioni dei consumatori nella fase preliminare di realizzazione dell’iniziativa. Puo’ variare fra il 20% e il 45% il contributo dei buoni vacanze. L’iniziativa e’ partita il 20 gennaio scorso e i buoni andranno riscossi entro il 30 giugno. I requisiti per beneficiare dei buoni vacanze sono quelli di non superare un certo reddito (reddito 2008 in base al 730, Unico o Cud) a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare e una meta di viaggio in Italia ma al di fuori del proprio comune di residenza. I buoni potranno essere riscossi presso esercizi convenzionati; questi esercizi, a loro volta, sono obbligati a concedere un ribasso sui prezzi praticati.

 

Approvata la legge sulla tracciabilita’ dei prodotti alimentari, con l’indicazione obbligatoria dell’origine in etichetta. Le associazioni dei consumatori apprezzano gli sforzi sostenuti dal ministro Zaia nella realizzazione di una conquista importante per i consumatori. Con la tracciabilita’ sara’ piu’ facile evitare eventuali crisi derivanti da ipotetiche pandemie, come fu nel caso dell’aviaria, dell’influenza suina o delle mozzarelle alla diossina. Sara’ piu’ semplice per il consumatore, inoltre, individuare correttamente e rapidamente l’origine e i luoghi di lavorazione dei prodotti alimentari. Infine la tracciabilita’ è un mezzo fondamentale per la tutela e il rilancio del Made in Italy e dei prodotti di qualita.

 

La Corte di Giustizia Europea ha stabilito che il passeggero ha diritto al rimborso anche in caso di ritardo dell’aereo. Tale sentenza, del 19/11/2009, ha innovato rispetto al passato, in quanto prima era possibile il rimborso solo in caso di cancellazione del volo o di overbooking. Veniva, infatti, assicurata l’assistenza al passeggero che era rimasto a terra fornendogli pasti, bevande, alloggio, in caso di attesa prolungata, oltre alla possibilità di inviare fax e fare telefonate per avvisare di quanto accaduto. In caso di overbooking, anche la possibilità di indennizzo fino a € 300 a seconda della distanza chilometrica. Con questa sentenza è possibile il rimborso anche se l’aereo arriva con 3 ore di ritardo. Bisogna verificare se le compagnie aeree sono disponibili effettivamente a dare quanto dovuto ai consumatori o se, come al solito, si rifiutano di pagare, costringendo i consumatori a rivolgersi al Giudice di Pace per ottenere giustizia.

Maria Cipparrone.


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