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Case di pane, riunioni di rane vecchie che ballano nelle cadillac muscoli d’oro, corone d’alloro canzoni d’amore per bimbi col frack musica seria, luce che varia pioggia che cade, vita che scorre cani randagi, cammelli e re magi; forse fa male eppure mi va di stare collegato, di vivere di un fiato di stendermi sopra al burrone di guardare giù; la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare; mi fido di te io mi fido di te, ehi mi fido di te cosa sei disposto a perdere? Lampi di luce, al collo una croce, la dea dell’amore si muove nei jeans culi e catene, assassini per bene; la radio si accende su un pezzo funky teste fasciate, ferite curate; l’affitto del sole si paga in anticipo prego arcobaleno, più per meno meno. Mi fido di te cosa sei disposto a perdere? Rabbia, stupore, la parte, l’attore: dottore, che sintomi ha la felicità? Evoluzione, il cielo in prigione, questa non è un’esercitazione. forza e coraggio, la sete, il miraggio, la luna nell’altra metà; lupi in agguato il peggio è passato” (Lorenzo Cherubini)

“Alla ricerca della felicità”: il titolo del film che ho rivisto ultimamente e del quale la figura del protagonista mi ha fatto intensamente riflettere soprattutto perché ispirato da una storia vera..

Uomo dinamico e intraprendente, in grado di attuare, nella propria vita privata così come nel proprio lavoro, scelte prevalentemente positive e costruttive per sé e per chi lo circonda. Uomo profondamente legato al figlio e amaramente dispiaciuto di esser stato abbandonato da una moglie scostante che ha preferito fuggire dalle avversità e arrendersi, a differenza di lui che, difficoltà dopo difficoltà, non si è rassegnato, non ha “lasciato perdere”e ha continuato a rincorrere la sua felicità.. nonostante alcune “stupidaggini” commesse, nonostante la fuga da chi gli chiedeva più di quanto egli potesse dare (in termini economici), nonostante gli investimenti sbagliati e nonostante la sofferenza di subire umiliazioni e di sentirsi compatito.

Intelligente e psicologicamente sensibile, in grado di generare intense emozioni (a volte represse, a volte manifeste). Estremamente tenero, affettuoso e dolce col figlioletto di cinque anni al quale non trascura mai sorrisi e giochi, a dispetto delle frustrazioni e delle umiliazioni quotidiane.. mai sorrisi falsi i suoi, perché cosciente del fatto che, seppur in momenti difficili, il suo bimbo ha bisogno di giocare e di accrescere la fantasia e l’immaginazione. Sul figlio non sfoga i suoi dispiaceri e riesce a fare in modo che, di volta in volta, si adatti alle situazioni sempre più difficili che ogni nuovo giorno prospetta loro.

Estremamente avido di nozioni e attento osservatore, egli valuta, tenta, sbaglia, ritenta, risolve conflitti e prende decisioni dopo avere individuato gli obiettivi ed aver approfondito, con determinatezza, gli studi del settore lavorativo che ha scelto per la propria vita.

Conciliante con se stesso e con gli altri, ad esclusione di chi, in modo troppo fastidioso, si frappone tra lui ed il suo scopo. In grado di riflettere in modo neutrergico e presuntuoso positivamente, ha continuato a studiare e ponderare la strategia migliore o meno peggiore da adottare in base alle circostanze avverse richiedenti rapide prese di posizione.

Suscettibile ma non permaloso, anche quando ciò che per altri rappresenta pochi spiccioli, per lui il pasto di due giorni.

Competitivo con se stesso: desidera autoaffermarsi e realizzarsi anche quando avverte di essere sottovalutato e non apprezzato; anche quando sembra che tutto remi contro di lui; anche quando non fa altro che chiedersi, in modo quasi ossessivo, “ce la farò?”; anche quando si ritrova “in mezzo ad una strada” e senza più una casa, non sapendo dove dormire; anche quando giunge un momento in cui grida a se stesso “non so cosa devo fare!”

Affatto vittimista o velleitario, corre incontro alle avversità senza lasciarsi condizionare dal giudizio altrui. Ha capito, probabilmente, che la felicità che intende raggiungere non potrà mai far parte della vita di un uomo se, questi, non è libero dall’illusione di poter essere felice senza un prezzo da pagare, senza, quindi, dare qualcosa in cambio.

Ha capito che non è questione di fortuna, ma di determinazione e fermezza nella decisione di voler raggiungere uno scopo prefissato. Non conosce superbia, anzi: sa di essere il tipo di persona a cui, se viene posta una domanda di cui non conosce la risposta, non appare un problema affermare “non lo so, ma so come trovarla la risposta”.

La dignità che lo contraddistingue lo porta a dire al figlio di non permettere mai a nessuno di dirgli che non sa fare qualcosa, di non permetterlo neanche al padre, di pensare che se ha un sogno, lo deve proteggere e apprendere che, quando le persone non sanno fare qualcosa, “lo dicono a te che non lo sai fare”.

A volte, seppur stanco, ha dimostrato che anche quando si pensa che tutto è perduto, che forse nulla si è combinato nella vita, che forse la luce è andata via per sempre.. anche in questi casi, ha mostrato che si può imparare a muoversi nel buio: cercando, sbattendo, inciampando, urtando, cadendo, sbattendo ancora e rialzandosi ogni volta, per continuare ad inseguire l’interruttore e riaccendere finalmente la luce!

E allora, io penso che, in casi come il suo, accadrà sempre qualcosa, frutto delle proprie scelte e delle proprie decisioni, dei percorsi intrapresi e anche degli errori commessi, ma, soprattutto, delle opportunità colte perché amate e fortemente desiderate.. accadrà qualcosa in questo tipo di persone che farà avvertire loro quel nodo in gola per la gioia e non quei pugni nello stomaco ogniqualvolta si sta per fare qualcosa che si desidera fare.. fiere di se stesse, desiderose anche di piangere e di riposare e poi di ridere e di abbracciare chi si ama, smettendola di correre correre correre perché, a volte, finalmente, basta semplicemente un passo veloce per evitare di affannarsi e giungere, infine, a passeggiare a viso alto congratulandosi con se stesse.

“Se vuoi essere felice per un giorno dai una festa; per due settimane, fai un viaggio; per un anno, fai un giardino; per la vita, trova uno scopo degno” (Frank Tibolt)

Maria Mazzuca