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Neverland, 11/10/2008 ore 16.30


 

Ascolto, immaginando la voce dei sentimenti, cercando le parole che possano fornire una chiara indicazione, che facciano un po’ di luce, a rischiarare. Un senso di calore avvolge il mio viso obbligandomi a vedere, provo a penetrare disponendo la mia anima. Senza opporre alcuna resistenza mi proietto in quella dimensione escludendo tutto il resto. Difficile scremare.

Mi chiedo quanto posso, se posso.

Rifletto: ciò che muove il disagio nella gente è la paura.

“Siamo in due in questo istante, lo sento dietro me, a fianco. Non ho voglia di parlare, ma nemmeno di ascoltare. Siamo in due in questo istante.”

Un fiume di parole, a volte un po’ sconnesse fra di loro. Non credo sia importante cogliere il contrario, semmai lasciare andare senza allontanarsi. Basta solo un respiro un po’ più intenso, che si senta. Sono qui e posso dare.

Dall’interno un messaggio per me stessa: tanto da imparare per proteggermi, concentrare le attitudini e aiutare. Ho bisogno di assorbire, la prontezza non mi segue, voglio ripensare.

Un passamano per non perdere il motivo, una voce tremula ma incisiva, due parole a confermare la presenza. La complicità è il legame fra di loro, nelle difficoltà un motivo di esistenza. Non ne vuole mai la fine.

“Sempre in due, siamo sempre in due in questo istante”.

Fernanda

La Stanza delle Dinamiche, Neverland, 11/10/2008 ore 17.15