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Ovvero lo shopping a costo zero!


L’attuale periodo di crisi richiede una programmazione nelle spese e, quindi, la necessità di riconsiderare le abitudini per quanto riguarda il settore degli acquisti.

Lo shopping è sicuramente una delle voci che nel bilancio familiare ha più risentito delle ristrettezze economiche. Tra i generi di prima necessità ed i vestiti, i tagli riguardano questi ultimi Allora cosa fare? Rinunciare o trovare delle soluzione alternative? Non potendo, dunque, chiedere al gentil sesso di privarsi della gioia di “svaligiare i negozi” e ” riempire gli armadi” e dovendo, però, fare i conti, con risorse sempre più scarse, si è pensato bene in America di inventare lo Swap Party, ossia il “baratto modaiolo”.


Nato negli States, ben presto è divenuto una consuetudine anche in altri Paesi e finalmente sta prendendo piede anche in Italia.

Ma di cosa si tratta?

Uno swap party è un luogo di incontro (letteralmente festa) dove si barattano capi di abbigliamento, accessori, scarpe e non solo, un modo, insomma, per rifarsi il guardaroba senza metter mani al portafogli. Per questo è diventato il fenomeno del momento.

Lo Swap Party è dunque una rivisitazione simpatica dell’antico metodo del baratto: chi di noi non ha nell’armadio abiti, jeans che ha indossato solo un paio di volte e che ora non indossa più?

Chi di noi non ha fatto un acquisto sbagliato per quanto riguarda la taglia o il colore?

Sarà la crisi, sarà di conseguenza la vita che è sempre più cara, ma si stanno diffondendo nel nostro Paese dei negozi online e delle boutique (la prima è stata aperta a Milano ma ora ve ne sono anche a Roma, Bologna, Torino) dove si acquista “senza soldi”; trattasi di negozi dove vige rigorosamente il baratto, lo “swap” .


Non esistono solo negozi dove si scambiano capi di abbigliamento, di pari valore, pagando solo una quota associativa e/o dei costi di lavaggio dei capi, presso la “swap boutique”, è possibile trovare anche libri, dvd ed accessori.

E’ un business che sfrutta il tempo di crisi, e che può divenire un’attività molto interessante per chi vuole lavorare e mettersi in proprio.

Per esempio molto successo gode a Roma “Barattiamo?”, uno swap-shop dove si portano i capi di abbigliamento, vengono “valutati” e se accettati danno diritto ad ottenere dei “crediti” per scambiarli con altri vestiti di pari valore. Così facendo si cedono alle swap-boutique degli articoli che non interessano per prenderne altri che piacciono o che magari sono della taglia o del colore giusti, senza far andare in rosso la carta di credito, visto che i costi da sostenere sono contenuti, legati principalmente al fatto che il negozio deve sostenere le spese per la sterilizzazione dei vestiti oggetto degli scambi.

Un idea innovativa dunque, il “rinnovo” intelligente del proprio guardaroba.

Moda alla portata di tutti, senza spendere soldi per uno shopping ragionato e consapevole.

Si tratta di un fenomeno in crescita e per queste ragioni è nato lo Swap club Italia.

Sul sito è possibile scambiare gratuitamente abiti ed accessori e scoprire il calendario degli swap party itineranti.

Dal 4 novembre nelle librerie è in vendita “I love swapping. La guida alla nuova tendenza ecosostenibile: il baratto”. Editore Vallardi. Il primo manuale dedicato allo “swap”. Si parte dalla storia del baratto (dalle origini alle attuali applicazioni nel marketing) per giungere alla nuova economia basata sulla permuta. E ancora siti internet e fiere, mercatini dove è possibile lo scambio di accessori, oggetti, abiti e molto altro. Per finire con il baratto dei sevizi e banche del tempo.

Come suol dirsi ” il bisogno aguzza l’ingegno”.

Tutto questo sta a dimostrare che l’essere umano, di fronte alle necessità, ha la capacità di trovare sempre nuove soluzioni.

La verità è che il nostro cervello è deputato a far fronte ai vari problemi che si pongono semplicemente vivendo.

Affrontare le difficoltà e/o gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento di un obiettivo come un modo per crescere, per migliorare se stessi è un modo diverso di affrontare la vita. Spesso è la pigrizia ad avere la meglio, impedendoci di attivarci alla ricerca di strade nuove e diverse per realizzare le nostre aspirazioni.

E’ molto più facile lamentarsi e fare le vittime che darsi da fare. Ma se qualcosa ci interessa davvero e siamo sufficientemente motivati non c’è niente che può fermarci.

Sono proprio i momenti di crisi che ci danno la spinta per trovare dentro di noi la soluzione ai quesiti.

Rinunciare ad un capo di abbigliamento non rappresenta un grosso sacrificio, ma, anche in un caso del genere aver escogitato un nuovo modo per procurare ciò che serve o piace, sta a dimostrare che il metodo può essere utilizzato per qualsiasi altro scopo, magari più nobile.

Maria Cipparrone

(avvocato e counselor)


[
->http://www.studiolegalecounselingcipparrone.it/]