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Dall’utilizzo dei body scanner agli aumenti della benzina e gasolio ed ai Frecciarossa che portano ritardo nonostante l’aumento dei biglietti.


 

Le associazioni dei consumatori hanno lanciato l’allarme sull’utilizzo dei body scanner negli aeroporti ed hanno apprezzato l’intervento del ministro della Sanità, Fazio, sui possibili danni derivanti dalle radiazioni emesse da queste strumentazioni, soprattutto per le donne in gravidanza, bambini e viaggiatori abituali. Una maggiore sicurezza, secondo le associazioni, non può realizzarsi se viene violata la privacy dei passeggeri e lesa la loro salute. Meraviglia, inoltre, per il fatto che il Garante non abbia finora espresso alcuna posizione in merito. Si ritiene, infine, che sia necessario, una volta installati i body scanner, aumentare del 30% il numero del personale di controllo e dei varchi, al fine di non rallentare le operazioni di imbarco, mantenendole in linea con i tempi standard attuali. Se cosi’ non fosse, si rischierebbero file chilometriche che danneggerebbero pesantemente i consumatori e l’intero sistema aeroportuale.

 

Secondo le associazioni dei consumatori i forti aumenti dei prezzi di benzina e gasolio che si sono registrati negli ultimi giorni determineranno un generale rincaro di tutti quei prodotti che viaggiano su gomma e che finiscono negli scaffali di negozi e supermercati. In sostanza il maggior costo dei carburanti rischia di essere scaricato sui consumatori finali, attraverso un generale incremento dei prezzi al dettaglio che potrebbe pesare fino a 100 euro a famiglia su base annua. Si invita, dunque, Mister Prezzi a vigilare sui listini al dettaglio dei prodotti trasportati, al fine di individuare in tempo reale l’incidenza dei carburanti sui prezzi e studiare misure per evitare rincari che impoverirebbero ancora di piu’ le famiglie italiane.

 

I Frecciarossa non decollano.. anche se non sono aerei ma treni. Questa è la conclusione a cui sono arrivate le associazioni dei consumatori a seguito di lamentele e reclami da parte di molti consumatori che chiedono di ritornare al vecchio sistema di rimborso. Su 400 treni monitorati, infatti, un centinaio e’ arrivato con un po’ meno di 15 minuti di ritardo, oltre 300 con ritardi superiori ai 15 minuti, 50 hanno superato l’ora di ritardo, 30 hanno superato le due ore. Come già denunciato dalle associazioni a meta’ dicembre 2009, va avanti una situazione inaccettabile per chi paga salato un servizio che non mantiene le promesse. Trenitalia deve dichiarare la propria incapacità a rispettare i nuovi orari accorciati. A nome dei consumatori si chiede che vengano abbassati i prezzi dei biglietti e che venga subito ripristinato il lasso di tempo per la richiesta del bonus che da 26 minuti e’ passato a un’ora. Allungare il tempo che permette di richiedere il bonus e’ stato un valido stratagemma per evadere il diritto di richiedere il rimborso per i ritardi.

Maria Cipparrone.

 

 

 


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